L' Art. 6 del Decreto Ministeriale 28 novembre 2000 stabilisce che "I crediti formativi universitari dei corsi di laurea specialistica corrispondono a 25 ore di lavoro per studente". In pratica dire che se ad una disciplina di 120 ore corrispondono 9 C.F.U. significa garantire che la stessa impegna lo studente per un tempo non superiore a 9 x 25 = 225 ore. Perché ciò sia possibile diventa indispensabile una revisione metodologica della didattica, ma nella realtà il corso viene svolto nella maniera tradizionale, con l'esame finale. Appare superfluo far presente che un semplice rinvio dell'esame comporta il superamento del carico di lavoro dello studente.
  
  Il "rapporto finale", evidenziando l'esigenza di "sostituire la definizione dei corsi di studi con il sistema dei crediti", sottolinea che "I crediti si basano sul lavoro totale degli studenti e non si limitano a valutare unicamente le ore di didattica impartita".
  "Il sistema dei crediti offre una serie di opportunità dotate di una notevole carica innovativa:

  1 - è uno strumento per controllare in modo accurato e confrontabile i carichi didattici e la loro distribuzione sia tra i docenti che tra gli studenti, consentendo di spostare l'ottica dall'insegnamento all'apprendimento; "
  Allo stato attuale, almeno nelle facoltà tecniche, non è difficile accertare che, mediamente:
  - i docenti hanno più incarichi d'insegnamento (ivi comprese le supplenze fuori sede), che comunque non consentono una verifica costante dell'apprendimento;
  - gli studenti, sottoposti alla verifica con prove discontinue (spesso unica), finalizzano lo studio non alla propria formazione professionale ma al superamento dell'esame.
   2 - "sostituisce al concetto della frequenza obbligatoria quello di frequenza finalizzata agli obiettivi dello studente";
  La Scuola è nata dalla necessità di imparare per lavorare, quindi diventa inutile e controproducente l'ascolto di una lezione che non soddisfa le esigenza dello studente;
   3 - "permette una maggiore mobilità degli studenti che possono muoversi con maggiori disponibilità di scelte nei loro percorsi didattici sia tra facoltà diverse dello stesso ateneo, sia tra diversi atenei, sia tra i diversi livelli di corsi di studi (diploma, laurea, corsi di perfezionamento, specializzazioni, ecc.)"
  Qualsiasi attività didattica richiede la stima reciproca tra docente e discente e si basa sull'esempio fornito dal docente: rimane evidente che risulta impossibile imitare chi non si stima;
  4 - "accentua la modalità dei corsi consentendo ai docenti di costruire proposte didattiche che accedono a tipologie composite (lezioni a fronte, insegnamento a distanza, utilizzazione di tecnologie mediatiche) e che meglio si adattano alle esigenze di una popolazione studentesca estremamente differenziata".
  Il docente può spendere il proprio tempo per colloqui con piccoli gruppi di studenti, piuttosto che tenere lezioni in aule in cui il numero degli studenti, con formazione di base differenziata, supera il centinaio (queste possono essere videoregistrate e rese disponibili su videocassette, CD-ROM o via rete);
  - la sua attuazione implica uno sviluppo della collegialità delle decisione tra i docenti e un confronto sui temi della didattica con il corpo studentesco;
  - fa intravedere la possibilità di organizzare percorsi di studi flessibili, innovativi rispetto a quelli consolidati e rispondenti alle esigenze di piccoli gruppi;
  - può stabilire raccordi interessanti con enti estranei all'Università, quali strutture formative post secondarie (ad esempio Accademie di Belle Arti, Conservatori musicali, Musei, istituti regionali, ecc.) o enti di ricerca, imprese e amministrazioni pubbliche o enti locali che accendano tirocini o stages;
  - può essere uno strumento utile per stabilire raccordi e scambi tra i percorsi universitari e la rete di formazione post secondaria.�"

  In sostanza la "Nuova Università" può paragonarsi ad un "Supermercato della Cultura", dove chiunque può avviare e completare la propria formazione in funzione di esigenze specifiche.
  All'interno del "Supermercato" esistono ovviamente i vari settori, comprendenti una serie di "bancarelle" (gestite dai singoli docenti) la cui sopravvivenza dipende essenzialmente dall'offerta formativa.
  Risulta evidente che se il "sistema dei crediti sostituisce la definizione dei corsi di studi", l'offerta didattica di ogni singola "bancarella" non può ridursi al tradizionale "programma del corso" unico per tutti gli studenti ed invariabile negli anni, ma piuttosto ad una serie di moduli didattici, che lo studente, pagando in c.f.u., può acquistare anche singolarmente: sarà cura del docente provvedere all'aggiornamento, eliminando la "merce scaduta", pena la chiusura della bancarella per mancanza di clienti!.
  "I piani di studio" (piani di spesa) "devono essere costruiti in modo che le attività didattiche previste, sommate con il necessario studio individuale, consentano a studenti e studentesse capaci e diligenti di giungere al traguardo, con un impegno serio ma ragionevole, nei tempi stabiliti."
  I piani di studio individuali, non conformi a quelli consigliati dalla Facoltà vengono esaminati e scartati, senza offrire alcuna possibilità agli studente di difenderli e, comunque, discuterli;
  "Le scelte di studenti e studentesse vanno favorite mediante un attivo impegno dell'istituzione universitaria nelle azioni di orientamento. Ciò richiede non solo specifici interventi, in particolare in termini di tutoring, ma anche una struttura curricolare che, anziché separare nettamente fin dall'inizio le diverse opzioni, attui una differenziazione progressiva".
  La funzione del tutor è stata completamente disattesa. La scelta di due tutor per studente (un professore del biennio ed uno del triennio), fatta dal Corso di laurea in ingegneria edile di Bari, evidenzia la falsa interpretazione della figura suggerita dalla riforma
  "Un corso, così come ogni altra iniziativa didattica, può essere attivato congiuntamente da due o più università; apposita convenzione tra le stesse definisce le relative modalità."

Diventa realtà il sogno di un "Corso di Studio on-line" con docenti facenti parte di diverse Università.
  Per chiarirci le idee, dovremmo sostituire il nostro studente con la figura di una "massaia" che intende preparare un pranzo e si reca ad un supermercato per la spesa. Di certo la massaia ha chiari due punti: il "tetto di spesa" ed il "materiale" da acquistare. Da questi elementi dipende ogni scelta tra le "bancarelle".
  Lo studente, prima di effettuare la preiscrizione on-line al Ministero, dovrebbe poter scegliere l'Ateneo sempre via rete, ovviamente sulla base della produzione didattica degli studenti, più che sulle promesse del corpo docente.