ANTONIO DADDABBO
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Rilievo stereofotogrammetrico di particolari architettonici.
È il rilievo che comporta meno difficoltà: di solito viene eseguito con le camere stereometriche.
In fig. 10 sono riportati il
modello di restituzione e la
coppia stereometrica del rilievo stereofotogrammetrico del portale centrale e di quello laterale sinistro della facciata principale della Basilica di S. Nicola a Bari, eseguito in occasione di alcuni lavori di restauro.
A scopo indicativo si riportano alcuni dati della scheda di rilievo:
- data della ripresa: 30 luglio 1973 (ore 16). - tipo di illuminazione: solare diretta;
- apparecchiature impiegate per la ripresa: equipaggiamento Wild P30;
- tipo di lastra usato: Agfa 13 DIN formato 10x15cm;
- tempo di esposizione: 1/5 secondo;
- base: 1,924 m.;
- posizione dell'asse ottico della fotocamera: ortogonale rispetto alla base ed inclinato di +7g sul piano orizzontale;
- periodo di tempo impiegato per la ripresa: 30 minuti;
- periodo di restituzione: 18/10 - 22/11/'73;
- apparecchiature di restituzione : autografo Wild A2;
- dimensioni del modello di restituzione: 88 x 54 cm;
- scala di restituzione all'autografo: 1:40;
- scala di restituzione al pantografo: 1:20;
- tempo complessivo impiegato per la restituzione: 25 ore;
- tempo medio di lavoro continuo all'autografo: 90 minuti;
- velocità media di restituzione: 190 cmq/h;
- misure di controllo: n. 6 dirette; -
- errore percentuale minimo: 0; - errore percentuale massimo: 3,35%;
- errore percentuale medio: 1,47%.
Note critiche:
- trattandosi di ripresa con una monocamera, la illuminazione solare diretta, soprattutto nei periodi di maggiore intensità, è assolutamente da sconsigliarsi. Nel periodo di tempo, sia pur breve, intercorrente tra la ripresa di destra e quella di sinistra varia la lunghezza delle ombre e ciò compromette la nitidezza del modello stereoscopico;
- l'impiego di lastre a bassa sensibilità e del filtro giallo (la cui presenza si deduce facilmente dai lunghi tempi di esposizione) garantiscono solo apparentemente la nitidezza dell'immagine, poiché, trattandosi di ripresa in pieno sole, l'eccessivo contrasto delle lastre rende illeggibili le zone in ombra. Sarebbe stato giustificato, forse, in caso di illuminazione indiretta;
- è assurdo il tipo di collaudo del rilievo: è l'evidente frutto di una non sufficiente fiducia nella fotogrammetria.
La presenza di un errore percentuale massimo ed un errore percentuale minimo fa sorgere dei dubbi: è il rilievo diretto a collaudare quello fotogrammetrico o la fotogrammetria a collaudare il rilievo diretto?
In primo luogo è evidente che il collaudo ha richiesto un tempo superiore a quello richiesto dalla ripresa fotogrammetrica.
In secondo luogo l'errore riscontrato è di tipo accidentale e quindi non può essere attribuito alle apparecchiature.
Resta da vedere se le misure errate sono da attribuirsi all'operatore fotogrammetrico oppure alla squadra di collaudo.
L'unico errore di tipo accidentale che l'operatore fotogrammetrico può commettere dipende dal cattivo posizionamento, sulla superficie del modello ottico, dell'indice di riferimento in fase di restituzione, ma anche questo errore, se la restituzione viene effettuata da un unico operatore, è da considerarsi piuttosto un errore sistematico.
Per le misure effettuate dalla squadra di collaudo c'e da applicare integralmente la teoria degli errori.