Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica
Programmi di Ricerca Scientifica di Interesse Nazionale - Settore H11X  Anno 1998

IL RILIEVO SCIENTIFICO COME STRUMENTO DI CONOSCENZA DELL'ARCHITETTURA E DELLA CITTA'
Ricerca coordinata da Mario Docci

Primo Stato di Avanzamento della Ricerca - Unità di ricerca del Politecmico di Bari
Responsabile scientifico: Luigi Mongiello
Titolo specifico: La città storica e moderna in Puglia – Rilievo e analisi


Il gruppo di studio del Politecnico di Bari ha ritenuto utile far convergere le attività di ricerca su una delle problematiche più impellenti che si riscontra negli ambiti territoriali di Puglia: quella urbanistica.
Si è appurato che gli attuali concetti che contribuiscono a determinare le configurazioni urbane della nostra regione, tendono ad alterare e mutare le possibilità di migliorare le esperienze accumulate tramite la nostra tradizione urbanistica.
Le aspirazioni evolutive che spesso si tramutano in fenomeni incongruenti e di depauperamento del territorio, sono dovuti alla mancata conoscenza del già prodotto.
Ogni città di Puglia contiene incorporati consecuzioni di parametri che è opportuno analizzare per poter stabilire le ragioni dogmatiche che ne hanno determinato l’innesco e la genesi: scopo, sito, condizioni orografiche, condizioni climatiche, condizioni di sostentamento, eccetera.
L’acquisizione conoscitiva di questa serie di parametri configura la gamma dei fattori che possono chiarire la natura degli accumuli storici che sono valsi a determinare l’individualità di ogni abitato.
La lettura dei luoghi ci ha convinti dell’esigenza di dover impostare tipologie di analisi capaci di decodificare sia l’accumulo che l’assemblaggio consecutivo delle forme spaziali, in modo che il riconoscimento poteva sancire non solo il loro aggancio al tempo, ma anche la sussistenza o meno delle particolari funzionalità operative.
Si è appurato, inoltre, che per puntualizzare adeguatamente sia l’armatura urbana del territorio, sia la peculiare "forma" delle città di Puglia, bisognava investigare con metodologie che consentissero comparazioni incrociate tra realtà urbane che, perlomeno, ammettevano repertori di qualità fisiche simili.
Pertanto andavano estrapolate dalle singole partiture quelle tipologie insediative che detenevano la maggiore quantità di parametri e prerogative in ragione della specifica giacitura: città di costa marina, città di monte, città di collina, città di terrazzo, città di collina, città di gravina, città di pianura, eccetera.
Si è pervenuti, in tal modo, alla selezione delle seguenti strutture urbane.

A1- Morfologia geografica di costa marina

  • Giovinazzo,
  • Manfredonia,
  • Peschici,
  • Polignano,
  • Taranto.

A2- Morfologia geografica di mare

  • Isole Tremiti,.
  • Gallipoli.

A3- Morfologia geografica di monte

  • Deliceto,
  • Monte Sant’Angelo,
  • Sant’Agata di Puglia.

A4- Morfologia geografica di collina

  • Chieuti,
  • Martina Franca,
  • Minervino Murge,
  • Ostuni,
  • Serracapriola,
  • Troia.

A5- Morfologia geografica di gravina

  • Gravina,
  • Massafra,
  • Spinazzola.

A6- Morfologia geografica di conca

  • San Marco in Lamis.

A7- Morfologia geografica di pianura

  • Bitonto,
  • Cerignola,
  • Ruvo,
  • San Severo.

Stabilite le entità urbane sulle quali focalizzare gli studi e le analisi, si è passati ad appurare quali potevano essere le metodologie di ricerca capaci di produrre risultati razionali e conoscenze scientifiche.
Anzitutto erano di fondamentale importanza le caratterizzazioni peculiari di ogni città, serie di fattori da mantenere inalterati, casomai con specifiche documentazioni capaci, però, di rovesciare i consueti parametri di riferimento che fanno dell’ambito urbano l’elemento essenziale della fenomenologia territoriale.
Bisognava effettuare un vasto lavoro di pensiero visuale che ammetteva, come prodotto, operazioni tecniche idonee a fissare tutto il recepito per poterlo adeguatamente analizzare. Infatti la memoria non ritiene tutto il recepito.
Nel nostro caso le forme visive dovevano essere fissate come immagini, rapportandoci alla vasta gamma delle possibilità in essere e, soprattutto, ai "sistemi di segni".
In particolare l’oggetto urbanistico, tessuto con segni retti, obliqui, curvi, incrociati, spezzati, si può tradurre, con buona resa, tramite due codici segnici: la tecnica grafica e quella fotografica.
Nella codificazione della tecnica grafica si è deciso di convergere verso ulteriori sperimentazioni del rilievo scientifico, con la finalità di oggettualizzare gli ambiti territoriali e le loro correlative espressioni urbane, in maniera da consentire più idonei processi di conoscenza.
Meditando sul rilievo si è riscontrato che è stato, nel tempo, prevalentemente finalizzato all’analisi di organismi architettonici, alle sue componenti, alle contigue pertinenze. Pertanto, per le nostre necessità, bisognava appurare quali sue proprietà investigative potevano essere idonee ad esprimere le essenze fisiche e quelle storiche degli organismi urbani. Inoltre i notevoli rapporti di riduzione grafica, propri delle rappresentazioni territoriali, hanno sempre comportato l’adozione di linguaggi descrittivi saturi di simbologie, convergendo ad un parlato cifrato poco esplicativo delle realtà.
Le sperimentazioni dovevano approssimare il rilievo ad una soglia logica della composizione planimetrica ed altimetrica, in maniera che le elaborazioni grafiche, tenendo conto dell’impalcato espressivo del disegno, evidenziassero, con corrispondenze biunivoche, i fattori morfologici, quelli architettonici e distributivi, quelli genetici e di sviluppo; ossia le specificità delle individualità urbane. L’urbanologia.
Il reperimento della documentazione filologica, per quanto si è rivelata di enorme ausilio, ha portato alla constatazione che le cartografie di rilievo esistenti condensavano, in uniche immagini, l’immensa stratigrafia della gamma dei fenomeni dovuti ai dati geografici, all’apporto della natura, all’operato di infinite generazioni che hanno fruito dei singoli ambiti territoriali.
Si è deciso di approntare nuovi rilievi con differenti contenuti scientifici.
Le finalità dei nostri studi esigevano, anzitutto, che i processi di genesi delle strutture orografiche, che costituivano i supporti territoriali delle nostre città, fossero evidenziati privi di ulteriori addendi.
Integrando gli esistenti rilievi aerofotogrammetrici con ulteriori riprese e con operazioni sui luoghi, si è riusciti a ricomporre le articolazioni che le superfici topografiche, con buone probabilità, manifestavano antecedentemente agli interventi umani.
La ricostruzione dei piani quotati, lì dove i processi di inficiamento del supporto orografico erano più evidenti, tramite l’ausilio delle metodologie applicative delle proiezioni quotate, si è rivelato procedimento scientifico capace di annullare le incertezze del rilievo e consentire la ripetizione dell'esperimento.
Si sono ottenute, in tal modo, matrici di rilievo che visualizzavano lo stato di genesi dei singoli ambiti territoriali, quindi idonee a chiarire le porzioni delle strutture orografiche emergenti sulle quali, il dato storico, ritiene siano stati ubicati gli antefatti degli attuali insediamenti.
Successivamente si è passati alla puntualizzazione dei rilievi urbani, convergendo l’analisi sull’integrazione tra cartografie catastali e aerofotogrammetriche ed intervenendo sui luoghi, con procedimenti di topografia o di trilaterazione, quando si riscontravano differenze nell’assetto dell’impianto ubicativo.
La sovrapposizione delle due matrici, quella fisico-geografica e quella urbana, ha conformato il supporto scientifico per gli ulteriori studi.
In particolare si iniziano a discernere e documentare ulteriori stadi della ricerca:
B1- Rilievo degli spazi aperti;
B2- Letture stratigrafiche planimetriche ed altimetriche;
B3- Scansione dei processi insediativi;
B4- Quinte urbane in ragione di letture reciproche: dall’alto verso il basso e viceversa;
B5- Strutturazione delle quinte cromatiche.

La ricerca delle antiche visualizzazioni delle città di Puglia ha fornito documenti idonei a scandire nel tempo l’assetto e l’aspetto che detenevano.
C1- Il Rocca delineò organismi urbani pugliesi nel 1583-84;
C2- Il marchese di Celenza, Carlo Gambacorta ,si occupò delle città di costa marina nel 1598;
C3- Giovanni Battista Pacichelli delineò, nel 1683, l’aspetto di 42 località urbane;
C4- Il Mortier pubblicò all’Aia, nel 1704, una serie di piante prospettiche di città di Puglia;
C5- Jean Louis Desprez illustrò il viaggio che l’Abate di Saint-Non compì in Puglia nel 1777-78.

L’intersezione dei dati di rilievo con quelli fotografici e quelli di archivio, analizzati da angolature diverse, iniziano a configurare parametri che possono costituire indizi razionali per il divenire delle città in fase di osservazione.
Si iniziano a valutare i limiti delle porzioni di città che hanno potuto fruire della giacitura fisica ottimale di quel specifico ambito territoriale. L’esistenza del fenomeno di congruenza logica nella fruizione dei suoli, nella totalità o in una parte di ogni impianto urbano, configura l’organicità di quella porzione del tessuto abitato, in quanto evidenzia quella corrispondenza ai requisiti fisici originari che i nostri avi reputarono essenziali per la genesi strutturale del loro insediamento abitativo.