Con la disattivazione del Corso di laurea in "Ingegneria Edile" (A.A. 2005-06), sostituito dal Corso di laurea in "Ingegneria Edile - Architettura", è stato disattivato anche il corso di "Rilevamento fotogrammetrico dell'architettura".
   L'insegnamento della fotogrammetria applicata all'architettura, presso la Facoltà d'Ingegnria di Bari, attivato nel 1976 con la denominazione di "tecniche fotogrammetriche applicate all'urbanistica e all'architettura", ha subito due cambi di denominazione: la prima, nel 1982, con "fotogrammetria architettonica" per adeguarsi alla linea del CIPA (Comité International de Photogrammétrie Architecturale) e la seconda, nel 1996, con "Rilevamento Fotogrammetrico dell'architettura", a seguito del "riordino" dei "settori scientifico-disciplinari".
   Prima di assumere l'incarico d'insegnamento di questa disciplina, oltre ad aver collaborato con il prof. ing. Raffaele De Vita, primo direttore della Sezione stereofotogrammetrica per il rilievo dei monumenti ed ambienti urbani dell'Istituto di Architettura ed Urbanistica della Facoltà di Ingegnria di Bari, ho ritenuto opportuno "farmi le ossa" facendo l'assistente ai corsi di "Architettura Tecnica" e "Architettura e Composizione Architetta": ritengo, infatti, che il vero problema della documentazione dell'architettura non sta nella scarsa conoscenza delle tecniche di rilievo, ma nella "non conoscenza" dell'oggetto che s'intende rilevare.
   La partecipazione del prof. Raffaele De Vita ai primi lavori del CIPA aveva già dato una svolta "architettonica" al rilievo fotogrammetrico con l'introduzione dell "finalizzazione del rilievo" e, nel 1964, la Sezione fotogrammetrica di Bari era la prima in Italia a non prevedere la figura del topografo.
   Rinviando al sito rilievo.poliba.it/ (oppure http://rilievo.stereofot.it/) quanti fossero interessati a conoscere la storia trentennale del corso, mi basta sottolineare che il corso stesso non ha mai cessato di mantere i contatti con il mondo esterno all'Università, sia con l'organizzazione annuale di mostre o convegni nazionali ed internazionali a conclusione del corso stesso, sia con l'organizzazione di corsi di formazione: basti ricordare la formazione dell'Unità Fotogrammetrica dei Vigili Urbani di Bari, che ha effettuato il rilievo di numerosi monumenti a seguito del sisma che ha colpito la Basilicata nel 1980, e la formazione di un gruppo di giovani della legge 285, nel 1980, nell'ambito del progetto della Regione Puglia per il censimento e la catalogazione dei trulli della Valle d'Itria. In trent'anni, anche grazie al tipo di didattica adottata, il programma d'insegnamento si è almeno quadruplicato, passando dalla fotogrammetria analogica, che rimane ancora attuale, a quella digitale on-line, che non può essere trascurata, anche se in Italia stenta a decollare.
   Per fortuna l'insegnamento non è stato mai obbligatorio e non è stato difficile limitarlo solo a qunti fossero veramente interessati, raggiungendo una "selezione naturale" con un tipo di didattica basato su applicazioni pratiche. Il programma, man mano che cresceva, è stato suddiviso in moduli, in modo da consentire a ciascuno la indispensabile personalizzazione del piano di studi. Nel 1996, con l'arrivo di Internet, tutti i partecipanti hanno avuto la possibilità di esporre i propri lavori sul sito del laboratorio, che ha seguito la disciplina anche in occasione dei due trasferimenti: il primo presso il l'Istituto di Disegno nel 1982 ed il secondo presso il Dipartimento di Scienze dell'Ingegneria Civile e dell'Architettura nel 2001.
   L'arrivo della riforma universitaria ha trovato il corso tutt'altro che impreparato. La necessità di frazionare il programma in moduli aveva imposto, come conseguenza immediata, l'adozione dei crediti didattici, introdotti già nel 1991 e poi chiamati cfu (crediti formativi universitari). La diversa formazione di base degli studenti aveva portato a diverse impostazioni del lavoro d'anno ed il confronto che avveniva in occasione di mostre e convegni, prima, e su Internet, poi, garantiva la verifica di fine anno, indispensabile per l'impostazione del corso nell'anno seguente.
   Nel nuovo Corso di Laurea specialistica (o "magistralis" secondo le recenti denominazioni) in "Ingegneria Edile - Architettura", il corso viene sostituito dal corso di "Rilievo dell'architettura". Rimane fuor d'ogni dubbio che parlare di "tecniche di rilievo" è ben diverso che parlare di "rilievo" e, nel caso particolare dell'architettura, una cosa è rilevare un capitello per effetuarne la replica con il CAD-CAM oppure rilevare un portale per poter effettuare la lettura dei basso-rilievi, che lo decorano, altro è fare il rilievo dell'intero organismo architettonico, che è possibile solo se si un'adeguata preparazione in storia dell'architettura, in strutture e in... architettura. Solo quando è stato chiarito cosa s'intende rilevare e cioè quando si ha chiarezza d'idee sui dati da acquisire e comunicare, sarà possibile conoscere la tecnica di rilievo più idonea. Indubbiamente la figura del rilevatore non deve coincidere con quella dell'utente del rilievo stesso, ma il rapporto tra questi due non può essere uguale a quello esistente tra chi sa solo leggere e chi sa solo scrivere. Si rischia di incorrere negli stessi risultati raggiunti in passato nella fotogrammetria ed prevedibili in futuro nell'impiego del laser scanner 3D.
   Nel settore fotogrammetrico, quando il rilievo architettonico era affidato a topografi (quelli che sanno solo scrivere), si sono visti persino dei prospetti di edifici rappresentati con curve di livello, mentre per gli architetti (quelli che sanno solo leggere) questo tipo di rilievo (e, di conseguenza la stessa tecnica fotogrammetrica) era assolutamente inutile. Stessa situazione si è verificata per il CAD. In origine erano gli informatici (quelli che sanno solo scrivere) a disegnare con il computer ed il risultato faceva inorridire gli architetti (quelli che sanno solo leggere). Col passare degli anni qualche architetto si è convinto che non poteva comunicare con parole qualcosa che doveva essere "elaborato" col computer perché non era possibile comunicarlo né con parole, né con scritti, né con disegni ed ha imparato a usare i programmi di modellazione.
   Oggi è di moda il laser scanner 3D, ma quanto durerà? Già qualche docente di composizione architettonica, nello scorso convegno sul rilievo dell'architettura, ha affermato che il rilievo con il laser scanner 3D non serve: siamo solo all'inizio....
    Il problema reale è che si tende a delegare alla macchina ciò che sembra difficile a farsi e, poiché la macchina deve essere guidata, c'è gente che s'improvvisa autista e le conseguenze si possono facilmente immaginare.
   La serie di DVD, che ho definito propedeutica al corso di rilievo dell'architettura, vuol essere in primo luogo un test per quanti pensano di seguire il corso di rilievo dell'architettura.
   Va subito chiarito che un corso di rilievo dell'architettura deve avere come risultato il "rilievo", inteso come "replica", di un organismo architettonico e deve essere fatto con tecniche moderne: non è pensabile, trasferendoci nel settore della medicina, curare la polmonite immergendo il malato in una tinozza piena di ghiaccio perché s'ignora l'esistenza dei medicinali.
   Dopo aver letto il programma di "rilievo dell'architettura" (che si riporta di seguito), qualche studente ha fatto presente che nel corso di laurea cui il corso appartiene, nessuna disciplina ha insegnato come si compila una pagina web o con si utilizza un programma di modellazione in architettura.
   Va chiarito la riforma prevede uno studente responsabile, capace di redigere un proprio piano di studi. Chi ha imparato a "ferrare" i cavalli è bene che impari a guidare il carro agricolo, non potrà mettere nel proprio curriculum un corso di "gommista" per poi guidare l'automobile. Presso il laboratorio di fotogrammetria architettonica è possibile seguire dei moduli "aggiuntivi" di modellazione o quant'altro propedeutico al corso di rilievo, ma si tratterà sempre di crediti non cumulabili per il corso di "rilievo dell'architettura".