itettura - Attività didattica e di ricerca del Laboratorio di fotogrammetria architettonica del Politecnico di Bari nel periodo 1976-2008 ">
Gli ipertesti sono documenti creati in modo tale da offrire un collegamento tra un punto del testo ed altri documenti o altri punti dello stesso documento. Da precisare che alla parola documento bisogna dare il significato più ampio possibile, considerato che oggi è possibile trasmettere, via rete, oltre agli stessi documenti in formato testuale, anche immagini, filmati e suoni. Così, con un semplice click su di una parola o in una zona dell'immagine, è possibile richiamare anche filmati o immagini VR, oppure ascoltare una musica di sottofondo o un commento; ma lo stesso evento di apertura della pagina può essere utilizzato per una frase di benvenuto.
Così come nella vita quotidiana il cliente ha sempre ragione, anche sulla rete il "Server" deve essere programmato in modo da rendere più semplice possibile la visita al "Client".
È buona norma che, prima di aprirsi, una pagina web "esplori" la macchina del "Client" e rilevi le risorse di cui esso dispone, a cominciare dalle dimensioni dello schermo. Alla luce dei risultati ottenuti, essa deve aprirsi in modo da poter essere "letta".
I più anziani ricorderanno l'arrivo dei "Frames", che non tutti i browsers erano in grado di leggere, per cui nello script occorreva inserire il comando <NOFRAMES> </NOFRAMES> destinato a contenere un semplice avviso oppure, nel rispetto delle "regole di navigazione", la pagina che il "Client" avrebbe potuto leggere!
Oggi molti di quei problemi sono divenuti obsoleti, ma ne sono sorti altri, per cui, quando si scrive una pagina occorre fare delle scelte precise, che vanno da quella egoistica di indicare le risorse indispensabili per la lettura della propria pagina, a quella, più logica, di approntare una serie di pagine scritte in funzione delle potenziali risorse degli utenti.
Navigando sul Web, non è difficile imbattersi in pagine che impiegano moltissimo per caricare una piccola immagine. Escludendo il caso in cui l'immagine è stata ridimensionata o per errore o per consentire un veloce ingrandimento, nella maggior parte dei casi si tratta di un unico documento contenente più immagini, spesso anche molto pesanti. Di certo, in quest'ultimo caso, si tratta di un errore di programmazione. Infatti se l'utente non è interessato a tutto il documento, non è giusto costringerlo ad un'attesa inutile; in questo caso può essere preferibile comporre più documenti facilmente caricabili solo e quando sono richiesti.
Diverso è il caso delle pagine contenenti uno o più applet di Java. In questo caso tutto dipende dal sistema operativo: l'applet viene caricato abbastanza velocemente, ma se il motore di Java viene solo emulato, i tempi si allungano di parecchio ed occorre trovare un sistema per tenere impegnata l'attenzione dell'utente.
È un puro problema di composizione. Occorre chiarezza di idee sul contenuto della pagina, sul potenziale utente e sui tempi di presentazione del prodotto. L'utente deve avere libertà di scelta tra vie chiaramente inviduate. Indubbiamente, anche attraverso collegamenti trasversali, egli deve poter approfondire gli argomenti che via via gli vengono presentati, ma senza correre il rischio di effettuare un lungo percorso senza poter raggiungere l'obiettivo prefisso.