L’Istituto Tecnico per Geometri è il tipo di scuola idoneo per attuare quanto previsto dal progetto finalizzato in esame. La premessa dei programmi ministeriali (D.P.R. 30 settembre 1961, n.1222 - D.P.R. 1 maggio 1972, n.825) cosi recita: "Le funzioni professionali che, al momento del suo inserimento nel mondo del lavoro, saranno affidate al giovane diplomato dall'lstituto tecnico per geometri investono un largo settore delle attività inerenti al "patrimonio immobiliare".
Ambito di lavoro del geometra sono infatti tutte le operazioni che interessano l'immobile in genere: la sua costruzione e conservazione; le sue variazioni, migliorie e trasformazioni; la sua consistenza fisica, giuridica ed economica. Egli è inoltre presente nei problemi di riordinamento, accertamento e valutazione di immobili, e presta frequentemente la sua opera nell'attività dei servizi tecnici catastali e dell'Amministrazione finanziaria.
Questo il campo di attività, per così dire, istituzionale del geometra. Per quanto si possano verificare scelte personali che, a posteriori, focalizzino in una sola direzione il proprio impegno di lavoro, e ne approfondiscano le tecniche, compito della scuola è offrire all'alunno la disponibilità culturale e la competenza operativa per l'intero settore.
Gli argomenti trattati nelle singole discipline, ma soprattutto il quadro d'insieme del programma di lavoro quinquennale richiesto ai giovani per l'apprendimento, devono svolgere questa duplice funzione: realizzare sul piano della formazione tecnologica il processo di maturazione culturale delI'alunno e fornirgli gli strumenti necessari per la concreta applicazione.
E' tuttavia necessario sottolineare che tali funzioni non possono essere viste come momenti separati della didattica senza tradirne lo spirito e ridurne l'efficacia.
Sarà compito del docente suscitare nel giovane l'interesse alla generalizzazione scientifica traendo lo spunto da un problema operativo o, in altra occasione, stimolare la verifica applicativa di una enunciazione teorica.
La partecipazione attiva degli alunni, sia mediante la riflessione personale che attraverso il lavoro di gruppo, è spesso il mezzo migliore per raggiungere l'obbiettivo di una operatività critica. La lezione può, con successo, essere talvolta sostituita da una discussione, proposta e guidata dalI'insegnante che avrà cura di individuarne gl'interrogativi e stimolare la ricerca delle risposte, anche quando queste non rientrano nell'ambito disciplinare dell'insegnamento specifico.
In tal caso il problema verrà trasmesso all'insegnante della disciplina più propria, sottolineando le strette relazioni che intercorrono tra tutti gli argomenti affrontati nel corso degli studi. Si realizza cosi quella visione globale delle proprie conoscenze che indirizza l'alunno verso un atteggiamento di consapevole maturità e di attitudine all'autoapprendimento. Il lavoro interdisciplinare suggerito da questo concetto viene esplicitamente proposto dai programmi in una sola occasione, con riferimento al progetto stradale che deve essere seguito dagli insegnanti di costruzioni, topografia ed estimo. E' tuttavia indispensabile che la scuola riesca a generalizzare tale metodo nei termini più estensivi possibili. L'insegnamento di architettura tecnica, ad esempio, è strettamente complementare al corso di costruzioni. Mentre questo si occupa dei problemi statici delle costruzioni, nel primo si descrivono i materiali e gli elementi di fabbrica. La interdipendenza è evidente e dovrà essere di fatto realizzata con continui scambi di argomenti. Le ore di insegnamento assegnate a ciascuna disciplina non contengono la tradizionale distinzione tra "lezione" ed "esercitazione". L'insegnante adopererà a sua discrezione il tempo disponibile concentrando o diluendo il lavoro applicativo o di gruppo secondo le esigenze dell'argomento e della tecnica di insegnamento che egli adotta. Alle applicazioni in ogni caso va rivolta molta cura, sia sotto l'aspetto di particolarizzazione dei concetti teorici, sia allo scopo di familiarizzare l'alunno con le tecniche operative più moderne ed efficaci. Le notizie tecnologiche saranno costantemente aggiornate con il doppio scopo di permettere ai giovani una preparazione moderna e per stimolarli alla ricerca personale di aggiornamento sia durante lo studio che dopo. Particolare riguardo si avrà infine per la storia dell'architettura e per l'urbanistica. Entrambe queste discipline devono tendere ad evidenziare, nel quadro di uno stretto collegamento con gli insegnamenti più esplicitamente umanistici, I'esigenza di una sintesi costante tra la competenza tecnica e l'impegno socio-culturale insito in una moderna concezione dell'attività professionale.

A questa premessa vanno aggiunte le avvertenze sui programmi di "Lingua e lettere italiane" e "Storia": L'Istituto tecnico, il cui fine primario è la formazione del professionista tecnico, ha una fisionomia particolare, in quanto è responsabile della formazione umana e della capacità tecnica degli alunni che esso abilita direttamente alla professione, e quindi del contributo che questi saranno in grado di dare alla vita economica e produttiva della società. Questo compito di formazione "definitiva" del professionista tecnico non può, ovviamente, esaurirsi nell'impartire l'istruzione teorica e pratica necessaria all'esercizio della professione, sia perché la scuola deve preparare anche al consapevole assolvimento delle altre Importanti funzioni che il cittadino svolge nell'ambito sociale, politico e familiare, sia perché la stessa preparazione alla professione non si può ritenere limitata al possesso delle conoscenze e delle esperienze scientifiche e tecniche a questa indispensabili, non essendo l'uomo riducibile alla pura economicità, se non a condizione di essere depresso ad un tecnicismo privo d'ogni illuminazione spirituale.
Pertanto, negli istituti tecnici, che per molti giovani costituiscono l'unica e definitiva esperienza di studi sistematici e guidati nel settore della cultura generale, appare di particolare importanza il conseguimento di una formazione culturale idonea a dare una complessiva maturità umana e a rendere illuminata e consapevole la stessa preparazione professionale. Queste considerazioni impongono di rafforzare notevolmente la educazione umanistica oggi impartita negli Istituti tecnici, riformando negli orari e nel programmi–e quindi in tutta l'impostazione didattica–l'insegnamento delle due materie alle quali essa è principalmente affidata: l'ltaliano e la storia".
Leggendo queste premesse e prendendo in considerazione la fascia d’età cui appartengono gli studenti dell’Istituto Tecnico per Geometri, questo appare coma la scuola ideale per formare l’artigiano-architetto, di cui si è parlato in occasione del laboratorio di quartiere. Inutile, poi, far presente che una semplice lettura delle stesse premesse farebbe "sognare" uno studente proveniente dalla sperimentazione analizzata precedentemente, in quanto egli potrebbe avere, con questo tipo di studio, tutte le risposte ai quesiti posti nella scuola elementare e media. Considerando il territorio come un’entità vivente e prendendo come elemento di paragone il settore della medicina, la figura del geometra oscilla tra quella del medico condotto e quella del medico del pronto soccorso. Al quinto anno del corso di studi per geometri è previsto il "progetto stradale che deve essere seguito dagli insegnanti di costruzioni, topografia ed estimo". Anche se oggi è difficile che un geometra si trovi ad affrontare da solo il progetto di una strada, è impensabile che egli non si renda conto che una strada corrisponde ad una incisione nel tessuto territoriale. Come un qualsiasi intervento chirurgico, il progetto stradale deve prevedere una serie di analisi, che il geometra deve essere in condizioni di richiedere. Il progetto di una strada non può limitarsi al semplice collegamento tra centri abitati, tracciato in base all’andamento plano-altimetrico del terreno (riducendosi così alla progettazione di una "mulattiera"), ma comporta modifiche alla realtà territoriale, di carattere economico e culturale, che vanno valutate preventivamente. Ma gli "avvertimenti" ministeriali, che dovrebbero essere tenuti in massima considerazione negli Istituti Statali, risultano molto spesso ignorati negli stessi. Nella sperimentazione è stato preso in considerazione l’I.T.G. "Pitagora" di Bari che, per posizione geografica, si trova in condizioni ideali per provvedere alla documentazione del patrimonio immobiliare costituente il Centro Storico di Bari. I primi contatti con questo Istituto sono iniziati nel 1976, in occasione dell’attivazione del corso universitario di "tecniche fotogrammetriche applicate all’urbanistica e all’architettura", e avevano lo scopo di stabilire una continuità didattica tra scuola media e scuola universitaria. A parte però l’interesse mostrato da qualche docente l’Istituto, pur essendo "Statale", ha mostrato sempre le caratteristiche di una struttura privata autosufficiente. Per evitare che il lettore resti scandalizzato da una simile affermazione, è opportuno fare alcuni chiarimenti. In tutta la sperimentazione fatta presso la scuola elementare e media, l’insegnante ha avuto sempre un grande scudo protettivo: non aveva la laurea in ingegneria e riteneva di non poter capire i problemi tecnici, a cominciare da quelli connessi alle costruzioni Lego. Nell’Istituto tecnico, questo scudo non poteva più esistere, perché la maggior parte dei docenti ha la laurea in ingegneria. Occorre aggiungere che quest’ultima categoria di docenti, oltre ad insegnare, pensa di poter svolgere la libera professione, senza rendersi conto della contraddizione in cui cade: un ingegnere libero professionista, titolare di un vero studio tecnico, non può permettersi di essere "distratto", per oltre diciotto ore settimanali, dall’attività professionale; viceversa un docente, gravato dalle responsabilità della libera professione, non può avere la "serenità" indispensabile al più semplice dei colloqui con i propri alunni, dei quali deve capire, innanzitutto, i problemi. Fatta questa premessa è facile immaginare quale sia stata l’accoglienza riservata alla proposta di mettere l’Istituto in condizioni di fornire un servizio al territorio. Secondo il programma di ricerca (ma ciò viene dato per scontato dal programma ministeriale), lo studente avrebbe dovuto affrontare sin dal primo anno il progetto stradale previsto al quinto anno. Per parlare di una strada e del territorio, che essa attraversa, non occorre essere tecnici! Le materie umanistiche avrebbero potuto affrontare il problema della conoscenza del territorio dal punto di vista storico e così sarebbe stata soddisfatta la prima richiesta ministeriale: "la interdipendenza disciplinare deve essere realizzata con continui scambi di argomenti". Studiare la storia e la geografia partendo da quelle locali è quanto previsto dai programmi ministeriali "è compito del docente suscitare nel giovane l'interesse alla generalizzazione scientifica traendo lo spunto da un problema operativo". Considerato poi che il lavoro interdisciplinare, esplicitamente proposto dal Ministero in occasione del progetto stradale, è solo un esempio, poiché è "indispensabile che la scuola riesca a generalizzare tale metodo nei termini più estensivi possibili", sarebbe da valutare la possibilità, sin dal primo anno da parte di ogni studente, di adottare un edificio del centro storico, del quale potrebbe fare il rilievo, la stima, la ristrutturazione e l’eventuale accatastamento.
La Fondazione Italiana Fotogrammetria Architettonica, tramite alcuni soci juniores, aveva presentato dei propri rappresentati nelle elezioni studentesche, nell’intento di innescare un processo di aggiornamento. La proposta era quella di attrezzare un’aula con alcuni vecchi computers Apple, esistenti presso la stessa scuola, in modo da utilizzarli come quaderni elettronici per appunti. Il programma StereoFot, utilizzato dagli studenti universitari del corso di Fotogrammetria Architettonica, è nato proprio per diventare, giorno dopo giorno, un manuale personalizzato dello studente, per la gestione del patrimonio architettonico. Inoltre una condizione dalla quale non si poteva prescindere era l’insegnamento di ogni disciplina nello spirito del programma ministeriale. Per esempio, la Matematica negli Istituti Tecnici per Geometri si differenzia nettamente da quella svolta in un Liceo. Non è pensabile che il docente di matematica ignori il programma che sarà svolto in topografia o in costruzioni e, affinché si possa parlare di collaborazione didattica tra i professori di matematica e di topografia, è indispensabile che ciascuno conosca i contenuti del programma svolto dall’altro. Così ad esempio, la spiegazione dell’integrale o della derivata, finalizzata alla rappresentazione del diagramma del taglio o del momento flettente in una trave, potrà avviare, "con successo, una discussione, proposta e guidata dalI'insegnante, che avrà cura di individuarne gl'interrogativi e stimolare la ricerca delle risposte, anche quando queste non rientrano nell'ambito disciplinare dell'insegnamento specifico".
Nelle avvertenze dei programmi ministeriali si legge: "L'insegnamento della matematica negli istituti tecnici per geometri si propone di raggiungere i seguenti scopi:
1) stimolare negli alunni l'esercizio della riflessione e del ragionamento;
2) abituarli ad una esposizione chiara ed esatta;
3) addestrarli nella risoluzione del problemi e nel calcolo affinché vi acquistino sicurezza e rapidità, in funzione delle applicazioni della matematica alle materie professionali.
Dato il suo carattere formativo-strumentale, l'insegnamento sarà prevalentemente deduttivo, pur facendo ampio ricorso–sempre dichiarato–all'intuizione ed all'esperienza, specie quando ci si propone di introdurre e fissare i concetti fondamentali. L'uso dei diagrammi servirà a chiarire i concetti ed i procedimenti e risulterà di prezioso ausilio anche ad altri insegnamenti. Gli alunni saranno abituati a servirsi delle formule riportate nei manuali tecnici ed a valutare, nei calcoli approssimati, I'ordine di grandezza dell'approssimazione. Al fini della preparazione professionale degli alunni, l'insegnante terrà presenti le relazioni che intercorrono fra la matematica e le altre discipline e darà ai vari argomenti uno sviluppo proporzionato alla loro importanza".