LA PRIMA OCCUPAZIONE DELL’ATENEO BARESE
Oggi qualsiasi protesta studentesca sfocia nella “occupazione” della struttura di appartenenza e l’operazione appare come qualcosa di normale, se non “ovvia”. Sessant’anni fa, invece, era inconcepibile che gli studenti osassero impedire al “Magnifico Rettore” l’accesso ai propri uffici: infatti, a seguito della prima occupazione dell’Ateneo barese, il Senato Accademico si è subito riunito in altra sede e, per riportare la “notizia”, LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO del 1° marzo 1958 ha impegnato ben quattro colonne.
Nel leggere l’articolo, quasi certamente, il lettore del 2000 rimane colpito da :
- l’abbigliamento degli scioperanti: tutti in “giacca e cravatta” e “soprabito lungo”, tanto da apparire, non giovani di vent’anni, ma uomini maturi;
- lo spirito goliardico, che ha gestito l’operazione: non si è trattato di una manifestazione di massa, ma di una autentica “partita a scacchi” tra alcuni rappresentanti dell’ORUAB (il parlamento studentesco dell’epoca) e la polizia, che, con pazienza, ha partecipato al gioco.
Il cronista fa riferimento a “una trentina di occupanti” con “scorte alimentari sufficienti per circa due settimane”, quasi si trattasse di un’operazione preparata a tavolino, ma, in realtà si è trattato di un’operazione più che improvvisata. Gli studenti penetrati furtivamente nell’Ateneo erano appena sei, di cui uno è stato subito fatto uscire perché claustrofobico: quanto riportato dal quotidiano era solo il “comunicato stampa” fornito dagli studenti.
Riguardo al “campanaro”, poi, che appare in fotografia, era tutt’altro che pronto a dare l’allarme, considerato che l’orologio dell’Ateneo non ha scandito le ore per diversi anni.

da LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
di Sabato 1° marzo 1958 - pag. 4

Una strana processione sotto la pioggia per eludere la sorveglianza della Polizia - Il sollecito intervento del Rettore e del Senato accademico è valso a far riaprire l'edificio.
A sinistra gli studenti sostano davanti al portone di via Crisanzio e attraverso lo "spioncino" si informano sugli sviluppi della situazione interna. A destra, la freccia indica accanto all'orologio il "campanaro", pronto ad eseguire eventuali segnali di... allarme (foto Ficarelli)
La seconda delle tre giornate di sciopero generale degli universitari è stata quanto mai movimentata. Com'è noto, i goliardi baresi aderiscono all'agitazione indetta su scala nazionale dalla Giunta Esecutiva dell'UNURI, in segno di protesta contro la mancata adozione da parte degli organi competenti, dei provvedimenti per la modifica del Regolamento dell'Esame di Stato, più volte richiesti. Giovedì, primo giorno di sciopero, trascorse nella massima calma e senza alcun incidente. Pareva quasi che lo sciopero non fosse in atto: tutta quella calma non lasciava affatto prevedere quanto poi è accaduto. Anzi, a detta degli stessi esponenti dell'Organismo Rappresentativo, le rimanenti quarantotto ore di agitazione si prevedevano ancor più calme delle prime ventiquattro ore.
É avvenuto invece esattamente il contrario. Per meglio comprendere le cose così come si sono svolte, è ora necessario procedere in ordine cronologico. LA stessa sera di giovedì già verso le ore 19, una insolita animazione regnava fra gli studenti nelle vicinanze dell'Ateneo. La cosa non era sfuggita alla polizia che si era regola di conseguenza, inviando sul posto numerosi agenti. L'insolito andirivieni degli universitari si è protratto fin verso le 23. Poi, un'ora di calma assoluta. Ma, se erano scomparsi tutti gli studenti, i poliziotti eran rimasti, anzi si erano fatti più numerosi, circa una trentina.
La "conquista dell'Ateneo" ha avuto inizio pochi minuti prima della mezzanotte e con un sistema della cui... originalità bisogna dar atto agli studenti. Nonostante la pioggia una processione di una trentina di goliardi, alcuni dei quali incappucciati, recanti ceri e candele si è mossa dal portone centrale del palazzo. Pareva quasi di assistere ad uno strano rito, a una di quelle misteriose cerimonie propiziatrici degli indiani del West. La... mistica fila indiana sotto la pioggia ha attirato l'attenzione dei poliziotti che, logicamente, si sono mossi in direzione del gruppo dei.. celebranti. Ma più gli agenti acceleravano il passo per raggiungere la processione, e più gli studenti si affrettavano. Lo scopo era evidente: distrarre gli agenti e dare la possibilità ad un altro gruppo di universitari di agire indisturbati. La trappola è scattata alla perfezione Infatti, mentre avveniva l'inseguimento della processione, da parte degli agenti, un universitario, scelto fra i più magri, è saltato sul davanzale di una delle finestre del primo piano - preventivamente lasciata semiaperta fin dal mattino - e, passando attraverso le grate, si e introdotto in un'aula. Raggiungere il portone dall'interno è stato un gioco facile. L'ingresso di via Nicolai è stato cosi aperto ed una trentina di studenti sono entrati nell'Ateneo. Alle 3 la calma era ormai tornata Il portone era stato richiuso mentre gli agenti avevano da un pezzo raggiunto la processione.
"Uno scherzo ben riuscito una scommessa" hanno spiegato gli studenti ai poliziotti che volevano sapere il significato dello strano rito. Alle 5 pioveva ancora: quelli della processione avevano deposto ceri e candele sulle basi delle colonne antistanti l'ingresso centrale. Gli stessi studenti, al le 5,30, visto che la pioggia non cessava, hanno chiesto ai poliziotti di essere accompagnati alle rispettive case. La richiesta è stata esaudita. Dopo aver costretto il guardiano notturno ad abbandonare l'Ateneo, gli occupanti hanno telefonato ai loro colleghi rimasti fuori, rassicurandoli della riuscita di tutte le operazioni previste Per inciso, diremo che gli occupanti disponevano di scorte alimentari sufficienti per circa due settimane. Era ormai giorno. Nelle prime ore della mattina nei locali dalla facoltà di Agraria si riuniva d'urgenza il Senato Accademico. Udita la relazione del Rettore, e messo a conoscenza dell'avvenuta occupazione dell'Ateneo da parte degli studenti. &laqno;il Senato - come si legge in un comunicato del Rettore - deplorava vivamente quanto era avvenuto, particolarmente in considerazione del fatto che esso Senato ha mostrato sempre una larga comprensione delle esigenze degli studenti e che questi ultimi avevano dato assicurazione al Rettore che l'agitazione si sarebbe contenuta entro i limiti più discreti. Il Senato, nella stessa riunione, invitava i responsabili dell'organizzazione studentesca a fare opera perché l'Ateneo venisse immediatamente sgombrato e concludeva stabilendo di riunirsi nuovamente in serata per le successive deliberazioni".
Una commissione dell'Oruab si recava subito alla Facoltà di Agraria dove prendeva contatti con il Rettore e con i professori. Gli studenti si impegnavano a sgombrare l'Ateneo e chiedevano al Senato tre cose: che si recuperassero nella stessa sessione gli esami sospesi a causa dell'occupazione (sia speciali che di laurea), e che il Senato votasse un o.d.g. tendente almeno ad ottenere il rinvio degli Esami di Stato. Le benevoli assicurazioni del Senato Accademico hanno convinto gli studenti a porre fine all'occupazione. Le operazioni di sgombero hanno quindi avuto inizio nel pomeriggio. Per primo ha abbandonato il suo posto di... combattimento lo studente che si era piazzato sull'orologio dell'Università con il compito di suonare le campane a martello. Quindi sono state raccolte le provviste alimentari, ed infine, alle 15 precise. sono stati riaperti tutti i portoni. L'occupazione era terminata.
In serata il Senato Accademico è tornato a riunirsi. Dopo aver preso atto dell'avvenuto sgombero, ha rilevato con soddisfazione, in un comunicato, come il ritmo della vita universitaria sia ritornato normale e che gli esami, sia speciali che di laurea, abbiano potuto aver luogo nel pomeriggio; ha rivolto invito a tutte le commissioni di esami perché provvedano al recupero delle prove che eventualmente non avessero potuto aver luogo. Circa i motivi specifici dell'agitazione, ritenuto che, nelle attuali condizioni, gli esami di Stato, per ragioni tecniche ed organizzative, non potrebbero avere soddisfacente espletamento, ha espresso il voto che il Ministro della P.I. voglia considerare la opportunità di rinviare almeno gli esami della imminente sessione, per dar luogo ad una revisione del problema che adegui le norme regolamentari alle attuali condizioni degli studi e renda l'esame di Stato efficace strumento per i fini perseguiti dall'art.33 della Costituzione".
Oggi, terza ed ultima giornata di sciopero, si svolgeranno regolarmente tutte le sedute di esami in programma. Non vi saranno però lezioni.