Oltre agli incontri effettuati nelle ore di lezione, i ragazzi potevano frequentare il laboratorio di S.Scolastica nel pomeriggio del sabato, dalle 16 alle 19, in parziale coincidenza con gli incontri destinati ai ragazzi della scuola superiore. Il tentativo era quello di far rivivere, in termini moderni, loratorio di Don Bosco. La Fondazione aveva attivato una sezione aeromodellistica ed il primo aeromodello radiocomandato, un Cessna 177 con tanto di scritta (sulle ali e sulla fusoliera) "Fondazione Italiana Fotogrammetria Architettonica - Sezione Aeromodellistica" era già sfrecciato, tra gli applausi, sulla pista aeromodellistica di Putignano (BA). Si trattava di un modello-scuola, con apertura alare di m. 1.70 ed un motore a scoppio di 10 cc, destinato a verificare la possibilità di attivazione di una scuola aeromodellistica; ma si stava già lavorando ad un Cessna Cardinal, con apertura alare di m.2.12 e motore a quattro tempi bicilindrico da 20 cc, in grado di ospitare una telecamera con trasmittente. Il programma della Fondazione prevede il rilievo aerofotogrammetrico dei trulli della Valle dItria, mediante elicotteri radiocomandati, attrezzati con telecamere per la trasmissione di immagini televisive. Laeromodellismo è sullo stesso piano delle costruzioni Lego: entrambi sono riservati agli adulti, a condizione che si siano formati da piccoli. Non è possibile improvvisarsi "costruttore Lego", così come non è possibile improvvisarsi "aeromodellista": si tratta sempre di un problema culturale. Ciò che forse molti non hanno capito (o non vogliono capire) è che la cultura va coltivata alla stessa stregua di una pianta. Può anche capitare che il vento porti il seme in un terreno fertile ed abbandonato e che la pianta cresca spontaneamente, ma avviene molto raramente. Nessun contadino si è mai illuso di poter effettuare un raccolto, senza aver preventivamente provveduto a dissodare il terreno e a seminare secondo le regole naturali, provvedendo anche a colture secondarie. La cultura aeromodellistica va innescata in tenera età e non certamente regalando ad un bambino una costosissima scatola di montaggio e facendogli seguire un altrettanto costosissimo corso: si rischia di ottenere leffetto contrario. Laeromodellismo, come ogni altra attività delluomo, prima di essere affrontato deve essere sognato. Un vero aeromodellista affronta il proprio hobby con umiltà, temendo spesso di non riuscire: sarebbe altrimenti inspiegabile lemozione che egli prova ogni volta che il proprio aeromodello decolla e torna integro sulla pista di volo! Sulla base di questa logica si era creata la sovrapposizione di orario dellattività svolta dai ragazzi delle scuole elementare e media e da quelli della scuola superiore: era nata, così, la favola che "a S. Scolastica alcuni studenti avevano costruito dei piccoli aeroplani volanti e si allenavano a pilotarli con il computer". Si trattava di una favola, che era tale solo per coloro che attribuivano il progetto ad un "utopista-sognatore" e sostengono che una pianta non ha bisogno di cure. In realtà, a S.Scolastica si stava scoprendo solo lacqua calda! Tutto il programma prevedeva e prevede la formazione di giovani che fossero in grado di:
- costruire e pilotare un aeromodello. E sufficiente allontanarsi di una ventina di chilometri da Bari, per trovare almeno una pista aeromodellistica che, specie nei giorni festivi, è affollatissima;
- pilotare un aereo tramite un simulatore di volo. Sostenere che un ragazzo non ne sia capace, significa essere fuori della realtà. Tra i videogiochi, di qualsiasi tipo di computer, esiste almeno un simulatore di volo, che consente di pilotare laereo sia dallinterno che dallesterno dello stesso;
- montare una piccola telecamera con trasmittente sullaeromodello. Esistono telecamere di grandezza non superiore al pacchetto di sigarette e che possono essere gestite tramite radiocomando;
- pilotare laeromodello attraverso un monitor. E solo il risultato di un continuo esercizio. Infatti, nella guerra del Golfo, gli americani hanno utilizzato gli aeromodelli per riprese notturne allinfrarosso.
Per questo tipo di addestramento, erano stati realizzati, sempre nel linguaggio HyperCard, dei simulatori di riprese aerofotogrammetriche. Sul monitor appariva un pannello, dove era possibile impostare la focale dellobiettivo di una macchina 24x36mm, la velocità dellaereo, la quota di volo per leggere in tempo reale la superficie coperta da un fotogramma, lintervallo di scatto, la base di ripresa e, in un mirino simulato, verificare, anche visivamente, le conseguenze del cambio di focale. La prima tappa di questo lungo e lento processo di formazione è stata losservazione del territorio, prima attraverso lo stereoscopio e poi, direttamente, con un volo di ricognizione sulla città, (che è stato possibile effettuare nel maggio del 1993, grazie alla collaborazione dellAero Club di Bari). Accolto con il prevedibile entusiasmo, il volo sulla città costituiva una promessa fatta allapertura del corso e puntualmente mantenuta: è uno dei tanti modi con cui è possibile guadagnarsi la fiducia dei piccoli! La scelta delle due scuole situate nel centro storico era stata fatta sulla base di alcune riflessioni. I ragazzi di "Bari Vecchia" sono, generalmente ragazzi costretti a badare a se stessi sin dalla tenera età e, quindi, dotati di intelligenza viva, anche se giudicati negativamente dagli insegnanti, perché poco propensi a svolgere quella funzione di "ripetitori" che la scuola richiede: molto spesso vengono "sospesi e mandati a casa" per motivi disciplinari; ma, se non si ripresentano più a scuola, vengono "richiamati con cartolina del Comune". La fama di "scippatori", di cui godono, è dovuta essenzialmente al desiderio inconscio di essere presi in considerazione: diceva un filosofo "luomo esiste se cè qualcuno che lo pensa". Questi ragazzi rappresentano un torrente in piena: energia che, se convogliata nella direzione giusta, può compiere miracoli! Il difficile non sta nel dimostrare loro che è bellissimo diventare pilota o ingegnere, ma nel convincerli che non sono emarginati da questo mondo!