Indubbiamente le idee propugnate dalla Fondazione rappresentavano una vera rivoluzione, se si pensa alla definizione classica, secondo cui "la fotogrammetria è una tecnica topografica moderna utilizzata principalmente per eseguire il rilievo di dettaglio dalle scale più grandi (1/200) alle più piccole (1/50.000)". Come in ogni rivoluzione non sono mancate le reazioni. L’impostazione data al corso di fotogrammetria, sia per quanto riguarda i contenuti che il metodo d’insegnamento, non è stata mai ben accettata dagli addetti ai lavori. Già nel verbale del Consiglio dell’Istituto di Strade e Trasporti del 25.1.82, allegato al verbale del Consiglio di Corso di laurea in Ingegneria Civile del 3.2.82, il docente di topografia faceva "richiesta di istituzione di propedeuticità di Topografia rispetto a Fotogrammetria Architettonica". Tale richiesta era motivata da "errori in cui vengono indotti gli studenti durante l’esame di Topografia", infatti "quelli che hanno superato l’esame di tecniche fotogrammetriche, ritenendo tale preparazione sufficiente in ogni caso, non prestano la dovuta attenzione allo studio rigoroso della Fotogrammetria". Il contrasto era di fondo: il metodo adottato nel corso di fotogrammetria era di tipo induttivo, mentre i docenti di topografia evidenziavano "l’incongruenza di un sistema che, attualmente consente lo studio di una disciplina, dapprima in modo limitato e per particolari applicazioni e, successivamente, nel modo più generale e rigoroso". Altro motivo di contrasto era la concezione del rilievo stesso: per il corso di topografia il rilievo si fermava alla forma geometrica esterna. Nel 1975 avevo presentato, in una mostra, il rilievo del portale principale della Basilica di S.Nicola, riportato in questa pagina. Il commento del mio ex professore di topografia fu: "Daddabbo, questo è un bellissimo disegno, ma non è un rilievo fotogrammetrico". Il rilievo era stato eseguito con il fototeodolite Wild P30, secondo i canoni del "caso normale", ma senza effettuare il rilievo dei punti di appoggio. In pratica il teodolite era stato utilizzato solo per assicurare l’ortogonalità degli assi ottici rispetto alla base, mentre le misure di controllo erano state prese direttamente sul manufatto. Tutto era finalizzato alla riduzione dei tempi di ripresa (che, in effetti, sono risultati inferiori a 20 minuti). Per ridurre il tempo necessario alla restituzione (nel caso specifico di 14 ore) avevo cominciato a far ricorso alla stampa in scala (fotopiano) ed al fotomosaico: una specie di ortofotografia... casalinga, conseguenza logica di chi "vuol copiare senza leggere". Un’altra pietra dello scandalo era stato il rilievo del "prospetto" di Ostuni (sopra riportato), presentato ad un convegno internazionale (nel 1972) nonostante fosse stato eseguito con una base di appena tre metri su una distanza grandissima. In realtà i due grafici non meritavano affatto di essere considerati "rilievi", ma non certamente per mancanza di grande precisione! Essi erano stati redatti senza alcuna finalità e tutto ciò che volevano dimostrare era che anche il "braccio meccanico" (come "qualcuno" aveva definito l’autografo) era in grado di "sfornare" disegni belli, ma incapaci di comunicare! La fotogrammetria cominciava ad essere "smontata" per essere messa alla portata di tutti: si trattava di avviare un semplice processo di alfabetizzazione. A livello nazionale questo processo non era gradito né ai docenti del settore "Topografia e cartografia" (dove molti hanno la pretesa di poter rilevare i monumenti senza entrare in merito alla loro storia) né ai docenti di "Disegno" (dove alcuni arrivano a chiamare "fotogrammetria" la semplice "restituzione prospettica"). La "Fotogrammetria architettonica", che, come disciplina d’insegnamento, era presente solo nella Facoltà d’Ingegneria di Bari, apparteneva in pratica al settore disciplinare "Topografia" in quanto "Fotogrammetria" ed al settore "Disegno" in quanto "architettonica". In occasione dei concorsi "qualche mente geniale" pensò bene di farla scomparire. Nell’adunanza dell’11.7.85 il Consiglio Universitario Nazionale sentenziava: "considerato che non si ravvisa affinità tra le discipline del gruppo 237 (Disegno), per il quale il prof. Daddabbo è stato dichiarato idoneo ad assumere le funzioni di professore, e la disciplina fotogrammetria architettonica, ESPRIME AL SIGNOR MINISTRO PARERE CONTRARIO all’accoglimento della proposta formulata dalla Facoltà d’ingegneria dell’Università di Bari per la chiamata all’insegnamento di Fotogrammetria Architettonica del prof. Daddabbo Antonio" . Al solito il "Diavolo fa le pentole ma non i coperchi", infatti già sulla G.U. del 19.11.87, suppl. 271, la Fotogrammetria Architettonica figura nel gruppo H1100 (Disegno). A Bari, la punta emergente dell’opposizione era ed è impersonata dall’Ing. Maurizio Minchilli (ricercatore di "Architettura tecnica") e dal prof. Mauro Caprioli (docente di "Topografia"). Più che sul piano scientifico la oro opposizione si è concretizzata in minacce di "azioni" legali. Una di queste minacce è contenuta in una raccomandata inviata a Grimaldi (in data 26.2.93) dall’ing. Minchilli, il quale rivendica la "paternità" dell’immagine riportata nel marchio della Fondazione. Molto più "interessanti" risultano le "azioni" del prof.ing.Mauro Caprioli, che mi piace riportare. In data 13.9.91, egli scriveva all’A.N.C.I.F.A.P. di Bari: "In relazione ai Corsi di Formazione in: - Fotogrammetria; - Analista edile, invito La Direzione di Codesta Spett.le Società a valutare attentamente i titoli didattici dei candidati agli incarichi di docenza, trattandosi di discipline che richiedono requisiti di elevata specializzazione e competenza professionale". In data 9.1.92, scriveva all’Assessore ai Servizi Sociali, Lavoro e Formazione Professionale (evidentemente della Regione Puglia) e, per conoscenza, all’Ufficio Studi e Programmazione e, ancora, all’ANCIFAP: "In riferimento al conferimento di incarichi di insegnamento nei Corsi di Formazione Professionale, si fa presente che nelle materie Topografia e Fotogrammetria valgono le disposizioni del D.M.P.I. del 3.9.1982 (e succ.agg.), relativo alle classi di concorso e titoli di ammissione. In mancanza di ottemperanza alle norme vigenti sarò costretto a segnalare il caso alla Autorità Giudiziaria". Ma il capolavoro del prof. Caprioli rimane un esposto al Magnifico Rettore del Politecnico, datato 25.11.92, in cui egli invoca una verifica "legale" sull’attività della Cattedra di Fotogrammetria Architettonica, "rea" di: essere guidata da un professore non titolare della disciplina; aver affidato la gestione del laboratorio a studenti (per mancanza di tecnici); utilizzo delle apparecchiature da parte di studenti dei Corsi di Formazione Professionale, finanziati dalla Regione Puglia; impiego delle apparecchiature in rilievi effettuati ad Assisi e a Bucarest; corsi didattici e seminari, rivolti a soggetti vari (scuola elementare, scuole medie, laureati, ecc.); lezioni ed esercitazioni a professionisti di Stati Esteri. L’esposto si concludeva con la solita frase "In mancanza, sarò costretto a rivolgermi alla Competente Autorità Giudiziaria". Ovviamente, per "etica professionale", il prof. Caprioli ha sempre evitato che qualcuno di questi scritti giungesse, sia pure per conoscenza, all’interessato. Per completare il quadro della situazione in cui questo progetto finalizzato ha "vissuto" non si può non accennare alle "incursioni maniacali". Nell’agosto del 1993 furono ritrovati tutti i computers esposti al sole sul terrazzo e tutto il materiale sensibile (pellicole piane e carta) sparso sul pavimento; nel gennaio 1994 lo scanner fu ritrovato in strada dai Carabinieri, scomparvero le apparecchiture destinate al corso del Ce.I.P.E.; il 25.11.1994, ad appena una settimana dalla attivazione di "StereoFot BBS" (preannunciata nella premessa al volume "Cartografia digitale in architettura e urbanistica") furono trafugati tutti i computers, mentre fu lasciato, al centro della scrivania, il modem staccato dalla rete telefonica! Sul fronte burocratico, con la riforma degli Studi d’Ingegneria era prevista la disattivazione della disciplina "Fotogrammetria Architettonica" (gruppo "Disegno") e l’attivazione di "Fotogrammetria applicata" (gruppo "Topografia e cartografia") di cui il prof. Caprioli chiese subito la supplenza! Purtroppo, ancora una volta il "diavoletto aveva dimenticato di fare il coperchio della pentola"! Dopo il parere contrario del CUN, la Facoltà, pur assegnandomi come carico didattico "Fotogrammetria architettonica", mi aveva associato su una disciplina facente parte di entrambi i gruppi (Disegno e Topografia). Con la soppressione della stessa dal gruppo "Disegno", il Ministero mi trasferì d’ufficio (elenchi del 29.04.91) nel raggruppamento "Topografia e Cartografia". A distanza di tre anni il CUN (non si sa in base a quale richiesta) esprimeva "parere contrario" al trasferimento, dovuto a "mero errore di automatica attribuzione da calcolatore" e, nel verbale del Consiglio di Facoltà del 26.7.95, a proposito dell’assegnazione dei carichi didattici sostitutivi, è possibile leggere: "Fotogrammetria applicata (0.5): Prof. Antonio Daddabbo titolare di Elementi di aerofotogrammetria e rappresentazione cartografica. Questa deliberazione viene assunta con il voto contrario del Prof. Caprioli".