Facendo un click sulla scritta "catalogo generale" compare un finestra di dialogo destinata all'apertura delle applicazioni, sulla quale vengono visualizzati i nomi dei documenti di StereoFot, i filmati di "MoviePlayer" o di "MacroMind Director" oltre ai documenti compilati con "SuperCard". La selezione di qualsiasi applicazione lascia sempre aperta la finestra principale di StereoFot; quindi, la memoria RAM del computer utilizzato non deve essere inferiore al totale della memoria richiesta dal Sistema più la somma di quelle assegnate alle singole applicazioni aperte. Nell'immagine di questa pagina sono riportate due "cards" del lavoro svolto, presso il laboratorio di S. Scolastica, dagli architetti romeni Emanuel Radulescu, Carmen Laviniae e Has Horia Marcel, che hanno partecipato nel 1992 al corso intensivo di fotogrammetria Architettonica per la documentazione dell'architettura sacra. Per quanto riguarda i filmati, premesso che quelli di StereoFot sono contenuti nella cartella "filmati", la "finestra dialogo" che si apre con la selezione del "catalogo generale" consente la visione di qualsiasi filmato registrato con MoviePlayer. Oltre alla finestra video e ad una scritta indicante il nome e la durata del filmato, compare una palette contenente una serie di pulsanti che consentono di:

Descrivere il funzionamento del programma StereoFot a chi non si è mai cimentato nella "multimedialità" presenta le stesse difficoltà che s'incontrano nello spiegare l'uso del telefono a chi non l'ha mai visto: l'espressione che si legge sul viso dell'interlocutore è sempre "sarà vero, ma mi sembra impossibile". Il fascino del programma non consiste in ciò che esso stesso può fare, ma nel dimostrare che il computer può essere facilmente "addomesticato" e "programmato" per fare "solo" ciò che ci interessa. Per esempio, quante volte abbiamo desiderato di stampare su carta un fotogramma contenuto in una videocassetta? Ebbene, un programma come StereoFot, "fatto in casa", lo consente! Ma non è necessario stamparlo: se desideriamo inserirlo in una pubblicazione, è inutile sprecare "carta" e perdere tempo, possiamo utilizzare lo stesso computer per procedere all'impaginazione della pubblicazione.
Per farsi un'idea dell'editoria "digitale" è sufficiente pensare ad una qualsiasi ricerca fatta in una biblioteca o in una videoteca ed eliminare tutti i "tempi morti". Recarsi in biblioteca; accedere al catalogo; effettuare la richiesta del volume; prendere appunti o richiedere qualche fotocopia; riconsegnarlo; richiedere un altro volume; uscire dalla biblioteca; recarsi presso la videoteca e ripetere tutte le operazioni connesse alla consultazione; recarsi in una biblioteca estera: sono tutte operazioni (ivi compreso il... superamento dei confini italiani) che vengono sostituite dal semplice "click". Quando queste parole sono state ripetute in un "consesso universitario" un "illustre docente" ha ironizzato: "che triste futuro ci aspetta, seduti di fronte ad un monitor!". Per non impugnare la solita "arma" della polemica, ho risposto semplicemente: "ma per non essere tristi, potete sempre far ricorso ai metodi tradizionali!". Certo! quei metodi che sono riusciti a formare migliaia di tecnici "allegri" e... disoccupati!
In questa pagina è riportato lo stack "StereoFot Help": una sorta di "aiuti aperti". Con un click sull'argomento prescelto, si passa al foglio contenente le relative spiegazioni. Ma chi mai è rimasto soddisfatto dalle spiegazioni fornite da un testo, anche se appena lette esse sembrano chiarissime? Il vantaggio di questo "libretto d'istruzioni" è dato dalla facilità con cui può essere modificato e personalizzato! Se qualche risposta non ci soddisfa e disponiamo di un po' di tempo, possiamo trasferirci, con qualche "click", in una biblioteca italiana o estera: ma del Cyberspazio abbiamo già parlato! Il fatto fondamentale è che questo piccolo libro elettronico può essere continuamente aggiornato, e rimesso in circolazione.