Ai fini della ricostruzione del modello ottico, ciò che conta non è tanto la disposizione delle camere al momento della ripresa, quanto la perfetta conoscenza di detta disposizione; ma in pratica, oltre a contenere il dislivello tra i punti stazione entro il 10% della base (per assicurarsi un buon ricoprimento verticale), si sceglie solo fra le tre disposizioni di seguito riportate.
Assi convergenti. Per rendere ottimale l’analisi del modello ottico, lo si riduce in dimensioni tali da poterlo osservare ad una distanza superiore a 25 cm ed inferiore ad 1m: in queste condizioni i raggi visuali descrivono due fasci di rette, i cui assi sono convergenti e, a rigor di logica, gli assi ottici delle camere dovrebbero formare lo stesso angolo. Si tratta in realtà di un ragionamento puramente teorico, poiché la camera metrica non presenta l’automatismo di cui invece gode l’occhio. Per esempio, quando osserviamo direttamente un oggetto della stessa grandezza del modello ottico e posto alla sua stessa distanza, l’occhio riesce a selezionare solo ciò che interessa, grazie al tipo di messa a fuoco ed alla particolare superficie sensibile di cui è dotato. La camera metrica, al contrario, riproduce nitidamente anche ciò che è posto dietro l’oggetto, per cui, nel caso di riprese con assi convergenti, lo sfondo (che appare dietro l’oggetto) può essere differente sui due fotogrammi e disturbare la visione stereo. Esistono, poi, numerosi altri inconvenienti (tra cui la particolare disposizione dei fotogrammi in fase di restituzione) che sconsigliano l’applicazione pratica di tale orientamento.
Assi ortogonali alla base. E' il tipo di orientamento (più comunemente detto "caso normale") che noi prenderemo in considerazione. Tra i vantaggi che esso presenta vi è:
- la semplicità delle formule matematiche con cui è possibile ricavare le coordinate spaziali di tutti i punti visibili dell’oggetto fotografato;
- la disposizione dei fotogrammi in fase di restituzione (sia ottica che grafico-numerica).
Rispetto alle riprese con assi convergenti, il caso normale presenta l’inconveniente di non utilizzare per intero la superficie dei fotogrammi (a causa del ricoprimento longitudinale parziale che diminuisce con l’aumentare della base) ma si tratta di un problema di scarsa importanza che, comunque, può essere risolto facendo ricorso al decentramento laterale.
Assi obliqui e paralleli. Se la distanza di ripresa è molto piccola rispetto alle dimensioni dell’oggetto fotografato ed alla focale della camera impiegata (o quando la presenza di ostacoli impedisce di collocare l’equipaggiamento di ripresa di fronte all’oggetto da fotografare), è possibile inclinare gli assi ottici delle camere rispetto alla base, conservando il loro parallelismo. In questo caso il valore della base non sarà dato dalla distanza tra i due punti stazione, ma dalla distanza fra gli assi stessi.