La semplice solennità delle forme fa di S. Nicola, pur nella travagliatissima sua storia e nelle sue non poche sofferenze, uno degli esempi più puri di idea architettonica realizzata dall'uomo.
La facciata ripete la tripartizione interna della navata sia con la presenza delle sottili lesene su colonne, sia con lo sfalsamento degli spioventi del tetto. Ai lati sorgono, mozzi e incompiuti, ma non per questo meno potenti e fieri, due campanili-torri cui in antico facevano rispondenza altri due nella parte posteriore.
Al centro del corpo maggiore di facciata è posto il portale, sotto un ricchissimo protiro affiancato in alto da arcate cieche di scarico racchiudenti a loro volta un duplice archetto anch'esso cieco.
Anche le due navate hanno gli ingressi architravati con stipiti decorati e lunette cieche e sono sormontati da archi di scarico. A mezza altezza sulla facciata si apre una monofora con semplice ghiera; i due partiti laterali, quasi all'altezza dei salienti ornati da archetti su piccole mensole, sono due belle bifore cui fanno riscontro, nel partito centrale, due bifore equidistanti sormontate da un'altra bifora e da un occhio semplicemente decorato.
La torre di destra, o torre del Catapano, probabilmente di costruzione anteriore alla basilica, poggia su base scandita a bugnato e concede al chiaroscuro l'unico campo nella splendida finestra a triplice cordonatura rientrante, mentre l'altra torre di sinistra è suddivisa in due da un sottile listello sul quale poggia una bifora centrale e si impostano due semicolonne filiformi che raggiungono il coronamento con il consueto motivo degli archetti in serie. I lati mostrano il poco esteso transetto solo nello sviluppo in altezza, mentre si scandiscono poderose arcate laterali, nelle quali si aprono 4 ingressi alla chiesa, al di sopra di una elegantissima galleria di archetti raccolti in esafore.
La parte posteriore, con le absidi nascoste da un lungo muro continuo, è decorata da una serie di monofore e da una grossa finestra con fini bassi rilievi.
L'interno, a tre navate, presenta, fino al transetto, sei grandi arcate che poggiano su due coppie di pilastri e su 4 coppie di colonne, che tuttavia nella prima parte della chiesa sono binate poiché nel 1451 si dovette procedere ad un consolidamento delle murature congiungendole con archi trasversali. Al di sopra delle pareti che dividono le navate corre il matroneo con trifore inquadrate da arcate cieche. Il transetto, profondo, ma non allungato, si presenta diviso dalla navata centrale mediante una elegantissima iconostasi costituita da un triplice arco su capitelli. Il presbiterio mostra nei suoi pilastri l'intenzione, mai compiuta, di gettare una cupola sulla parte centrale del transetto. Il fondo è scandito da tre absidi poco sviluppate in profondità, ma di eccezionale altezza in quella di centro; le absidi laterali , mostrano una finestratura nella parte superiore. Piccoli ambienti ricavati nello spessore del muro che occulta le absidi completano la panoramica dell'architettura di S. Nicola. Di scarsa importanza formale, ma di grandissimo rilievo storico, la cripta, che fu la prima parte della chiesa ad essere costruita e consacrata (1089) con molti materiali di risulta : vi si notano bellissimi e singolari capitelli romanici e bizantini.
La chiesa quale la vediamo oggi risulta da una prima costruzione (cripta) voluta ed iniziata dall'abate Benedettino Elia nel 1087 per raccogliere le ossa del Santo, trafugate dall'Oriente, in una chiesa da erigere nel cuore di quella che era stata la residenza del catapano bizantino (di cui rimane la torre di destra e parte del palazzo), la chiesa fu consacrata nel 1197 mentre solo nel XIII sec. furono aggiunti i portali. Nel XIV sec. furono chiuse le aperture sui fianchi per creare delle cappelle, nel XV sec. si aggiunsero le arcate all'interno allo scopo di sostenere le murature provate da gravi scosse di terremoti. Resa irriconoscibile da una delle consuete trasformazioni barocche, nel nostro secolo è stata ripristinata: e possiamo cosi di nuovo godere del maestoso senso ascensionale, del perfetto equilibrio di forme, della cosciente ricerca di un classicismo nuovo ed intenso, che deriva da questo capolavoro di architettura europea.