click per ingrandire

Torre di Brencola o di Brengola si trovava lungo la vecchia strada Palese-Bitonto, nella zona Ovest dell’aeroporto e si arrivava percorrendo la strada parallela alla pista dell’aeroporto. La località era nota come Pezze di Candela. Purtroppo si è venuta poi a trovare nell'area destinata all'ampliamento dell'aeroporto civile e, come previsto dal progetto, è stata rasa al suolo nel corso degli anni '90 onde consentire l'allungamento della pista di atterraggio di quasi un chilometro e l'installazione dell'impianto ILS che consente il volo cieco in presenza di scarsa visibilità dovuta a nebbia o foschia.
Il rilievo fu eseguito nel 1983 per conto della Soprintendenza ai monumenti di  Bari e, poiché il contadino ne impediva l’accesso, si fece ricorso alla piattaforma aerea.

Cenni storici

click per ingrandire

L'edificio era costituito da due torri-masseria risalenti entrambe al XVII secolo, poste l'una di fronte all'altra sui due lati della mulattiera, e appartenevano alla famiglia Brencola (o Brengola). Le torri furono costruite una nel 1617 e l'altra nel 1646, come testimoniato da due lapidi con epigrafe. Quella più antica era provvista di una iscrizione e di uno stemma - presumibilmente della famiglia proprietaria - posti sull'architrave dell'ingresso della cappella attigua alla residenza. Era possibile leggere la seguente epigrafe:

D.O.M.
VOLUPTAS E PIETASNE
FORET DIVIDUAE HIS CE HORTIS
SACELLU HOC DIVO IOI BAPAE IOES BAEA
RIPA DICAVIT 1617

che porta la dedica della chiesetta a San Giovanni Battista.
La torre era a due piani con una scalinata d'accesso al primo piano rivolta verso l'entroterra, mentre l'accesso ai locali a pianterreno - adibiti a deposito - si apriva verso la strada ove era situato l'ingresso della cappella.
La seconda torre risaliva al 1646, era recintata, disposta su tre piani con caditoie centrali e con diversi locali per l'attività agricola. Sull'arco d'ingresso di tale costruzione si trovava l'altra lapide, anch'essa sormontata da uno stemma identico al precedente:

AD MARE QUI PROPERAS, VIRINDAS TE PROVOCAT HORTUS
INGREDERE, NUNC OFFERT BRENCOLA PROGENIES
NON NITOR AEQUOREUS; PLANTAE MAGIS UMBRA PLACEBIT
HORTUM HUNC NEPTUNUS NON FRETA CALCAT EQUO
ANNO SALUTIS
1646

L'epigrafe porgeva il saluto ben augurante della famiglia Brencola a coloro che erano diretti verso la spiaggia e l'invito ad entrare, per godere del verde e lussureggiante orto, conservato sino ai nostri tempi.