ANTONIO DADDABBO
Che cosa s'intende per centro storico?
Secondo M. Francois Sorlin, ispettore per i centri storici in Francia, si può definire centro storico "ogni complesso di edifici che, per la loro omogeneità ed il loro interesse storico, archeologico, artistico o pittoresco, abbia caratteristiche tali da giustificarne la conservazione e la valorizzazione". | |
Il centro storico, quindi, può essere costituito da edifici privi di ogni valore storico ma che nell'insieme costituiscono un "paesaggio urbano" degno d'interesse.
L'impiego della fotogrammetria per la conservazione dei centri storici indubbiamente non è nuovo: tutti hanno, almeno, sentito parlare di rilievi aerofotogrammetrici dei centri urbani. In generale il rilievo aerofotogrammetrico offre, come risultato, la planimetria del centro urbano in media o grande scala: ma a cosa serve un simile rilievo per la conservazione o la protezione di un centro storico? Un centro storico non è altro che un monumento di grandi dimensioni e quindi il rilievo deve comprendere piante, prospetti e sezioni. I vicoli dei centri storici non sono altro che i particolari architettonici di un monumento; rilevarli significa rilevare i prospetti degli edifici che vi si affacciano e, se occorre, anche gli interni di detti edifici. Il rilievo deve consentire l'analisi globale del centro storico, gli studi relativi all'integrazione di nuovi edifici ed ogni trasformazione relativa al centro stesso ed al suo circondario. In fig. 7 e fig. 8 sono riportati i modelli di restituzione dei rilievi stereofotogrammetrici prospettici del centro storico di Ostuni e della cortina sud del centro storico di Bari, eseguiti nel 1973 dalla Sezione Stereofotogrammetrica dell'Istituto di Architettura e Urbanistica della Facoltà d'Ingegneria di Bari. | |
Per entrambi la scala di restituzione è di 1:500.
Le apparecchiature impiegate sono : - equipaggiamento Wild P30 per la ripresa; - autografo Wild A2 per la restituzione. Si è preferito riportare i modelli di restituzione per mostrare dei rilievi esenti da trattamenti grafici soggettivi, ma neppure ciò è da ritenersi esatto. Il vero rilievo stereofotogrammetrico dovrebbe, almeno per ora, fermarsi alla coppia stereometrica di lastre impressionate nella ripresa: ogni successiva elaborazione è sempre una interpretazione soggettiva del rilievo effettuato. Si è scritto "almeno per ora" perché il vero rilievo stereofotogrammetrico dovrebbe consistere nella completa materializzazione dell'immagine tridimensionale, che l'operatore osserva nell'autografo al momento della restituzione, e non è detto che questa "materializzazione" non sia possibile in futuro. A parte queste precisazioni, non occorre molta fantasia per pensare alla utilizzazione di queste restituzioni stereofotogrammetriche sia per fini didattici che per fini storici ed architettonici. Lo studente di architettura, costretto sin dall'infanzia alle assurde proiezioni ortogonali, può finalmente inserire graficamente il suo progetto in un ambiente preesistente. Il professionista può verificare in sede di progetto i propri interventi nei centri urbani. Il restauratore e le autorità competenti possono verificare l'inserimento di certi volumi nei centri storici. In fig. 9 sono riportate tre diverse restituzioni del lato nord dell'isolato n. 49 del centro storico di Bari, eseguite in funzione di tre diverse esigenze. E' interessante osservare come la graficizzazione della struttura muraria della torre abbia messo in evidenza le preesistenti aperture sul prospetto. Per una maggiore garanzia dei risultati della fotointerpretazione, alcuni autografi sono dotati di un doppio sistema di oculari. La Wild Heerbrugg costruisce degli oculari ausiliari, della serie Wild PI01, PI02, PI03, per i restitutori Wild A9, B9, B8S, che consentono la visione simultanea del modello stereoscopico a due persone durante la fase di restituzione, per cui lo storico o il restauratore può seguire e collaborare con l'operatore durante la fase di restituzione. |