Quanto alle costruzioni LEGO, per coordinare il lavoro, era stato creato un ufficio tecnico, al quale bisognava presentare il progetto di ogni nuova costruzione, completo di computo metrico. Dopo l'approvazione del progetto, il piccolo costruttore poteva ricevere il finanziamento per realizzarlo: cioè i mattoncini richiesti. Ancora una volta il problema era tanto complesso da rendere sempre più lontano il sogno di realizzare la città in miniatura. Si è fatto ricorso, allora, al computer, di cui, però, occorreva capire il funzionamento. Tra i primi compiti, affidati a questo nuovo "compagno", vi era quello di calcolare quanti mattoncini occorrevano per costruire un muro, di cui era nota l'altezza e la larghezza. In sostanza il computer doveva semplicemente trovare l'area del rettangolo avente le stesse dimensioni del muro, cioè moltiplicare la base per l'altezza. Qualsiasi maestra si scandalizzerebbe all'idea che un bambino dovesse far ricorso al computer per una banalissima moltiplicazione e ciò spiega il fallimento della sperimentazione! Ma, per i piccoli di Balillandia, le cose sembravano complicarsi ogni giorno. Innanzitutto, per agevolare il lavoro, il metro era stato sostituito da una nuova unità di misura, il "modulo". Che cosa è il modulo? Volendo descriverlo in poche parole, si può dire che è il mattoncino-base delle costruzioni Lego, ma il vero problema nasceva dal fatto che questo mattoncino non ha la forma di un cubo, infatti le sue dimensioni sono 8x8x10 mm. e, per la rappresentazione dei prospetti, si correva il rischio di adottare un sistema di riferimento cartesiano dimetrico! Al computer, quindi è stato affidato il compito di fornire le misure sia in millimetri che in moduli e (visto che poteva farlo rapidamente) anche la rappresentazione del muro in pianta, prospetto frontale, prospetto laterale ed assonometria. Il computer adottato era uno ZX Spectrum 48k, che oggi farebbe sorridere. Per le esercitazioni, era stato preparato una specie di videogioco: memorizzate le dimensioni del muro, prima di dare la soluzione, il computer chiedeva il numero di mattoncini necessari. Se la risposta era esatta, appariva sullo schermo un "BRAVISSIMO" lampeggiante e, quindi, la rappresentazione del muro. Per la progettazione delle casette, era stato memorizzato una specie di "manuale del piccolo architetto", grazie al quale il computer assegnava lo spessore del solaio, l'altezza dei vani, le dimensioni degli infissi e l'altezza della soglia delle finestre sul pavimento. Per la progettazione occorreva semplicemente decidere le dimensioni dei vani e la posizione degli infissi, che, almeno per quelli esterni, poteva essere verificata sui prospetti. Il programma veniva redatto in funzione dei problemi che si presentavano ogni giorno e dei risultati ottenuti. Il primo obiettivo che ci si proponeva di raggiungere, era di educare l'alunno alla composizione ed al continuo passaggio dallo spazio tridimensionale a quello bidimensionale, passaggio che il computer effettuava in tempo reale. Il breve programma, rappresentato in figura, si riferisce al progetto di una "torre", il piccolo deposito agricolo molto diffuso nelle campagne pugliesi. Il computer indicava gli elementi costruttivi e i dati di progetto tenuti fissi. Il progettista poteva fissare le dimensioni dell'edificio ed assistere all’esecuzione dei disegni di progetto, comprendenti la rappresentazione assonometrica e l'ambientamento. La lentezza con cui il computer procedeva alla rappresentazione grafica era sfruttata per indicare la procedura da seguire nella costruzione. Una volta ottenuti i disegni ed il computo metrico, si poteva procedere alla realizzazione della piccola costruzione. Tutte le costruzioni avrebbero dovuto essere documentate fotogrammetricamente, per la cui operazione erano state predisposte due camere metriche Wild P32, messe a disposizione dalla Wild Italia S.p.A.

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