I primi strumenti fotogrammetrici impiegati furono un fototeodolite Wild P30 ed un restitutore universale WILD A2, con cui furono eseguiti i rilievi dei prospetti dei castelli di Conversano (BA), di Gioia del Colle (BA) e di Bari. Il rilievo del "prospetto" del Centro storico di Ostuni (BR), effettuato nel 1973, rappresenta uno dei primi sintomi della presa di coscienza della inadeguatezza della semplice rappresentazione planimetrica ai fini della rappresentazione di un centro urbano. La fotogrammetria, ormai, con la restituzione continua, consentiva egregiamente il passaggio dalla proiezione centrale (fornita dalla fotografia) a quella ortogonale. I primi entusiasmi fecero apparire indispensabile il profilo altimetrico di un centro urbano per la rappresentazione dello stesso, ma la facilità, con cui era possibile disegnare in scala tutto ciò che appariva in fotografia, fece sorgere anche nuovi problemi. Innanzitutto appariva indispensabile evidenziare, nel grafico del rilievo, le zone ottenute con la tecnica fotogrammetrica: analizzando, infatti, la facciata della cattedrale di Altamura risulta difficile capire quali siano le informazioni ottenute per via fotogrammetrica, né è pensabile che, per esempio, il paramento murario, disegnato nel grafico, corrisponda alla realtà. In secondo luogo, il tentativo di trasferire nel formato grafico tutte le informazioni esistenti sulla fotografia, rischiava di fornire un disegno illegibile. Si parlò subito di finalizzazione del rilievo, ma questa soluzione mise in evidenza un'altra realtà: chi effettuava la restituzione non era in grado di leggere l'architettura. Ogni restituzione fotogrammetrica presentava inconvenienti non molto diversi da quelli di una lettera scritta in inglese, trascritta da chi non conosce quella lingua! Un esempio di questo tipo di restituzione è dato dalla restituzione dei portali della Basilica di San Nicola di Bari, eseguita dallo scrivente nel 1974 e molto apprezzata, ma rimane fuor di ogni dubbio che se la stessa restituzione fosse stata eseguita dopo un attento studio storico, quel disegno avrebbe comunicato qualcosa in più rispetto rispetto all'originale fotografico.
Nel 1978, con l'arrivo di nuove apparecchiature, in particolare di una camera stereometrica Wild C120 per la ripresa e di un restitutore analogico Wild A40 per la restituzione, al problema della restituzione si aggiunse quello del divario esistente tra i tempi di ripresa e quelli di restituzione. Questa nuova situazione fu denunciata nella relazione introduttiva del primo convegno di fotogrammetria architettonica, tenutosi a Bari nel 1978. Parallelamente al convegno era stata organizzata una mostraA, introdotta da una serie di fotografie con didascalie didattiche.
  Siamo nell'epoca in cui la fotogrammetria sembrava offrisse la soluzione magica per il rilievo dell'architettura. Dopo i primi due corsi Internazionali di fotogrammetria architettonica, organizzati a Zurigo (1972) e ad Heergrugg (1975), anche in Italia ebbero luogo dei corsi di aggiornamento per i docenti delle scuole medie, con il tentativo di interessare alla fotogrammetria i docenti di disegno.
  La "bicamera", come veniva denominata la camera stereometrica, divenne uno strumento popolare e sottoposto a numerosi collaudi, basti qui citare il progetto trulli, la campagna di rilievo degli insediamenti Benedettini in Puglia, i rilievi da piattaforma galleggiante a Venezia e l'intervento in Basilicata, dell'Unità fotogrammetrica dei Vigili Urbani di Bari, a seguito del terremoto del 1980, che impose la scelta di un metodo ripetitivo di rilievo ( può essere interessante, per esempio, la metodologia adottata dai Vigili nelle riprese effettuate all'interno delle chiese).
  In tutti questi anni l'attività di ricerca è sempre stata affiancata da seminari e convegni di verifica, fino al convegno del 1991, che dette una svolta decisiva alla ricerca. Nella presentazione degli atti di questo convegno, Mons. Pietro Amato afferma:
"La tutela non è per pochi. Appartiene alla dignità dell'uomo e nessuno la può delegare. E' importante che la si insegni e si diano gli strumenti. Il resto è la storia che racconterà della nostra cultura e della nostra spiritualità"
  Nel 1992 sono arrivati i primi computer in laboratorio ed il rilievo è diventato multimediale, anche grazie al programma Hypercard, che veniva offerto gratis insieme ad ogni computer Macintosh. Il passaggio alla fotogrammetria digitale è stato un fatto scontato ed ha cominciato a prendere forma il programma Stereofot, presentato ufficialmente nel convegno internazionale del 1993.
  Il convegno del 1996 ha segnato il passaggio definitivo alla fotogrammetria digitale: ormai Internet consentiva la verifica in tempo reale e gli stessi studenti cominciavano ad esporre in rete i propri lavori .