Lo studio dei monumenti, la conoscenza dei dettagli, la interpretazione delle forme, il restauro, l'indagine anche in vista della soluzione di problemi statici, ha imposto in ogni caso l'esatto rilievo dell'opera e la conseguente sua rappresentazione grafica in un rapporto chiaro e fedele.
  Il Rinascimento può considerarsi il punto di partenza, la nascita dell' arte del rilievo, mosso dall'interesse per le culture classiche, greca e romana, ed inteso come mezzo per analizzare le strutture murarie dei monumenti esistenti onde trarre nozioni atte a dare uno stimolo di rinnovamento. Così che si posero in particolare evidenza i trattati di Andrea Palladio, Barozzi da Vignola, Leon Battista Alberti, Scamozzi ed altri, che determinarono un metodo, una scuola in questo campo. Metodo che si confermò e resistette fino al sorgere del clima romantico, quando i valori tecnici, le caratteristiche costruttive cedettero il passo all'interesse rappresentativo del monumento.
  La graficizzazione, per merito in particolare del Letarouly, del Perret e del Delamoncé, venne più generalizzata, meno incisiva, ma non perdette il valore documentativo che è assai importante. Il riporto grafico in chiave scientifica ha inizio invece con Auguste Choisy, al finire dell'800, nella prospettiva di individuare, attraverso la conoscenza dei sistemi costruttivi di secoli, la evoluzione della cultura, dell'arte, della architettura dei popoli. Si impose, in sostanza da allora man mano, una concezione diversa circa la documentazione di un monumento, che diventa esigenza irrinunciabile ed insostituibile soprattutto con l'affermarsi dei principi enunciati nella così detta Carta di Atene a proposito del restauro scientifico. In questo documento viene affermata, tra l'altro, la necessità di penetrare nell'opera d'arte al fine di studio e di restauro solo attraverso una conoscenza esatta delle sue caratteristiche dimensionali, proporzionali e quindi formali. Cioè mediante un rilievo scientifico per il quale Camillo Boito e Gustavo Giovannoni erano stati in Italia i primi a battersi.
  Di fronte ad esigenze che si fanno sempre più precise , I'esecuzione di un rilievo diventa più laboriosa e più lenta, in contrasto con le necessità di una cultura più dinamica e più desiderosa di dati.
  La tecnica della operazione manuale, metrica e topografica, ha accusato perciò in questi ultimi tempi la sua stanchezza, specie poi se posta di fronte ad edifici di notevole dimensione e soprattutto di rilevante altezza. Il ricorrere a castelletti o ponteggi è diventato più costoso e spesso più pericoloso, quindi meno preciso.
  Si è dovuto allora ricercare nuove tecniche e, tra quelle analizzate, è risultata valida da più punti di vista la utilizzazione di alcuni principi ottico-meccanici già sperimentati sin dal 1860 dagli ufficiali francesi Laussedat e Javary. Tecniche che, per successivi aggiustaggi e perfezionamenti, hanno consolidato i sistemi fotogrammetrici e stereofotogrammetrici di rilievo (1).
  L'Istituto di Architettura della Facoltà di Ingegneria di Bari, per l'iniziativa del Prof. Achille Petrignani, opera da alcuni anni in questo campo dopo aver provveduto all'impianto delle attrezzature di ripresa e di restituzione. Giunse pertanto gradita anni fa la richiesta da parte del Prof. Adriano Prandi dell'Istituto di Storia dell' Arte della Facoltà di Lettere, di rilevare le facciate, principale e laterale est, della Cattedrale di Altamura che, proprio per dimensioni ed altezze, non sarebbe stato possibile in altro modo riportare in grafico.
  Le operazioni sono state comunque complesse ma hanno consentito di giungere ai risultati che si illustrano in seguito.
  I disegni originali sono nel rapporto 1 : 50 e l'errore medio verificato, rispetto all'originale, è stato non superiore allo 0,001/100.

Rilievo della facciata principale.
  E' stato il rilievo che ha presentato le maggiori difficoltà, sia a causa dell'altezza dei campanili, sia a causa della mancanza di uno spazio idoneo alle operazioni di ripresa. Da aggiungere, poi, che lo strumento impiegato per la ripresa stereofotogrammetrica, il fototeodolite Wild P30, è dotato di obiettivo con lunghezza focale di 165 mm, non idoneo a riprendere grandi superfici a breve distanza. Per il solo rilievo della facciata principale, è stato necessario fissare tre stazioni di ripresa, dalle quali sono state scattate complessivamente cinque coppie di fotografie. Nella figura n. 2 sono indicate le zone rilevate con il metodo stereofotogrammetrico e solo una parte restante del prospetto è stata rilevata con rilievo metrico diretto e con rilievo fotografico.
  Esaminiamo separatamente le tre stazioni effettuate:
  
  STAZIONE N. 1 - E' stata sistemata sul balcone di un edificio prospiciente la facciata principale. Prima che per il rilievo stereofotogrammetrico, è servita per il rilievo topografico dei punti destinati a far parte del reticolo di appoggio. I punti rilevati complessivamente sono stati diciannove, tutti appartenenti alla facciata principale, mentre è stata scattata una sola coppia di fotografie (fig. 3), utilizzata solo per collegare i due prospetti.
  La scelta della base, lunga m 5,18, è stata dettata soprattutto dalla necessità di doverla utilizzare per il rilievo topografico.
  
  STAZIONE N. 2 - Particolari difficoltà ha presentato il rilievo dei campanili e per rendersene conto basta tener presente le caratteristiche del fototeodolite Wild P30, che, essendo uno strumento destinato alla fotogrammetria terrestre, permette una escursione massima della fotocamera verso l'alto di appena 7 gradi centesimali. La stazione è stata sistemata nel sottotetto di un edificio antistante la chiesa e le fotografie sono state scattate attraverso delle finestrelle opportunamente allargate. La base di ripresa e risultata di m 2,77 circa. Sono state scattate complessivamente cinque coppie di fotografie: due con inclinazione verso l'alto di + 7 g (fig. 4), una con asse ottico orizzontale e due con inclinazione verso il basso di - 7 g (fig. 5); per tutte e cinque le coppie è stata rispettata l'ortogonalità tra base ed asse ottico delle fotocamere. L'intervallo di tempo impiegato per scattare le dieci fotografie è stato contenuto entro i 35 minuti, per eliminare una eccessiva differenza di lunghezza delle ombre su fotografie di una stessa coppia, differenza che ostacola, una buona visione stereoscopica dell'oggetto fotografato.
   I punti rilevati topograficamente sono stati sei, di cui quattro, appartenenti al reticolo di appoggio, sono serviti oltre che per punti di controllo, anche per il collegamento dei modelli di restituzione.

  STAZIONE N. 3 - E' servita per il rilievo del portale d'ingresso. Sono state scattate due coppie di fotografie, entrambe con asse ottico delle fotocamere, normale alla base ed inclinazione di 7 g verso l'alto. Sono stati rilevati topograficamente cinque punti di controllo, tutti appartenenti al reticolo di appoggio e che son serviti anche per il collegamento del modello di restituzione. La lunghezza della base è risultata di m 3,13 circa.

Rilievo della facciata laterale.
  Non ha presentato particolari difficoltà, grazie alla sufficiente ampiezza della piazza dalla quale sono state effettuate le operazioni di ripresa.
  Le condizioni di luce sono state ottime: pur risultando in ombra, l'intero prospetto è stato illuminato in modo sufficiente ed uniforme dalla luce riflessa dalla piazza. Per il rilievo di questa facciata, sono state fissate due stazioni dalle quali sono state scattate complessivamente tredici fotografie(fig. 7).

  STAZIONE N. 4 - E' stata fissata sul balcone di un edificio prospiciente piazza Duomo. Sono state scattate tre coppie di fotografie, una con asse ottico delle camere ortogonale alla base e le altre due con asse ottico inclinato rispettivamente di 10 g e 25 9.
  L'inclinazione dell'asse ottico sull'orizzonte è stato di + 7g. I punti di controllo, rilevati topograficamente, sono stati undici e sono serviti anche per il completamento del reticolo di appoggio.

  STAZIONE N. 5 - E' stata fissata sulla terrazza di un edificio ed è servita per il rilievo del prospetto laterale del campanile est. Sono state scattate tre coppie di fotografie, tutte con asse ottico ortogonale alla base ed inclinato sull'orizzontale di + 7g. Sono stati rilevati inoltre sette punti di controllo. La lunghezza della base e risultata di m 1,693.