Nel 1986 fu organizzato un convegno dal titolo "Fotogrammetria e progetto", nel quale si richiedeva che le relazioni fossero presentate su videotapes. Era il primo, timido approccio alla presentazione multimediale. Lo stesso motto "un buon rilievo è già metà progetto" (parte integrante del logo della Fondazione) lasciava intendere chiaramente che il rilievo di un qualsiasi oggetto non si identificava affatto con la sua rappresentazione grafica o numerica. Non era ancora possibile parlare di immagine interattiva, ma si effettuavano già i primi tentativi di integrazione del rilievo grafico con immagini dinamiche, complete di interviste. Le immagini di questa pagina sono tratte dal videotape "Ai confini del restauro", presentato al convegno. Essendo stato risolto e superato il problema del rilievo della forma geometrica (grazie alla strumentazione fotogrammetrica), veniva sottolineata nel filmato l’esigenza di capire ciò che aveva generato la forma stessa dell’oggetto rilevato. Per il corso di fotogrammetria architettonica, il rilievo partiva dall’interno del monumento ed era finalizzato già nelle operazioni di ripresa: insomma meglio un rilievo "poco preciso" ma "vivo" che un rilievo "molto preciso" ma "inutile!" Il semplice rilievo di Largo S.Maria non si era limitato alla redazione di una planimetria (peraltro già esistente), ma aveva portato gli studenti ad intervistare gli abitanti (a cominciare dalla rappresentante di quartiere), i tecnici della Pubblica Amministrazione e a documentare, nella maniera più rapida possibile, la piazza in tutti i particolari, in modo da poterli riesaminare in laboratorio al momento opportuno. Nella parte finale, il filmato proponeva il rilievo del complesso di S.Scolastica "ambito da tutti". La scelta di una simile struttura come sede di una "Scuola di fotogrammetria architettonica" era derivata proprio dalla complessità dei problemi connessi al suo rilievo, che non poteva prescindere dall’ambiente in cui risultava inserito. Il complesso di S.Scolastica "non è" e "non può essere" una fortezza: si tratta di una struttura "aperta" in cui i ragazzi entrano dalle porte-finestre del secondo piano, perché la passeggiata naturale sul vecchio lungomare di Bari termina proprio sulla copertura del "teatro" della stessa. Premesso che a nulla servono i cancelli in ferro e che la vita del complesso è legata alla capacità, che esso possiede di farsi rispettare dagli abitanti del quartiere, il rilievo deve innanzitutto verificare il rapporto con il quartiere stesso e, in secondo luogo, la propria vivibilità. Per esempio, non è possibile pensare al rilievo di S.Scolastica senza affrontare il "fenomeno dell’acqua alta", che vi si verifica e che dipende non dall’alta marea ma dalla pioggia. Le immagini, riportate alla pagina seguente, sono state scattate nella primavera del ‘95 proprio nel laboratorio di fotogrammetria architettonica, al secondo piano. Si riferiscono, indubbiamente, ad un avvenimento eccezionale, che si è ripetuto solo... tre volte in un anno, ma che comunque dovrebbe far riflettere gli studenti di architettura che frequentano il Complesso. La causa è stata l’intasamento del canale di gronda, dovuto (in un continuo crescendo) ad un sacchetto di plastica ripieno di graniglia, ad una bottiglia di plastica vuota (infilata a pressione nel canale di scarico) ed, infine, a qualcosa di più sostanzioso, tanto da richiedere un by-pass. Un’attenta analisi di questi ambienti, paragonata a quella di ambienti realizzati dai nostri antenati, potrebbe farci capire perché gli antichi erano giunti alla conclusione di porre a vista (rendendoli facilmente accessibili) i canali di gronda e di dare una, sia pur lieve, pendenza al pavimento di "qualsiasi" stanza, per assicurare lo smaltimento dell’acqua in caso di allagamento! Nel filmato del 1986 gli studenti non hanno riportato i casi eccezionali, ma solo quelli che possono considerarsi normali in S.Scolastica, quali l’infiltrazione dell’acqua attraverso gli infissi o, per capillarità, attraverso i muri, fino a raggiungere le prese di corrente. Il primo vantaggio offerto dalle nuove tecnologie è dato proprio dalla possibilità di documentare a basso costo e con rapidità un manufatto, anche nei minimi particolari: le uniche cose che si richiedono al rilevatore sono lo spirito d’osservazione e la calma. E’ evidente che quanto evidenziato dalle prime due immagini, di questa pagina, rappresenta il risultato di un intervento frettoloso: non è facile immaginare che un essere razionale possa realizzare un canaletto di scarico sulla soglia della finestra, quando esiste già la pendenza per lo smaltimento dell’acqua. E’ sufficiente rilevare una finestra con qualche secolo di vita in più per rendersi conto che il canaletto veniva realizzato anche allora, ma all’interno, per raccogliere e smaltire all’esterno quell’acqua piovana che, prima o poi, riesce sempre ad aver la meglio sull’opera dell’uomo. Non è pensabile che una persona possa rilevare un oggetto senza conoscerne il funzionamento. Prendere nota che c’è dell’umidità in una certa zona senza individuarne le cause non significa aver effettuato un rilievo! Con l’arrivo del computer, è stato possibile rendere interattivo il filmato, collegando questo al testo oppure alle immagini statiche. In questa pagina sono riportate alcune videate della documentazione della "Chiesa russa" di Bari, opera di tre studenti del corso di Fotogrammetria Architettonica dell’a.a. 92/93: il sogno di vedere un filmato e poterlo fermare per richiamare alcuni ingrandimenti oppure i fotogrammi metrici corrispondenti all’inquadratura ormai era una realtà! Il lavoro girava su Macintosh LC, con processore 68020, a 16 MHz. Ad appena due anni di distanza, nel Corso di "Fotogrammetria Architettonica" dell’a.a. 94/95, lo studente Argese Domenico ha realizzato, con un Power Mac 601 (personale), il lavoro sul trullo (a... casedde), illustrato in queste pagine. La frequenza del computer è passata da 16 a 60 MHz, mentre la memoria di massa (minima) è passata da 40 a 160 Mb. Chi avrà la possibilità di "leggere" anche il CD-ROM "StereoFot 5" e confrontare i lavori eseguiti nei vari anni, potrà facilmente rendersi conto di come lo studente, con il progredire della tecnologia, approfondisce sempre più l’analisi del manufatto, proprio perché riesce a documentare e comunicare facilmente tutto ciò che osserva. Indubbiamente il rilievo e la documentazione dei trulli della Valle d’Itria non è cosa semplice, ma, quasi certamente, in questo caso è stata imboccata la via giusta. Fra qualche anno, con l’arrivo di "QuickTime VR" e degli occhiali per la realtà virtuale, potremo muoverci tranquillamente nel trullo e anche divertirci a smontarlo. Non sarà difficile documentare, per un facile confronto tra i vari trulli, le caratteristiche che sono alla base dello stato di benessere o malessere, che si determina all’interno degli ambienti nelle varie stagioni e, forse, potremo renderci conto del perché i trulli costruiti oggi "non ci piacciono". Oltre che per l’argomento affrontato, questo lavoro va segnalato, sul piano della didattica, perché ha rielaborato completamente "StereoFot" (personalizzandolo) ed ha affrontato il problema della ripresa fotogrammetrica con l’uso di una comune macchina fotografica. A prima vista i risultati delle misure possono sembrare non molto soddisfacenti, ma anche in questo caso, rivolgendo l’attenzione alla metodologia seguita, non è difficile rendersi conto che è stata imboccata la via giusta. Diversa, ma non meno interessante è l’impostazione dei temi svolti dagli studenti del corso di "Cartografia tematica" della Facoltà di Architettura. Le immagini di questa pagina si riferiscono all’ipertesto "Bari nel tempo", realizzato dalle studentesse Loredana Del Core e Francesca Cavicchia nell’a.a. 94/95. Il tema riguarda alcuni itinerari nel centro storico di Bari. Il pregio di questi lavori sta nella possibilità di poter essere ripresi in ogni momento ed ampliati anche da altri gruppi di lavoro. Il programma, grazie a continui aggiornamenti, dovrebbe arrivare ad essere un’autentica cartella clinica del Centro Storico, idonea a fornire qualsiasi informazione utile alla sua vita. L’immagine, riportata in questa pagina, può dare un’idea di quello che sarà il "GIS (Global Information System) del Politecnico", grazie al quale lo studente, potenziale o effettivo, potrà ricevere, anche via modem, ogni informazione utile a conoscere la "vita" della struttura universitaria. Il metodo della ricerca è sempre induttivo: si verifica la scheda su un modulo, per poi correggerla ed estenderla. La scheda sopra riportata mette a disposizione i dati anagrafici dello studente (giallo); i dati relativi alla posizione universitaria (viola); l’elenco delle discipline previste dal piano di studi scelto (celeste). Una serie di pulsanti, colorati in grigio, consente: di cercare rapidamente un nominativo; di ordinare tutte le schede in base al nome, al numero di matricola, alla città di residenza, all’indirizzo, all’anno d’iscrizione o alla posizione universitaria; esportare l’elenco di tutti gli iscritti; stampare la scheda stessa; uscire dall’applicazione o passare ad altri stack. La zona riservata alle discipline è completamente interattiva. Passando il cursore sul nome delle discipline, compaiono dei fumetti colorati indicanti eventuali propedeuticità, sia per quanto concerne la frequenza che gli esami del corso stesso. Abbassando il tasto del mouse, per ogni disciplina viene attivato un menu, che: nel periodo ottobre-dicembre, permette l’attestazione dell’iscrizione al corso; nel mese di maggio l’attestazione della frequenza (se l’iscrizione risulta effettuata); dal mese di giugno il menu consente di selezionare il voto (se esiste l’iscrizione), mentre una finestra di dialogo chiede conferma sulla data d’esame. Il programma prevede e previene eventuali tentativi di manomissione, anche con richiami verbali. La scheda di questa pagina fa parte dello stack "Precedente statuto", destinato a fornire informazioni su tutte le discipline attivate nella Facoltà di Architettura. Selezionando la voce "disciplina d’insegnamento", si visualizza un menu contenente l’elenco di tutte le discipline, che consente di accedere alla scheda che interessa. Selezionando la voce "professore ufficiale" si apre una finestra contenente i nomi di tutti i professori che hanno avuto l’incarico d’insegnamento. Grazie ad una serie di pulsanti, è possibile visualizzare i campi a scorrimento, contenenti il programma d’insegnamento; l’elenco degli studenti che, in base alla propedeuticità, possono avere la firma di frequenza o sostenere l’esame, oppure di quelli che hanno avuto la firma stessa o hanno sostenuto l’esame. In fondo alla scheda, infine, sono sistemati dei campi attivi, che fanno il quadro generale della disciplina, con riferimento agli ultimi cinque anni. Facendo click su ciascuno di essi è possibile visualizzare l’elenco degli studenti corrispondenti al numero indicato. Ogni elenco può essere esportato o stampato ed è possibile aggiungere comandi per mostrare filmati o documenti relativi all’attività svolta dal corso.