Le immagini di questa pagina si riferiscono a quella che era divenuta una "tradizione" per gli studenti del Corso di Fotogrammetria Architettonica: la partecipazione a "Tecnorama Ufficio" presso la Fiera del Levante, nello stand universitario (le foto sono del 1990 e del 1991). Si trattava della prima prova in preparazione della manifestazione conclusiva del corso, ma lo spirito che animava gli studenti era di verificare i risultati della ricerca in un confronto con il mondo del lavoro. E’ difficile descrivere quanto queste manifestazioni servissero a coinvolgere gli studenti nella ricerca: si trattava di "prove" a cui non era obbligatorio partecipare, che quasi tutti temevano, ma a cui, per orgoglio, nessuno si sottraeva! Inutile far presente che, dopo l’arrivo del computer, la preparazione per questo tipo di manifestazione superava ampiamente quella fatta per l’esame: in quest’ultimo caso si poteva fare affidamento sulla comprensione del professore, ma chi era disposto ad apparire scarsamente preparato di fronte al pubblico? Ciò che veniva riproposto era il processo conoscitivo dell’uomo, in cui la misura di alta precisione non è sempre indispensabile. In tutto questo processo la fotogrammetria era presentata come un semplice strumento, capace di migliorare l’osservazione e l’analisi di un oggetto: una morte preannunciata per la figura del "fotogrammetra", destinato a scomparire alla stessa stregua dello scrivano, il cui unico cliente era l’analfabeta. Si tratta di una teoria che non veniva solo "predicata" dai componenti della Fondazione, ma anche continuamente verificata. Oltre alla sperimentazione condotta presso le scuole elementari e medie, particolarmente "temibili" sono apparsi i corsi di formazione professionale, che, come hanno dimostrato le immagini delle pagine precedenti, comprendevano anche escursioni all’estero. L’antidoto a rappresaglie, immancabili in questi casi, era costituito dalla costante opera di diffusione dei risultati della ricerca, con i miracoli che i giovani sono capaci di compiere. Non posso non confessare l’emozione provata in occasione del 2° convegno internazionale: nessuno studente del corso ha rinunciato ad illustrare sul "grande schermo interattivo" il proprio lavoro. Che questo fosse tutt’altro che trascurabile, lo hanno attestato non solo gli interventi dei relatori stranieri, ma l’interesse da questi mostrato nel discutere i lavori stessi con gli autori in occasione della visita al laboratorio di S.Scolastica. Nella mia non breve esperienza di docente, quell’anno ho potuto assistere all’esame universitario più affascinante! Le prime due immagini di questa pagina si riferiscono, appunto, agli interventi al convegno del ‘93 di Mons. Pietro Amato, consigliere nazionale del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, e dell’ing. Maurice Carbonnell, presidente onorario del C.I.P.A.(Comité International de Photogrammétrie Architecturale). Le altre due immagini testimoniano un avvenimento tutt’altro che secondario: la partecipazione "inattesa" del nuovo Sindaco di Bari, del Vice-sindaco e degli Assessori all’Urbanistica ed alla Cultura al seminario conclusivo del Corso dell’a.a. 94/95. Quanto riportato è, ancora una volta, una dimostrazione di come la classe studentesca possa non solo essere produttiva, ma anche essere tenuta in seria considerazione. Parallelamente all’attività didattica nella struttura universitaria, in piena coerenza con quanto previsto dall’accordo Università-Regione, si svolgeva la formazione professionale, che sarà oggetto di un’apposita pubblicazione. Grazie a questi corsi, elencati nel curriculum professionale di Pietro Grimaldi, è stato possibile sviluppare e catalogare moltissimi fotogrammi dei rilievi eseguiti dall’Unità fotogrammetrica dei Vigili Urbani di Bari nelle zone della Basilicata colpite dal terremoto del 1980: i negativi sono stati sviluppati, con ottimi risultati, a distanza di dieci anni dalle operazioni di ripresa! Le immagini soprastanti si riferiscono al corso di "tecnico del rilievo architettonico" (Regione Puglia 1993/94 / CNIPA). La caratteristica di questi corsi è data dalla loro capacità di verificare e travasare sul territorio i risultati della ricerca svolta dagli studenti universitari. Nel corso citato sono state realizzate due schede multimediali relative alla Basilica di S.Nicola ed alla Cattedrale di Bari. Analizzandole sembra quasi che l’antico antagonismo tra le due Basiliche "riviva" nelle schede stesse. Il ricorso alla verifica, in strutture esterne, del software prodotto aveva anche lo scopo di collaudarlo con macchine e personale vario. Ovviamente non si può fare a meno anche in questa occasione di far presente quanto questi corsi possano diventare produttivi, se finalizzati ed utilizzati per la documentazione dei Beni Culturali. Le immagini sopra riportate si riferiscono al soggiorno in Assisi dei partecipanti al corso formativo post-diploma di "Fotogrammetria per addetti al rilevamento e documentazione dei Beni Culturali". Obiettivo del soggiorno era il rilievo del Santuario di S.Damiano. Riporto un brano della relazione, svolta al convegno internazionale di fotogrammetria architettonica, tenutosi in Bari nel 1991, da Padre Giulio Mancini, Guardiano del convento: "Per operare vitalmente sui beni culturali ecclesiastici di ogni tipo, ma soprattutto di livello, occorre sì una tecnica moderna d’avanguardia e di scientifica strumentazione, ma che prima da ‘ancilla’ davanti al ‘Verbo’, deve aver attinto alla vita e all’anima di quel ‘bene’. La tutela del ‘corpo’ di tali beni ha bisogno di captarne l’anima per umile esperienza di vissuta partecipazione. Forse è più esplicativo dirlo con una testimonianza. Alludo all’esperienza, di studio-lavoro fotogrammetrico e insieme di vita, nel luogo e con la nostra comunità, che un gruppo di giovani di Bari ha vissuto per due volte a S.Damiano. Noi frati abbiamo assistito ad un fatto sorprendente. I giovani, ragazzi e ragazze - così estranei ad esperienze del genere - hanno superato presto il primo sconcerto di stupore. Pian piano, con l’informazione quasi a modo di catechesi storico-culturale-spirituale-francescana, con l’amicizia ed il dialogo fraterno dei frati, con il coinvolgimento spontaneo nel ritmo del luogo e con i tanti giovani, italiani e stranieri che, mattino e sera, seduti a terra per insufficienza di spazi, trovavano lì ad appuntamento intenso con la preghiera e i canti della comunità, sono entrati da sé a scoprire, toccare, sentire e vivere lo spirito che vi abita e gli dà vita. S. Damiano non sarà mai più per loro un intrigo di poveri luoghi o uno strano ‘corpo’ da visitare: ne hanno respirato l’anima". La presentazione degli atti di questo convegno, a cura di Mons. Pietro Amato, inizia con il titolo "La tutela non è per pochi" e conclude:"Il Convegno del 1993 passa, dalla fase della riflessione allargata e dalla sperimentazione, al concreto di una scheda multimediale, nella quale la valenza della tutela e della conservazione si giova dell’impiego di nuove tecnologie nella didattica. Penso che si tratti di un passo giusto. Se da una parte la tutela e la conservazione appartiene come principio allo Stato, l’inveramento appartiene a tutti ed è un problema di cultura. La tutela non è un compito per pochi. Appartiene alla dignità dell’uomo e nessuno la può delegare. E’ importante che la si insegni e si diano gli strumenti. Il resto è la storia che racconterà della nostra cultura e della nostra spiritualità". Un’idea del lavoro svolto dai giovani ad Assisi è possibile averla dai fotogrammi contenuti nel CD-ROM ed utilizzabili con l’applicazione "StereoFot® 5.1".