da LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO di martedì 2 aprile 1957 - pag.2
Pagando di tasca propria festeggiano il "13" degli amici
Pesce d'aprile: palestra dei furbi e trappola per i semplicioni. E' il
giorno in cui l'umorismo dilettantistico entra in azione su scala mondiale,
rinnovando una tradizione che non ha un certificato di nascita. Molti l'attribuiscono
ai fiorentini i quali, prim'ancora che Dante adulasse Beatrice, soleano
affidare, agli immancabili creduloni, l'incarico di acquistare, in una speciale
piazza, un pesce... disegnato sulla carta. Altri fanno risalire la tradizione
ad un decreto pontificio che il primo aprile proibiva di mangiare il pesce.
Per cui, varata la legge trovato l'inganno, si ovviava al proibizionismo
scherzando sul pesce artificiale.
Comunque, a parte gli incerti dati anagrafici, ciò che conta e
che pure quest'anno la "pesca" è stata particolarmente
ricca nella nostra città. Non sono più i tempi di una volta.
Aumentano i furbi e non solo per il pesce d'aprile. Diminuiscono, invece,
i semplicioni, delicato sinonimo con il quale si cerca, ovviamente, di mimetizzare
un termine ben più popolare. Il progresso arriva dappertutto; e non
è più tanto facile trovare l'amico che vada dal salumaio dell'angolo
per farti il piacere di acquistare duecento grammi "rumori di carrozza",
mezzo chilo di "lievito per le salcicce" oppure un litro di
"scavamento di Pompei".
La tecnica del pesce d'aprile è in evoluzione. Non sono mancati,
naturalmente, gli scherzi di cattivo gusto: telefonate anonime ai "taxi"
ed altre trovate del genere. Però, dalla miniera dell'umorismo estemporaneo
i furbi hanno estratto "motivi" veramente nuovi, come il tiro
giocato da un gruppo di amici ad uno spasimante afflitto dal "mal
d'amore non corrisposto". Da circa un mese, il cuore di questo giovanotto
un po' timido aveva dimenticato la "circolazione". Batteva soltanto
per una deliziosa fanciulla di Modugno, alla quale il grande amatore indirizzava
due lettere al giorno, senza ricevere un rigo, che è un rigo?, di
risposta. Eppure il giovanotto e la ragazza si conoscevano, avevano chiacchierato
tante volte, di tutto, fuorché dell'amore. Potenza della timidezza
a doppio binario! Finalmente, sabato scorso il giovanotto riceve una lettera:
"Ho notato le sue intenzioni serie: lunedì mattina alle 8.30
verrò a Bari con alcuni familiari. Mi attenda vicino alla stazione
Bari-Matera, Con una scusa mi distaccherò dai miei, e faremo una
passeggiata". L'amore, lo sapete, è cieco: non fa vedere neanche
le date. Puntualmente con il cuore in gola, dopo aver provato dinanzi allo
specchio l'atteggiamento da assumere, le frasi da dire, il giovanotto ieri
mattina si è presentato alla Bari - Matera, con un quarto d'ora di
anticipo. Però, col treno delle 8,30 la ragazza non arrivò.
"Succede sempre cosi: eh si, le donne si fanno attendere". E
resistette ad oltranza. Verso le 9,30 pensò "Forse non è
riuscita a di staccarsi dai suoi. L'aspetterò ancora". Naturalmente
era tutto uno scherzo. Gli amici, nascosti dietro il "diurno"
si divertivano un mondo. Pero, vi fu un imprevisto: verso le dieci passò
da quelle parti proprio la ragazza del cuore. (La sorte che ci mette lo
zampino). Il giovanotto, ardente di gioia, avvampato dalla contentezza,
finalmente libero dal complesso del ."come cominciare?" le andò
incontro: "Grazie cara di essere venuta". La ragazza prima cedette
alla sorpresa, poi pensò ad uno scherzo, infine, visto che 1a situazione
peggiorava, se 1a cavò con il solito "ceffone" un pò
plateale, ma efficace come antidoto per il "gallismo". Inutile
raccontarvi il finale: sbucarono gli amici ed il mistero fu svelato a suon
di risate, con tentativi di reazione subito soffocati dal "fair play"
della ragazza che stette al gioco e, sorridendo, placò le ire del
"pescato".
Secondo episodio, più razionale dal punto di vista dell'organizzazione.
Ieri mattina dinanzi ad un portone di via Cairoli, fra le nove e le dieci,
si ebbe un convegno di cani. Se ne contavano una trentina, tutti accompagnati
dai "padroni". Le razze erano ben rappresentate. Scopo della
chiassosa adunata, la vaccinazione antirabbica. I padroni dei cani avevano
ricevuto nei giorni scorsi una cartolina del "Centro profilattico
Comunale" con tanto di timbro e firme varie. Il veterinario comunicava
agli interessati che, per tassative disposizioni ministeriali, era necessario
sottoporre i cani, pena sanzioni pecuniarie da cinquanta a centomila lire,
alla vaccinazione antirabbica. Termine massimo per la presentazione, dalle
nove alle dieci di lunedì, al numero "tot" di via Cairoli.
Le cartoline furono inviate ad un centinaio di cinofili. Una trentina abboccarono,
gli altri capirono l'antifona.
Terzo "pesce" d'aprile. Ieri sera si sono presentati in redazione
alcuni signori che hanno voluto, per ovvie ragioni, conservare l'anonimo
. Desideravano a tutti i costi offrirci il ."contenuto" di una
cena per 8 persone di buon appetito. Quel ben di Dio era stato ordinato
e pagato (notate bene) ad un ristorante cittadino da un gruppo di amici
impegnati, per ragioni loro, in un "priescio" che doveva aver
luogo alle ore 20 in un garage di Piazza Diaz. L'accordo con il ristorante
era che verso le 19,30 un incaricato sarebbe passato in macchina a ritirare
la "cena": otto polli, olive, provolone, due pezzi di roast-beef
frutta fresca secca e di mare vino, di quello buono, ed un "gateau"
mille foglie. Alle l9,15 si presentò, invece dell'incaricato effettivo
un incaricato supplente: il solito amico che era stato informato, ma che
non era stato invitato. Finale: forse soltanto leggendo questa panoramica
dei "pesce d'aprile" gli ex commensali sapranno dove presumibilmente
è andato a finire il "malloppo".
Non poteva mancare il "pesce d'aprile" goliardico. Tre studenti
universitari avevano diffuso la voce sin dal 25 marzo, in epoca insospettabile,
di aver totalizzato un "tredici". I colleghi, naturalmente,
chiesero all'unanimità una cena che fu fissata per il lunedì
successivo. Ma per i soliti, immancabili contrattempi, la cena fu rinviata
un paio di volte. Fu fissata invece per ieri pomeriggio in un ristorante
cittadino: nessuno ebbe tempo di pensare al primo aprile, perché
il ristorante, il "menu" e la data erano stati scelti dagli
amici che si erano auto-invitati. Ieri pomeriggio con tre automobili, la
comitiva - il proprietario del ristorante era già d'accordo - si
è portata sul luogo del ."pancia mia fatti capanna" Gli
ultimi dubbi crollarono quando invitati e pseudo tredicisti si sedettero
a tavola. Al momento di pagare il conto. con pretesti facilmente intuibili,
i tre amici "totisti" presero il volo: e gli altri dovettero
pagare per tutti, anche per "gli offerenti".