Considerato che l’obiettivo del laboratorio di fotogrammetria architettonica è la comunicazione dell’architettura con le nuove tecnologie, l’intervento di adeguamento e potenziamento delle strutture didattiche non può che dare la precedenza al rilievo e alla progettazione architettonica via rete, senza escludere la direzione a distanza del cantiere.
Allo stato attuale non si può non prendere atto dell’obsolescenza delle apparecchiature analogiche e dei computer (ormai non più competitivi con i portatili degli studenti), esistenti in laboratorio e destinati alla didattica , ma non si può negare neppure che il potenziamento delle strutture senza l'aggiornamento di chi le utilizza rimane un’operazione inutile oltre che dispendiosa.

Il primo punto da affrontare è l’uso improprio della rete, che quasi sempre viene utilizzata senza la conoscenza delle norme basilari, facilmente rintracciabili su siti come: Trattandosi di una struttura dedicata alla ricerca e alla didattica risulta indispensabile dare la precedenza al processo di alfabetizzazione e aggiornamento, che deve iniziare dalla classe docente per finire agli studenti, evitando, all’interno di una struttura universitaria, una nuova comparsa dello “scrivano”, che, in un tempo lontano, s’incontrava agli angoli delle strade e scriveva le lettere per conto degli analfabeti.
Sulla base dell’esperienza decennale degli studenti del corso di “Rilevamento fotogrammetrico dell’architettura”, se l’obiettivo rimane quello di consentire agli studenti di comunicare rapidamente, in maniera diretta o indiretta, con il proprio docente e simultaneamente offrire una vetrina dell’attività didattica e di ricerca della struttura, l’unica via possibile è quella di assegnare un server ad ogni disciplina o, al massimo, ad ogni anno di corso, in modo da responsabilizzare i singoli utenti.
E’ da prendere in considerazione anche la modalità di gestione degli spazi concessi agli studenti. Esaminando il caso del corso afferente al laboratorio, dal 1996 al 2000 gli studenti hanno avuto la possibilità di scaricare personalmente i propri elaborati sugli spazi-web loro assegnati, con risultati assolutamente negativi, non solo perché, in prossimità delle consegne, si ostinavano a riversare, all'ultimo momento e simultaneamente dalle proprie case, tutto il materiale richiesto, intasando, di fatto, il server, ma risultava impossibile fermare coloro che, per esempio, pretendevano di mettere in rete immagini destinate al plottaggio (con risoluzioni di 300 o 600 dpi).
Dal 2000 in poi il materiale viene spedito per posta elettronica o consegnato su CD al docente, che durante il trasferimento sul server ha la possibilità di fare una prima verifica: questa semplice operazione si è dimostrata un ottimo deterrente. Appare superfluo sottolineare che, in questo secondo caso, il docente non rischia di trovarsi ad esaminare una documentazione di cui non conosce né la qualità né la quantità.
Va evidenziata, infine, la netta distinzione esistente tra il servizio via rete destinato a snellire un lavoro burocratico ed il servizio destinato alla didattica, e, di conseguenza, il riflesso di detta distinzione sulla scelta delle pagine statiche o dinamiche.