Seminario di studio dei docenti delle discipline della rappresentazione nelle Facoltà di Architettura e di Ingegneria - Roma, 11-12-13 febbraio 1982

Il punto critico della restituzione fotogrammetrica, a mio parere, non è tanto nel grado di precisione ottenibile, quanto nella scelta delle informazioni da tradurre nel linguaggio grafico. É noto che, specialmente nel caso della restituzione continua, l'operatore deve far muovere sul modello ottico stereometrico un elemento di riferimento, comunemente chiamato "marca mobile", le cui ridotte dimensioni consentono l'analisi di particolari che, il più delle volte, vengono trascurati nel rilievo tradizionale. Purtroppo l'illusione di poter comunicare con la tecnica fotogrammetrica più informazioni di quanto non fosse possibile con quella tradizionale rende spesso la restituzione fotogrammetrica poco leggibile. Una esercitazione collettiva idonea ad evidenziare l'importanza della "finalizzazione" nella restituzione fotogrammetrica consiste nel registrare, con l'ausilio della macchina fotografica, la traiettoria di un punto luminoso mobile su di un oggetto e guidato da uno studente. Questa semplice esperienza ha evidenziato che, mentre a moltissimi riesce difficile rappresentare su di un foglio di carta un qualsiasi oggetto noto, a tutti risulta facilissimo "disegnarlo " nello spazio a tre dimensioni. L'esperimento può essere compiuto da chiunque ed è sufficiente:

L'utilizzazione di questa tecnica di rappresentazione per scopi didattici, particolarmente nelle scuole medie inferiori, rappresenta una via di approccio al disegno prospettico: disegnare l'arredamento di un ambiente vuoto con questa tecnica, per esempio, offre il vantaggio di ottenere rapidamente e contemporaneamente, grazie all'impiego di più Risultati analoghi è possibile ottenere con la visualizzazione della marca mobile dell'autografo . É noto che, nella fase di restituzione fotogrammetrica, l'operatore guida sul modello ottico stereometrico un elemento di riferimento il cui movimento viene registrato con continuità. É noto anche che detto movimento è il risultato dei moti coordinati di due riferimenti uguali nei piani dei fotogrammi della coppia stereometrica. Se, facendo ricorso ad un qualsiasi sistema, dovessero diventare visibili sui due fotogrammi le traiettorie derivanti dai due moti componenti, l'operatore, guardando negli oculari dell'autografo, avrebbe la possibilità di disegnare nello spazio contenente il modello ottico stereometrico con la stessa precisione conseguibile nel rilievo.

Aggiungendo a queste tecniche quelle già ampiamente sperimentate dalla industria automobilistica, si può concludere che, grazie alla fotogrammetria, è possibile:

Antonio Daddabbo