Partendo dalla fruibilità del rilievo da parte di un'utenza estremamente diversificata (architetti, storici, turisti ecc.), emerge l'esigenza di dover accedere, per ogni parte del monumento, ad informazioni (selezionabili in tempo reale) di tipo testuale, grafico, fotografico e cinematografico, oltre a tutte quelle di tipo dinamico messe a disposizione dalle nuove tecnologie. Possiamo ritenere, in generale, che il rilievo di un qualsiasi oggetto (in mancanza di una chiara finalizzazione) consiste in una raccolta d'informazioni idonee a dare per ogni oggetto, come minimo, una risposta a tre interrogativi:
1) cos'è?. Continuando a prendere come punto di riferimento il rilievo della chiesa di Cisternino, non possiamo non prendere atto del fatto che il rilievo è stato eseguito dando per scontato la conoscenza dell'oggetto del rilievo.
In realtà se vogliamo che il rilievo sia uno strumento di conoscenza, non possiamo non prevedere che la sua attuazione cominci dalla documentazione indispensabile per conoscere i problemi connessi all'oggetto del rilievo e che la stessa sia parte integrante del rilievo.
Il vantaggio dell'ipertesto rispetto allo scritto su supporto cartaceo è rappresentato dalla possibilità di comunicare un messaggio con un numero limitatissimo di termini, per la cui interpretazione può essere disponibile, in tempo reale, un intero sistema bibliotecario.
Così, nel momento in cui scriviamo la parola chiesa, possiamo creare un collegamento alla normativa sui Beni culturali ecclesiastici italiani, in modo da analizzare i soggetti istituzionali, i rapporti chiesa- stato-associazioni-privati, i problemi generali, i rapporti tra Beni e servizi culturali, la Tutela, la Valorizzazione, l'adattamento e creazione.
2) a che serve?Sempre nel caso del rilievo di una chiesa, rispondere a questa domanda con la semplice frase "edificio di culto", può significare non aver dato alcuna risposta. Considerato che, nell'ipertesto, un collegamento comporta una semplice differenziazione della parola scritta, sarebbe opportuno che il rilevatore facesse riferimento alla documentazione presa in considerazione nel rilievo. Così la parola "chiesa" può collegata alla nota della C.E.I. per la progettazione di nuove chiese, oppure al Messale Romano, oppure al Pontificale Romano, oppure al Codice di Diritto Canonico. Poiché il rilievo, in definitiva rappresenta un momento di verifica dell'oggetto rilevato, nel caso della chiesa occorre verificare innazitutto se l'ambiente rilevato ha carattestiche soddisfacenti il Significato liturgico della chiesa, e già per capire ciò appare indispensabile la consultazione di un esperto in liturgia.
3) come funziona? Sempre con riferimento il rilievo della chiesa sembrerebbe superfluo pretendere che il rilevatore conosca il funzionamento dell'oggetto del rilievo, ma, in architettura si potrebbe affermare tranquillamente "scagli la prima pietra chi ha rilevato qualcosa senza averne studiato prima il funzionamento". Se fossimo nel settore meccanico una simile affermazione apparirebbe quanto meno scandalosa: chi, infatti, sarebbe in grado di riparare un motore senza conoscerne il funzionamento! In architettura, invece, ciò è possibile. Prendiamo, come esempio, l'elemento centrale di una chiesa: l'altare. In pratica si tratta di un piano (o un tavolo) sul quale devono essere svolte alcune funzioni.
Secondo la Nota della Commissione della C.E.I. per l'edilizia di culto e la Consulta nazionale per i beni culturali ecclesiastici, nei suggerimenti per l'adeguamento di vecchie chiese, a propsito dell'altare, così recita:
L'altare nell'assemblea liturgica non è semplicemente un oggetto utile alla celebrazione, ma è il segno della presenza di Cristo, sacerdote e vittima, è la mensa del sacrificio e del convito pasquale che il Padre imbandisce per i figli nella casa comune, sorgente di carità e unità. Per questo è necessario che l'altare sia visibile da tutti, affinché tutti si sentano chiamati a prenderne parte ed è ovviamente necessario che sia unico nella chiesa, per poter essere il centro visibile al quale la comunità riunita si rivolge.
La sua collocazione è di fondamentale importanza per il corretto svolgimento dell'azione liturgica e deve essere tale da assicurare senso pieno alla celebrazione.
La conformazione e la collocazione dell'altare devono rendere possibile la celebrazione rivolti al popolo e devono consentire di girarvi intorno e di compiere agevolmente tutti i gesti liturgici ad esso inerenti .
Se l'altare esistente soddisfa alle esigenze appena indicate, lo si valorizzi e lo si usi. In caso contrario occorre procedere alla progettazione di un nuovo altare possibilmente fisso e, comunque, definitivo.
La forma e le dimensioni del nuovo altare dovranno essere differenti da quelle dell'altare preesistente, evitando riferimenti formali e stilistici basati sulla mera imitazione. Per evocare la duplice dimensione di mensa del sacrificio e del convito pasquale, in conformità con la tradizione, la mensa del nuovo altare dovrebbe essere preferibilmente di pietra naturale, la sua forma quadrangolare (evitando quindi ogni forma circolare) e i suoi lati tutti ugualmente importanti. Per non compromettere la evidenza e la centralità dell'altare non è ammesso l'uso di materiali trasparenti.
Nel caso in cui l'altare preesistente venisse conservato, si eviti di coprire la sua mensa con la tovaglia e lo si adorni molto sobriamente in modo da lasciare nella dovuta evidenza la mensa dell'unico altare per la celebrazione.
Qualora non sia possibile erigere un nuovo altare fisso, si studi comunque la realizzazione di un altare definitivo, anche se non fisso (cioè amovibile).
Si ritiene anche opportuna la rimozione delle reliquie presenti nell'altare preesistente, poiché solo a quello nuovo - di fatto l'unico riconosciuto come centro della celebrazione - spetta la prerogativa della dedicazione rituale.
La risposta al terzo interrogativo porta a scomporre l'oggetto nei suoi vari componenti e, riproponendo le tre domande per ciascuno di essi, si arriva indiscutibilmente, con una reazione a catena, ad un'analisi semplice e dettagliata. Adottando la stessa metodologia per il rilievo del territorio, si perviene con estrema naturalezza alla definizione del G.I.S. (Geographical Information System).
Considerato che la risposta ad ogni interrogativo non può che essere di tipo multimediale, il primo problema da risolvere è la gestione della grande quantità di dati derivanti da tale metodo di analisi. Occorre, quindi, definire il tipo d'informazione da gestire, come acquisirla e come divulgarla.
Allo stato attuale, nell'ambito del progetto finalizzato "Fotogrammetria e tutela del territorio" (allegato all'accordo con convenzione firmato, nel 1985, tra l'Università degli Studi di Bari e la Regione Puglia) sono state scelte due strade. La prima consente la visualizzazione di carte sensibili, sulle quali i centri urbani vengono evidenziati sia con apposita colorazione, sia con informazioni riportate nel campo annesso. La ricerca parte dall'intera penisola, per passare con successivi click, alla regione, alla provincia e al centro urbano, fino al quartiere e al monumento. La seconda via porta ad un motore di ricerca, dove è possibile scegliere il monumento sulla base di indicazioni esistenti sui menu a discesa o fornite dall'utente in appositi campi.
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