La vita di una comunità è sempre costellata da tanti avvenimenti. Alcuni, come la nascita o la morte di una persona, sono "fisiologici" e in un certo senso normali; altri, come il rientro dei reduci da una guerra o una frana che travolge parte del paese, o la visita pastorale deI Vescovo, sono avvenimenti straordinari.
E' naturale che tutta la comunità rivolga attenzione, con grande interesse e partecipazione particolare, a questi ultimi. A dare risonanza agli avvenimenti, oltre alla loro rarità e al fatto che ben raramente in paese accadeva qualcosa di nuovo, contribuivano spesso anche le caratteristiche religiose o patriottiche delle manifestazioni.
Ma anche gli avvenimenti più modesti o di carattere ordinario, come la morte di una persona, avevano immediata e vasta eco in tutta la comunità.
Nessuno infatti viveva indifferente o estraneo all'altro. Non che mancassero anche una volta tra gli individui o tra le famiglie dissapori, rivalità e talora odi; l'uomo, infatti, come singolo e come membro delle aggregazioni sociali, porta sempre la sua realtà, che e fatta di luci e di ombre, di bontà e di cattiveria, di grazia e di peccato; ma una cosa vi era in tutti: la volontà e la capacità di superare antagonismi e divisioni in una vera e propria "condivisione" nel momento del bisogno grave o della disgrazia e nei momenti organizzati della vita sociale.
Un avvenimento che ebbe notevole incidenza sul paese è stata la prima guerra mondiale. Selva si trovava sul confine con l'Austria e la sua vita fu assai segnata dalla guerra: strade, accampamenti militari, un ospedaletto da campo, e soprattutto i molti uomini sotto le armi, parecchi dei quali morti o dispersi. E dopo Caporetto, come per i restanti paesi della provincia, l'occupazione, le requisizioni (le campane di Selva e di Pescul portate via dagli occupanti per farne cannoni), la fame.
Dopo ogni guerra grande festa, grandi adunate di reduci, ricordi e monumenti. Ma anche tanti problemi per la ripresa della vita.
Nelle fotografie che seguono sono ricordati alcuni di questi avvenimenti, qualcuno triste (come il ricupero della salma di una persona travolta da una valanga), altri lieti (come la posa della prima pietra di una scuola), altri rientranti nei fenomeni naturali ricorrenti nella nostra vallata e spesso accompagnati da gravi conseguenze (come le nevicate eccezionali o le frane).
Col passare del tempo i ricordi di questi avvenimenti si attenuano in quegli stessi che ne sono stati testimoni o addirittura protagonisti, mentre le nuove generazioni spesso non conoscono i fatti del passato nemmeno "per sentito dire". Una volta infatti era normale che i vecchi parlassero con i figli e i nipoti dei fatti del passato, trasmettendone il ricordo. Oggi questo capita rarissimamente, perché nessuno ha tempo né di raccontare né di ascoltare e un pochino anche perché ci si illude che per "sapere tutto" basti guardare la televisione!
Ma quando mai la televisione ci racconta la "nostra storia" e la vita della "nostra gente"?
E sì che di cose interessanti ne abbiamo molte. Questa ad esempio. Nel 1852 la popolazione di Selva ordinò a Cortina la fusione di due campane in sostituzione di altre due che si erano rotte; quando le campane furono pronte si trattava di portarle a Selva. Come fare?Strade tra Cortina e Selva allora non ve n'erano. Così una settantina di persone delle Quattro Regole andarono in Ampezzo e portarono a spalle attraverso la montagna fino alla chiesa di San Lorenzo le due campane.
E' un piccolo fatto, ma molto bello, perché dice tante cose su come i nostri vecchi sentivano e vivevano gli avvenimenti del paese.