Uno strumento che spesso ci dà l'illusione di poter rappresentare tutto ciò che vediamo è la macchina fotografica.
Chi non ha tentato, almeno una volta, di servirsene per trasmettere ad un'altra persona le sensazioni provate alla vista di qualche cosa piacevole o spiacevole? Quante volte il tentativo è riuscito?
Un esperto fotografo non scatta mai una sola fotografia di uno stesso soggetto, così come uno scrittore non pubblica mai la prima stesura di un libro. Una fotografia piace quando comunica il proprio messaggio e, perché ciò avvenga, è indispensabile raggiungere un perfetto equilibrio tra i fattori determinanti: focale dell'obiettivo, profondità di campo, distanza di ripresa, materiale sensibile, ingrandimento dell'immagine, distanza di osservazione ecc. Spesso la causa del fallimento è da ricercare nel tentativo di rappresentare nel piano qualcosa che vive in uno spazio tridimensionale: nasce allora l'esigenza di far ricorso alla fotografia tridimensionale, di cui molti ignorano l'esistenza e la tecnica. L'immagine fotografica tridimensionale di un qualsiasi oggetto può essere ridotta o ingrandita nella scala desiderata, osservata alla distanza ottimale massima di un metro, misurata con precisione in tutti i particolari e, mediante particolari apparecchiature, rappresentata graficamente.
In questa sede proveremo ad analizzare la tecnica fotografica con l'esame della "camera obscura" ed esaminaremo i componenti essenziali della macchina fotografica, e cioè l'obiettivo, il diaframma, l'otturatore, l'esposimetro ed il supporto sensibile.