PREFAZIONE

Quando Giotto, negli affreschi della basilica del Santo in Assisi, ebbe a ritrarre la chiesa di S. Damiano, al momento che le sue mura si aprivano, per cosi dire, come le braccia della dolce Sorella Chiara, per dare al Padre santo composto sulla bara l'ultimo amplesso, il sommo artista stimò conveniente abbellire la povera chiesetta di marmi, di mosaici e di scolture, alla cosmatesca, nell'intento di darle splendore di arte. Similmente avvenne che in altre occasioni la pietà dei cristiani trasformò altri luoghi venerandi, per conferir loro splendore di culto; senza che i fedeli e gli artisti si accorgessero come quella maniera di onorare, facendo viotenza alia sincerità, modestia e verità di quei luoghi, era un tradire pure le grandi memorie, che quivi rimanevano mute o confuse.

Oggi invece anche ai luoghi si è esfeso il culto delle reliquie sante, perchè si è compreso come le pielre possano essere le pagine più veridiche e durature, di una storia immortale. E per questa ragione che vediamo crescere a meraviglia intorno a S. Damiano il fervore dei devoti e degli studiosi, che riguardano questo monumento come il ricordo più autentico e l' illustrazione plastica più evidenfe dell'ideale francescano; mentre il luogo mislico ci si rivela ancora nella sua storica eloquente semplicità, come un serafico floretum, olezzante delle migliori virtù e dei piu bei ricordi di S. Francesco e di S. Chiara.

Nulla intanto aggiungiamo a tale prefazione che accompagnava già nel 1919 la prima edizione di questa Sioria, accolta molto benevolmente. Assicuriamo però, che per questa nuova edizione richiesta, abbiamo apportato nell'opera tutti i miglioramenti suggeriti dal progresso degli studi, tenendo conto specialmente del Processo di canonizzazione di S. Chiara, nuovamente scoperto.

Ci auguriamo che i lettori studiosi e devoti vogliano ancora giovarsi delle nostre ricerche storiche, onde far rivivere in sè la poesia sacra di queslo luogo privilegiato, e gustare tutto l'aroma della spiritualità francescana di cui è ripieno.

E' qui che si perpetua, in qualche modo, I'idillio di Francesco con madonna Povertà, onde, secondo Dante, " la lor concordia e i lor lieti sembianti, amore e meraviglia e dolce sguardo facean esser cagion di pensieri santi".

Convento di S. Damiano, Natale del 1925.

P. LEONE BRACALONI 0. F. M.