Il ricorso alla fotografia stereo, ottenuta orientando approssimativamente la fotocamera, diventa indispensabile in tutti quei casi in cui la forma dell’oggetto fotografato rende difficoltosa la restituzione prospettica: senza l’effetto stereo, per esempio, sarebbe impossibile analizzare singolarmente le foglie o i rami di un albero. Per tale tipo di fotografia, qualsiasi macchina dà risultati soddisfacenti: è sufficiente valutare la base in funzione della distanza di ripresa e scattare le due fotografie dell’oggetto prescelto. Indispensabile diventa il ricorso alla macchina fotografica nella progettazione di qualsiasi ripresa fotogrammetrica a breve distanza. In particolare tale ricorso si apprezza nella scelta dei punti-stazione, dell’angolo di ripresa (e quindi della focale della camera metrica), del tipo di materiale sensibile e della profondità di campo più idonea per la ripresa. Adottando particolari accorgimenti, la comune macchina fotografica può essere impiegata, infine, per rilievi fotogrammetrici a brevissima distanza, con risultati accettabilissimi se si considera la quantità di informazioni che un tale rilievo riesce ad immagazzinare in una frazione di secondo. Il motivo che impedisce alla macchina fotografica di sostituire la camera metrica è da ricercarsi nella sua incapacità a fornire sia l’orientamento interno che quello esterno; infatti in essa:
- la focale viene indicata con la precisione del millimetro;
- l’orientamento dell’asse ottico rispetto alla superficie sensibile non solo non è noto, ma varia durante la messa a fuoco;
- il punto principale non è determinato e non è detto che coincida con l’intersezione delle diagonali del fotogramma;
- la planeità della pellicola non viene assicurata da alcun meccanismo;
- l’obiettivo non offre sufficienti garanzie per la precisione richiesta.
Per valutare con la dovuta elasticità quanto sopra riportato, fotografiamo, con una macchina reflex monoculare di formato 24x36 mm ad ottica intercambiabile, una riga millimetrata posta in un piano parallelo a quello del fotogramma. Calcoliamo gli effetti (dovuti ad una ipotetica distorsione radiale) dello spostamento di un punto dell’immagine fissata, rispetto alla posizione di quello corrispondente dell’immagine teorica ottenibile con un obiettivo perfetto. Se l’errore-fotogramma dovesse, per esempio, risultare di 1/10 mm., ad esso corrisponderebbe l’errore di misura di:
- 1 m. con focale 50 mm. e distanza di ripresa di 500 m.;
- 5 cm. con la stessa distanza di ripresa di 500 m. e focale 1000 mm.;
- 1 mm. con focale 50 mm. e distanza di ripresa di 50 cm.
Prima di ricorrere ad una camera di precisione, dunque, è opportuno esaminare gli strumenti che saranno utilizzati per la lettura delle informazioni fornite dalla macchina fotografica ed il grado di precisione richiesto. Gli svantaggi sopra elencati, che la comune macchina fotografica presenta rispetto alla camera metrica, si riducono notevolmente se:
- si adotta sempre la stessa tecnica di ripresa;
- si sottopone la macchina ad un test idoneo ad evidenziare le caratteristiche richieste;
- si fanno riprese a brevissima distanza.
Per contro la macchina fotografica offre: basso costo, facile manovrabilità, elevata luminosità, automatismi per una corretta esposizione, profondità di campo variabile entro ampi limiti. Queste caratteristiche la rendono indispensabile nel progetto di ripresa fotogrammetrica finalizzata al rilievo di edifici o ambienti particolarmente complessi, soprattutto se tale progetto viene redatto da chi deve utilizzare le riprese per interventi di trasformazione ambientale.