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Il progetto ARCA

Il progetto "Arca" mira alla creazione di un catalogo virtuale dei Beni Culturali della Puglia, sulla base delle decisioni prese dal CIPA nella riunione tenutasi a Parigi nei giorni 18 e 19 giugno 1970. Esso rappresenta la prosecuzione del progetto finalizzato "Fotogrammetria e tutela del territorio", (allegato all'accordo con convenzione firmato nel 1985 tra l'Università degli Studi di Bari e la Regione Puglia) i cui risultati si concretizzano nel programma "StereoFot".
Sulla base del principio, secondo cui "la tutela del territorio non è un compito di pochi", il progetto adotta il motto "documentare per conoscere e tutelare" e mira a coinvolgere le scuole di ogni ordine e grado nella documentazione dei Beni Curlturali. In teoria, tutti possono dare il proprio contributo ponendo domande, rispondendo a quesiti posti da altri, dando suggerimenti per una migliore lettura della scheda o correggendo eventuali errori riscontrati.
Nel pieno rispetto delle singole opinioni, il progetto "Arca" intende mettere a confronto, in uno spazio virtuale accessibile a tutti, le opposte teorie scientifiche esistenti sui Beni Culturali, sulla base delle quali spesso si effettuano restauri scarsamente condivisi. Grazie al catalogo virtuale sarà possibile prendere coscienza delle trasformazioni del territorio, onde analizzare tutte le consequenze positive o negative.
L'auspicio è che qualsiasi intervento progettuale (non importa se redatto sui banchi scolastici o in uno studio professionale) venga presentato ed archiviato nel catalogo virtuale, con la presentazione dello stato dei luoghi prima e dopo la trasformazione e con l'illustrazione dei motivi che hanno portato alla trasformazione stessa.
Per consentire una uniformità di linguaggio nella compilazione della scheda, è prevista l'attivazione, su Internet, di una scuola a distanza di Fotogrammetria Architettonica. Tutte le esercitazioni svolte nell'ambito di tale corso, anche se non inserite nel catalogo virtuale, saranno accessibili su questo sito e rappresenteranno una vetrina su Internet delle capacità operative dei partecipanti.

Il catalogo virtuale

Per catalogo virtuale deve intendersi la raccolta, mediante schede multimediali aperte, delle informazioni necessarie e sufficienti a consentire un approccio culturalmente valido al monumento prescelto.
La scheda multimediale di documentazione del monumento deve dare, in modo interattivo, una risposta a tutti gli interrogativi che l'ipotetico osservatore dell'oggetto presentato si può porre. Pertanto, già nella presentazione di un oggetto, la scheda deve consentire oltre che l'osservazione dell'immagine in uno spazio dimensionalmente corrispondente a quello in cui l'oggetto vive, l'acquisizione di tutte le informazioni relative alle dimensioni ed alla storia dell'oggetto, in modo analogo a quanto avviene nella realtà.

Il C.I.P.A.

La prima riunione su "la fotogrammetria al servizio dell'architettura" fu organizzata a Saint-Mandé (Francia), nei giorni 4-6 luglio 1968, per iniziativa dell'ICOMOS. In essa, dopo una panoramica sulle possibilità offerte dalla fotogrammetria per il rilievo dei monumenti, dei siti e delle opere d'arte, fatta da M. Carbonnell, fu affrontato il problema del rilievo alla luce delle esigenze degli architetti e degli addetti alla tutela dei monumenti.
Parteciparono alla riunione J.P.Paquet, A.J.Donzet, M.Jrinec, R.W. Mc Dowall, C. Erder, J. Gomoliszewski e Raffaele De Vita, docente della Facoltà d'Ingegneria dell'Università di Bari.
Lo stesso problema fu affrontato, pochi giorni dopo, al XI Congresso della Società Internazionale di Fotogrammetria (ISP), che si tenne a Losanna (Svizzera) nei giorni 8-20 luglio 1968.
A seguito di queste riunioni, i due organismi internazionali decisero di costituire un Comitato Internazionale di Fotogrammetria Architettonica (C.I.P.A.), composto da:
- quattro membri dell'ICOMOS:

- quattro membri dell'ISP:

Il CIPA tenne la sua prima riunione a Parigi, nei giorni 18 e 19 giugno 1970 ed approvò un documento programmatico, che auspicava:


La fotogrammetria in Puglia

1982. La Facoltà d'Ingegneria di Bari, mediante il cambio di denominazione della disciplina "tecniche fotogrammetriche applicate all'urbanistica e all'architettura", attiva il primo ed unico corso universitario italiano di "Fotogrammetria Architettonica".
1985. Nel Complesso monumentale di S. Scolastica viene avviato il laboratorio di fotogrammetria architettonica per la documentazione dei Beni Culturali della Puglia, con la firma di un accordo tra l'Università degli Studi di Bari e la Regione Puglia.
1986. A conclusione del convegno sul tema "Fotogrammetria e progetto" nasce l'associazione studentesca Fondazione Italiana Fotogrammetria Architettonica, che, all'insegna del motto "un buon rilievo è già metà progetto" e nella piena convinzione che l'attività didattica deve essere finalizzata alla produzione, trasforma il laboratorio di S.Scolastica in Scuola-bottega.
1988. L'attenzione della Fondazione si rivolge alla documentazione dei Beni Culturali più numerosi e più difficili da rilevare, "i Beni Culturali Ecclesiastici", per i quali, in un convegno appositamente organizzato, si auspica la costituzione di un "Centro Internazionale di documentazione fotogrammetrica".
1991. Dal convegno internazionale sul tema "La documentazione del Beni culturali Ecclesiastici", organizzato a Bari, emergono due concetti basilari per la documentazione stessa:


La Scuola a distanza.

I lavori presentati dagli studenti del corso di Fotogrammetria Architettonica al 2° Convegno internazionale, organizzato a Bari, nel 1993, sul tema "il rilevatore della realtà territoriale", hanno evidenziato le seguenti condizioni necessarie (ma non sufficienti) per garantire l'indispensabile motivazione nello studio:

Sulla base di queste premesse l'attività di ricerca svolta nell'ambito del progetto finalizzato "Fotogrammetria e tutela del territorio" (allegato all'accordo Università-Regione) ha portato al progetto di una Scuola a distanza su Internet, in cui ogni studente può "progettare" liberamente:

Le possibilità offerte dalle nuove tecnologie consentono, oggi, di attuare pienamente il programma proposto nel 1970 dal C.I.P.A., consentendo la selezione automatica di docenti e di studenti specializzati nella documentazione territoriale, la cui formazione si basa sul continuo aggiornamento ed il cui ruolo può invertirsi senza che ciò produca scandalo.
I lavori prodotti, disponibili su rete Internet, oltre che costituire un autentico centro virtuale di documentazione in costante aggiornamento ed un termometro della cultura contemporanea, svolgerà la funzione di una "vetrina" di specialisti, le cui capacità non saranno garantite da un "discutibile pezzo di carta" ma dallo stesso lavoro esposto.
I risultati della ricerca sono presentati, a livello metodologico su Internet all'indirizzo:

http://rilievo.stereofot.it/

Il programma StereoFot

StereoFot èuna scheda multimediale "aperta" per il censimento e la catalogazione dei Beni Culturali.
Il programma èstato sviluppato dalla cattedra di Fotogrammetria Architettonica del Politecnico di Bari in collaborazione con l'associazione studentesca Fondazione Italiana Fotogrammetria Architettonica, nell'ambito del progetto finalizzato "Fotogrammetria e tutela del territorio". Il progetto è allegato all' accordo con convenzione per l'uso comune di apparecchiature fotogrammetriche-elettroniche, firmato il 15.1.95 tra l'Università degli Studi di Bari (cattedra di Fotogrammetria Architettonica della Facoltà d'Ingegneria) e la Regione Puglia (settore Musei e Beni Culturali dell'Assessorato alla Cultura).

Il coinvolgimento delle Scuole

Il presente progetto parte dal presupposto secondo cui la Scuola nasce dall'esigenza naturale dell'uomo di "comunicare": l'alfabetizzazione non è altro che l'insegnamento del codice ufficiale di comunicazione tra gli uomini.
La diffusa dizione "analfabetismo del 2000" nasce proprio dalla constatata inadeguatezza del codice tradizionale al soddisfacimento delle possibilità di comunicazione offerte dal progresso tecnologico.
La scuola, in particolare, vincolata al codice rinascimentale, ha trascurato del tutto l'insegnamento dei moderni codici: a cominciare dai settori tele-fonico e tele-video fino a quello informatico, non si può non riconoscere la formazione autodidattica di quanti possono considerarsi "alfabetizzati".
Tra i motivi di crisi della scuola sono da evidenziare:

Per certi versi il terzo motivo appare quello più grave: trattasi della multimedialità, cioè l'utilizzo simultaneo di tutti i linguaggi di comunicazione (testo, grafica, audio, fotografia, cinematografia, realtà virtuale) in modo breve, conciso e compendioso, perché "tutto deve viaggiare anche per via telefonica". Si tratta di un linguaggio che affascina perché allo stato attuale raggiunge l'optimum della comunicazione: viene facilmente utilizzato dai giovanissimi perché sono in età di apprendimento, ma lascia perplessi quegli adulti che non vogliono riconoscere il proprio analfabetismo.
La via più semplice per insegnare a comunicare si basa sulla "esigenza di conunicare": non può esserci studio senza motivazione! Alla luce di questo principio il progetto può articolarsi come segue: