L'introduzione dei crediti nel sistema scolastico italiano ha sancito il concetto di lavoro scolastico: il credito formativo universitario corriponde a 25 ore di lavoro dello studente (Art. 6 del D.M. 28/11/2000). Considerato che ogni studente universitario deve acquisire in un anno 60 crediti, corrispondenti a 1500 ore lavorative (otto ore al giorno, escluse le festività). Moltiplicando queste ore per il numero degli studenti universitari, si arriva facilmente alla conclusione che l'Italia dispone di una notevole forza lavoro culturale.
  Al pari dell'Esercito, quindi la Scuola dispone di una forza lavoro permanente, costituita dal corpo docente, e da una forza lavoro sempre "fresca" e rinnovabile (truppa), costituita dagli studenti.
  La ricerca universitaria, dunque, distinta nettamente dalla Ricerca Scientifica del MIUR e destinata all'aggionamento della didattica, dovrebbe essere il frutto di un processo osmotico del lavoro svolto dai docenti (professori e ricercatori) e dagli studenti. Il risultato di detto lavoro può essere pubblicizzato tramite la rete GARR.
  Conseguenze dell'introduzione dei c.f.u. (Crediti Formativi Universtari) sono:
  - scomparsa della disciplina d'insegnamento, che viene scomposta i moduli didattici, scelti liberamente dagli studenti in funzione della propria formazione di base, che, oggi, risulta molto differenziata (documento Martinotti);
  - lezione personalizzata: non si può propinare gli stessi argomenti ad uno studente esperto di computer o di fotografia o di altro e ad uno studente che di questi argomenti è a digiuno;
  - completa revisione dei metodi di valutazione, che non può essere più fatta sulla base di un breve colloquio. Un processo didattico di tipo osmotico consente una verifica continua e quindi la individuazione in tempo reale di eventuali lacune.
  - creazione di una vetrina d'Ateneo (con l'esposizione su Internet della produzione studentesca), che da sola determina già un'autoselezione degli iscritti ad un corso di studi.
  Alla luce di quanto sopra, chiunque può adottare un Bene Culturale e iscrivendosi all'università, con un opportuno un piano di studi individuale, può redigere una Scheda Informativa Globale del Bene preso in considerazione.