Se chiediamo agli alunni di una classe di scuola media, di disegnare
un rettangolo, le probabilità di avere due figure uguali sono minime:
ciascuno sceglierà una base diversa e se, per combinazione, due la
dovessero scegliere uguale, difficilmente ad essa potrà corrispondere
la stessa altezza! Ripetendo l'esperimento con persone adulte e sostituendo
alla parola "rettangolo" quella di "biglietto da visita",
apparentemente il risultato è lo stesso, ma la scelta non è
più libera come nel primo caso. Questa volta ciascun partecipante
all'esperimento sarà condizionato da alcuni fattori, quali:
- il rapporto dimensionale (base/altezza), che sarà coerente con
l'uso cui il rettangolo è destinato (per esempio, se il biglietto
deve essere spedito, deve rientrare in una ben determinata sagoma);
- tutti i biglietti da visita esaminati, fra cui quelli appartenenti
a persone ritenute degne di stima;
- la lunghezza del proprio nome e cognome e, quindi, i caratteri tipografici
che devono essere utilizzati per scriverlo;
- lo spazio riservato ad altre scritte eventuali .
Chi giudica, infine, i risultati dell'esperimento confronta, in tempo
reale, i singoli biglietti con quello che egli stesso avrebbe scelto. Se
il rettangolo deve rappresentare una porta, intesa quale elemento di accesso
ad un ambiente, sicuramente il proporzionamento viene ad essere vincolato
a criteri più precisi e ciascuno, nel momento in cui la proporziona,
dà, sia pure inconsciamente, la risposta ad una serie di quesiti:
- chi deve passare attraverso la porta?
- che dimensioni ha l'ambiente cui la porta deve consentire l'accesso?
- quali sono le caratteristiche architettoniche dell'edificio cui essa
deve appartenere?
- qual'è la scala di rappresentazione?
I quesiti presuppongono che si tratti di una porta per una costruzione
destinata ad esseri umani, ma potrebbe trattarsi di un ricovero per animali,
per automobili, per vagoni ferroviari, per aerei ecc.
Dopo aver individuato il tipo di porta da rappresentare, sicuramente
ciascuno passa in rassegna tutte le porte che riesce a ricordare e quella
prescelta viene modificata in base ad un preciso esame critico. Il risultato
finale non può prescindere dalla cultura personale: quasi certamente
il rettangolo rappresentato da chi, per mestiere, progetta le porte appare
più bello di quello proporzionato da chi si è posto il problema
per la prima volta! Tutto questo se si tratta di una figura piana, ma se
al rettangolo si dà uno spessore? I rapporti dimensionali aumentano
(altezza/larghezza, altezza/profondità, larghezza/profondità)
e la relativa scelta sarà funzione di nuovi fattori. Nel caso della
porta ciascuno la immagina funzionante; nuovi quesiti sorgono (è
interna o esterna? con quale materiale sarà realizzata? ecc.) e l'analisi
dei vari tipi ricordati diventa più approfondita. Possiamo prendere
come esempio qualsiasi altro oggetto e la relativa figura geometrica: in
ogni caso faremo ricorso al bagaglio culturale che si è costituito
giornalmente in noi sin dai primi anni di vita e della cui entità
probabilmente non ci rendiamo conto. Di certo l'analisi dimensionale è
un'operazione cui il nostro cervello fa continuamente ricorso anche per
mettere semplicemente libri in una borsa o per guidare l'automobile nel
traffico urbano: nessun ragazzino misura il volume dei libri che intende
mettere nella cartella, così come nessun automobilista blocca il
traffico per verificare con il metro se la propria macchina può passare
fra due auto in sosta, ma di certo sia l'uno che l'altro effettuano in tempo
reale un'analisi dimensionale che non prescinde dall'esperienza acquisita.
Colui che fa ricorso continuamente ad una unità di misura, automaticamente
fa una taratura del "proprio cervello", per esempio un esperto
disegnatore valuta in millimetri la distanza fra due linee. Quando l'analisi
dimensionale riguarda oggetti la cui forma risulta particolarmente complessa,
I'operazione prende il nome di rilievo: la semplice sistemazione di un mobile
in un determinato ambiente richiede la misura delle dimensioni d'ingombro
del mobile stesso e l'individuazione di uno spazio idoneo a contenerlo.
L'operazione può risultare banale se si tratta di un deposito, ma
può richiedere l'intervento di un esperto se si tratta di completare
un arredamento esistente: si pensi ad una semplice cucina o alla sala operatoria
di un ospedale! Il rilievo non si limita, in questo caso, all'analisi delle
forme geometriche ma deve tener conto di altri fattori, quali la funzionalità,
il colore, gli impianti ecc. Le informazioni da rilevare si moltiplicano
rapidamente e nasce l'esigenza di individuare solo quelle indispensabili:
nasce cosi il rilievo finalizzato, le cui difficoltà variano secondo
lo scopo che, per esempio, nel caso di una persona può essere una
bara, un mantello, una tuta, un abito per cerimonia o una statua. Spesso
il rilievo viene da noi effettuato inconsciamente: se tra un'automobile
alta e stretta ed una bassa e larga preferiamo la seconda, sicuramente avremo
verificato le proporzioni delle due macchine in funzione della velocità
e pensato al facile ribaltamento in curva della prima a causa della reazione
centrifuga. Una caratteristica del nostro cervello che, per concludere,
non va trascurata è la capacità di effettuare l'analisi dimensionale
degli oggetti indipendentemente dal punto di osservazione: possiamo riconoscere
un rettangolo o un cerchio anche se giacenti in un piano inclinato rispetto
al nostro raggio visuale, mentre, a rigor di logica, dovrebbero apparirci
piuttosto simili ad un parallelogramma o, rispettivamente, ad un ellisse.
1 - La rappresentazione. La rappresentazione di un oggetto, sia che esista
nella realtà o semplicemente nella nostra mente, richiede due condizioni
fondamentali: conoscenza dell'oggetto stesso e padronanza del linguaggio
di rappresentazione. Un caricaturista riesce ad effettuare rapidamente l'analisi
dimensionale delle persone che osserva ed è tanto abile nel disegno
da riportare con precisione i risultati dell'analisi, alterando in eccesso
solo le misure fuori norma. L'identikit può essere ricostruito da
un esperto della rappresentazione solo a condizione che il testimone riesca
a comunicargli le caratteristiche somatiche del ricercato. Rappresentare
un oggetto senza aver fatto la dovuta analisi dimensionale è come
copiare una lettera senza averne compreso il contenuto. L'uomo si esercita
a rappresentare gli oggetti che osserva sin dalla prima infanzia e lo fa
con i mezzi di cui dispone: il racconto, i gesti, il disegno, il modello,
la fotografia e il filmato sono i più comuni e la loro efficacia
dipende essenzialmente dall'abilità acquisita con l'esercizio.