Sulla "tutela" dei centri storici e del territorio in generale si sono scritti fiumi di parole senza che sia mai sortito alcun effetto. Osservando la realtà, sembrerebbe che l'uomo non riesca più a proteggere ciò che egli stesso ha realizzato, anzi pare proprio che i guai siano cominciati quando ha deciso di formare degli specialisti tramite apposite "scuole". Coloro che hanno contribuito alla realizzazione di quei centri storici, che oggi non riusciamo più a recuperare, non avevano alcuna intenzione di realizzare dei capolavori, ma hanno operato secondo natura: avevano bisogno di una casa e l'hanno realizzata nella maniera più semplice possibile. Unico obiettivo che l'uomo si prefiggeva era il soddisfacimento delle proprie esigenze con il minimo costo. Il materiale era quello disponibile sul posto ed il modello di costruzione preso ad esempio, era quello locale, di cui conosceva bene pregi e difetti. Possiamo rilevare il risultato da qualsiasi fotografia: case tutte uguali, ma nello stesso tempo tutte personalizzate. Quando sono cresciute le Scuole di architettura e di ingegneria l'uomo ha cominciato a studiare e rappresentare la propria idea progettuale sulla carta, secondo regole precise. Con il passare del tempo la rappresentazione preventiva dell'idea progettuale è divenuta condizione indispensabile per la realizzazione dell'opera stessa, e di conseguenza oggetto di mercato. I risultati sono quelli di oggi: il progetto divenuto un "jolly", si è trasformato in strumento di guadagno e, quasi sempre, prescinde sia dall'ambiente in cui deve essere inserito, sia dagli abitanti che dovrà ospitare. Nella scuola, il futuro progettista impara a rappresentare, sul foglio di carta bianca, anche... ciò che non conosce. Per progettare una semplice finestra, un qualsiasi essere umano si preoccuperebbe di sapere cos'è ed a cosa serve un infisso, in modo da essere in grado, dipendentemente dalle esigenze e dai costi, di scegliere il tipo più idoneo. La progettazione non è "creazione dal nulla" ma il frutto di un'attenta analisi dell'esistente e di un continuo sforzo di miglioramento. Per un qualsiasi progettista invece la progettazione di un infisso non è un problema; basta... copiare il simbolismo dal manuale e diventa superflua persino la conoscenza del materiale e della tecnica di costruzione! L'infisso è solo un esempio, ma lo stesso discorso vale per ogni elemento costruttivo e per tutto il progetto. Non c'è da meravigliarsi se la redazione della pianta di un vano o dell'intero edificio prescinde dall'orientamento o dalla volumetria esterna o perfino dall'andamento altimetrico del terreno. I "profani" s'illudono che un progettista, quando disegna una finestra in una stanza, imagina di affacciarsi, ma non è così. Egli disegna solo due trattini sul lato di un rettangolo e, forse, neppure dopo la realizzazione dell'edificio prenderà atto del "panorama" visibile da quella finestra. Gli insediamenti riportati nelle fotografie della pagina precedente e di questa, distano poco tra di loro, eppure differiscono notevolmente: il primo si è sviluppato secondo natura; è evidente invece che il secondo è un intervento progettato a tavolino. Nella migliore delle ipotesi, il progettista di quest'ultimo ne ha disegnato la planimetria su di una cartografia con curve di livello, che a stento sono sufficienti ad individuare l'andamento della strada. Le planimetrie degli alloggi sono state disegnate indipendentemente dalla precisa ubicazione sul terreno e i risultati si vedono: le finestre si affacciano non sopra, ma sotto la strada e la terrazza dell'attico a stento raggiunge il piano stradale. L'antico centro urbano, invece, è stato progettato sul terreno, casa dopo casa, senza sbancamenti e con una costante verifica dell'idea progettuale. Il progettista moderno, utilizzando le moderne tecnologie, dovrebbe fare di meglio, poiché può effettuare la verifica del progetto in una realtà virtuale e invece realizza ciò che vediamo. Come spiegare questo paradosso? Mettendo da parte il problema dell'architettura contemporanea, soffermiamoci sul recupero dei centri storici. E' fuor di dubbio che gli stessi vanno recuperati con la stessa logica con cui sono stati realizzati, quindi non ci resta che verificare se l'uomo moderno può operare secondo una logica antica o se addirittura non esiste una logica antica ma esiste una sola logica.