E.
Agosto (*), S. Coppo (**), A. Osello (**), F. Rinaudo (*)
(*)
DITAG, Politecnico di Torino, Corso duca degli Abruzzi, 24 10129 Torino, ITALY
eros.agosto@polito.it
- fulvio.rinaudo@polito.it
(**)
DISET, Politecnico di Torino, Corso Duca degli Abruzzi, 24 10129 Torino, ITALY
secondino.coppo@polito.it
- anna.osello@polito.it
SURVEY AND REPRESENTATION METHODOLOGIES IN TEACHING
EXPERIENCE
A profitable cooperation between experts of metrical
and critic survey built up a common Survey and History of Art Laboratory. This
course takes place on the third year in the course of study of construction
engineering at Politecnico di Torino. Teachers work in an interdisciplinary way
with students in practical lessons about the survey and representation of
historical significant buildings of the rich Turin city-centre. This paper
reports this teaching experience with the considerations it has brought, not only
about theoretical topics, but also and mainly on the students achieved results.
Theoretical lessons are aimed to show methodologies and tools to face different
kind of problems that can arise. The proposed solutions depend also on the
adopted representation scale of the object. The graphical examination papers
which the students have to produce, include: the results of a historical
archive research, fields preliminary sketches, and different metrical survey
techniques results (direct measurements, instrumental measurements using: total
stations, LIDAR, etc.); the adopted working methodology; the build-up of a 3D
model able to communicate the formal image of the object.
This experience can lead to a new “integral survey”
concept for architectonic and urban objects. In fact, because of their
complexity, the only way to achieve a critic synthesis is to integrate the use
and cooperation of specific skills and knowledge.
Sono ormai alcuni anni armai
che, nell’ambito del Laboratorio di rilievo e storia dell’architettura inserito
al terzo anno del corso di Laurea in Ingegneria edile, continua una proficua
collaborazione tra i cultori del “rilievo metrico strumentale” e i cultori del
“rilievo critico”, insieme ai docenti
della Storia dell’architettura.
La volontà di collaborazione è
conseguente ad un progetto didattico che, elaborato in comune, nell’ambito di
un laboratorio articolato in 112 ore, offre allo studente la possibilità di
sperimentare su un tema specifico, un inquadramento completo che comprende: analisi
critica, inquadramento storico, strumenti ed metodi per il rilevamento metrico.
L’obiettivo è dunque quello di portare lo studente a comporre un quadro
conoscitivo sintetico e culturalmente responsabilizzato.
Il metodo di conoscenza si configura
come una operazione complessa, come complessa è la struttura di un edificio
storico, in cui le diverse componenti concorrono alla definizione della
conformazione geometrica allo stato attuale dell’oggetto indagato. Tali
componenti possono essere: le istanze estetiche e funzionali che caratterizzano
i fondamenti della sua progettazione; i magisteri costruttivi utilizzati per la
messa in forma dell’idea progettuale; la consistenza fisica dei materiali e
delle tecniche costruttive utilizzate per la sua realizzazione; gli interventi
che nel tempo hanno modificato/trasformato l’oggetto. Il tutto, senza mai
dimenticare, la conoscenza della formazione estetica della individualità stilistica
dell’autore, inserite ovviamente nell’ambito culturale del suo tempo.
Quelle elencate sono solo alcune
delle componenti che devono essere indagate e valutate per poter ricomporre un
quadro conoscitivo che consente di cogliere l’individualità architettonica
dell’oggetto costruito attraverso un percorso critico che porti un contributo alla
attribuzione di valore.
Una complessa costruzione di
informazioni come quella appena descritta richiede necessariamente la
collaborazione di persone culturalmente e tecnicamente afferenti ad ambiti
scientifici disciplinari diversi. Purtroppo, molto spesso, risulta difficile la
comunicazione le diverse persone chiamate a lavorare sullo stesso tema.
Il valore dell’esperienza condotta
nel Laboratorio a livello didattico, è proprio quello di integrare i diversi
saperi e le diverse abilità tecniche e progettuali, attraverso una
orchestrazione di tempi e metodi di indagine. Questo consente di orchestrare,
nell’arco dell’esperienza di “rilievo”, i contenuti dei diversi contributi con
uno step di verifiche successive atte a mettere in evidenza i relativi problemi
di relazione ed integrazione.
Nell’ambito del Laboratorio i
docenti lavorano in modo interdisciplinare con gli studenti, proponendo loro un
tema di esercitazione legato al rilievo ed alla rappresentazione di edifici
storici particolarmente significativi e caratterizzanti il tessuto urbano
torinese; in particolare, in questo ultimo anno accademico, gli edifici scelti
sono stati il Palazzo dell’Università ed il Seminario Arcivescovile.
Con questa comunicazione si vuole
raccontare una esperienza didattica che ha condotto ad alcune considerazioni
non solo in riferimento ad argomenti trattati nelle lezioni teoriche, ma anche
e soprattutto sui risultati ottenuti dagli studenti chiamati a sintetizzare
metodi e contenuti afferenti alle diverse fasi con cui è necessario articolare
l’operazione di rilievo di una struttura complessa..
Il metodo di lavoro sperimentato, si
articola nelle fasi di seguito descritte.
-
Lettura
della consistenza architettonica dell’oggetto attraverso una prima fase di
rilievo a vista impostato sulla redazione di schizzi a mano libera.
In questa fase lo studente
cerca di riconoscere: l’impostazione geometrica dell’oggetto; le componenti
architettoniche caratterizzanti l’immagine formale del complesso; la presenza
di particolari decorativi; i materiali e le tecniche costruttive. Con dei
disegni in pianta, prospetto e sezione con i contenuti della scala 1:200, gli
studenti devono cercare di restituire la conformazione geometrica e morfologica
dell’edificio. Gli elaborati in proiezioni ortogonali sono spesso accompagnati
da schizzi assonometrici e/o prospettici per relazionare le singole componenti
con la struttura compositiva dell’oggetto, mediante l’individuazione dei
rapporti gerarchici.
-
Scelta
dei metodi strumentali idonei a restituire la dimensione metrica della
conformazione geometrica dell’oggetto indagato.
Ai fini puramente didattici, la
scelta del sistema di rappresentazione secondo il sistema euclideo delle
proiezioni ortogonali, obbliga gli studenti a collegare i risultati dei diversi
metodi di rilevamento metrico (coordinate di punti, angoli, distanze) alla
descrizione uniforme dell’oggetto in tutte le sue componenti.
I metodi di misurazione
strumentali utilizzati (stazione totale e laser scanner), nella realtà, danno
come risultati delle coordinate spaziali che consentono la costruzione di un
modello tridimensionale discretizzato per punti della conformazione fisica
dell’oggetto. Da questo gli studenti devono passare poi alla definizione degli
elementi geometrici (rette e piani) che sintetizzano in modo esemplificativo
nelle proiezioni ortogonali richieste l’oggetto rilevato.
L’operazione di lettura iniziale
mediante le proiezioni ortogonali precedentemente descritta, costringe lo
studente alla individuazione critica della conformazione geometrica degli
elementi significativi caratterizzanti la configurazione complessiva
dell’oggetto. Tale individuazione potrebbe essere impostata sin dall’inizio
sulla base di un primo modello tridimensionale redatto manualmente dell’oggetto
indagato: operazione che risulta spesso difficoltosa e troppo impegnativa per
la “capacità” grafica dello “studente medio” del nostro corso di laurea.
Solo al termine di questa prima
lettura grafica, gli studenti sono in grado di scegliere in maniera corretta
gli elementi significativi (punti) da prendere in considerazione durante le
operazioni di misurazione metrica.
In questo primo momento il processo
conoscitivo si articola in due fasi distinte: il riconoscimento degli elementi
primari essenziali per la definizione della caratterizzazione geometrica
dell’oggetto indagato; il rilevamento metrico degli stessi e la conseguente costruzione
di un primo modello geometrico con valore metrico.
Il passaggio delicato riscontrato in
questi anni di esperienza didattica è prevalentemente concentrato nella
individuazione delle componenti “di base” della conformazione generale
dell’oggetto. Il ricorso in questa prima fase alla rappresentazione in
proiezioni ortogonali, obbliga lo studente ad una scomposizione critica delle
geometrie dell’edificio, utilizzando tra l’altro, lo stessa sistema utilizzato
nei corsi di progettazione.
La scelta dei metodi di rilevamento
metrico utilizzabili risulta naturalmente influenzata dal numero degli studenti
iscritti al Laboratorio (circa 90) e dal numero di squadre di esercitazioni
consentite dall’offerta didattica dell’Ateneo (attualmente 2).
Gli strumenti utilizzati sono: la
stazione totale per l’appoggio alla rete topografica nazionale e per il
rilevamento dei punti significativi individuati nella fase precedente; il laser
scanner (a livello dimostrativo delle tecnologie più avanzate per il
rilevamento metrico); il distanziometro laser e la rotella metrica per
l’integrazione dei dati topografici. In particolare, il distanziometro viene
utilizzato per le misurazioni dei punti necessari per la definizione della
sezione.
-
Rappresentazione
grafica degli elementi precedentemente rilevati.
Alla diversità delle
strumentazioni utilizzate nel corso delle operazioni di rilevamento metrico,
consegue una diversità dei livelli di precisione con cui l’oggetto viene
rilevato. Nella prima restituzione grafica in pianta, prospetto e sezione, le
possibili “diversità” e incongruenze dimensionali risultano immediatamente
evidenti e creano spesso problemi di “interpretazione” agli studenti. Durante
questa prima fase di restituzione grafica lo studente deve, normalmente,
tornare sul campo per un più preciso e dettagliato controllo e per una
integrazione dei dati rilevati. Se più semplice risulta la restituzione in pianta,
dove quasi tutte le misure sono manuali, particolarmente delicata risulta
invece la integrazione dei dati relativi alle misurazioni effettuate sui
prospetti e sulle sezioni, dove invece le misure manuali devono essere
integrate con quelle strumentali.
Per la restituzione dei prospetti
agli studenti viene richiesto l’utilizzo di programmi diversi per il
raddrizzamento geometrico e analitico (RDF, Archis, Geos), che non sempre,
però, bene si adatta alle conformazioni geometriche dei fronti degli edifici
storici, data la molteplicità dei piani dovuti alla presenza dei partiti
decorativi e alla struttura compositiva delle diverse epoche storiche.
Nella restituzione grafica viene
pertanto richiesto agli studenti di evidenziare, mediante l’uso del colore, i
risultati ottenuti con i diversi strumenti utilizzati e con i conseguenti
diversi gradi di precisione.
Descritte queste premesse, risulta
evidente che la scala di rappresentazione possibile in questo tipo di
esperienza di rilievo, non può essere superiore a quella di 1:100, in quanto la
tolleranza dimensionale risulta condizionata dalla componente quantitativamente
rilevante del rilevamento manuale.
Eventuali dettagli costruttivi
significativi vengono di volta in volta definiti tra i docenti e gli studenti,
che insieme decidono la scala di rappresentazione più opportuna e, in
conseguenza a questa, gli strumenti di misurazione idonei.
Il disegno definitivo rappresenta il
risultato della interpretazione critica dei dati dimensionali con cui sono
stati elaborati i documenti grafici precedenti.
Al termine di tutte queste
operazioni di lettura e sintesi grafica degli elementi studiati, gli studenti
possono passare alla realizzazione di un modello tridimensionale dell’intero
oggetto indagato. Ancora più che nelle proiezioni ortogonali, gli studenti
dimostrano in questa fase, una difficoltà nella schematizzazione grafica degli
elementi in funzione della scala di rappresentazione; tendono infatti a
rappresentare in modo “iconografico” i singoli elementi, “simulando” la
realizzazione di un modello tridimensionale in scala 1:1 di cui non si hanno
parametri metrici corretti. Tale modello (che richiede peraltro un notevole
impegno) viene pertanto considerato come esemplificativo dell’immagine formale
dell’edificio, senza poter essere utilizzato per ricavare informazioni
metriche. Questo rispecchia comunque la tradizione della geometria descrittiva,
che attribuisce valore metrico (associato ai diversi sistemi di quotatura)
delle proiezioni ortogonali, e non delle assonometrie e delle prospettive.
-
Analisi
storico-archivistica dell’edificio studiato e del suo contesto urbano.
In una operazione di questo
tipo, non è assolutamente possibile prescindere dalla conoscenza storica degli
elementi che in modo diverso possono avere caratterizzato/condizionato la
concezione, la realizzazione e la trasformazione degli edifici studiati. La
storia, parte integrante del rilievo, contribuisce a comprendere e conoscere
porzioni anche non osservabili e/o verificabili, ma aiuta anche a saper cercare
in maniera corretta componenti essenziali per la interpretazione critica
dell’oggetto indagato..
In parallelo alle operazioni di
rilevamento sul campo e di restituzione grafica dei dati ricavati dal
rilevamento, agli studenti viene chiesto di svolgere ricerche storiche che
consentono di effettuare: un raffronto tra elaborati progettuali originali (se
esistenti) e elaborati grafici derivanti dalle operazioni di rilevamento, per
individuare le parti invariate ed eventualmente quelle previste e mai
realizzate o quelle trasformate in tempi successivi; una comparazione
dell’oggetto o di alcune sue componenti caratteristiche (come ad esempio gli
ordini, le proporzioni, i partiti decorativi, ...) con la trattatistica storica
di autori diversi per ricavarne le uguaglianze, le similitudini, le differenze;
un confronto dell’oggetto con realizzazioni coeve ancora presenti nel tessuto
urbano cittadino, dalla quale ricavare varianti ed invarianti.
L’esperienza didattica così
articolata, prevede che i docenti durante le lezioni teoriche propongano
metodologie di approccio alle diverse problematiche e agli strumenti che di
volta in volta conviene utilizzare, anche in relazione alle scale di
rappresentazione ipotizzate per la restituzione grafica dell’oggetto indagato.
Gli studenti, sempre assistiti dagli stessi docenti, durante le esercitazioni,
applicano in modo pratico ciò che è stato loro proposto a livello teorico, e
nell’incontrare una serie di problematiche diverse, sono costretti ad
utilizzare un metodo di lavoro critico, e non solo applicativo. Questo tipo di
approccio sarà sicuramente molto utile a tutti loro anche per lo svolgimento
della professione che sceglieranno dopo la laurea.
L’esperienza condotta può portare ad
un concetto di “rilievo integrale” di una realtà architettonica/urbana
contraddistinta da caratteri di complessità in cui, solo l’integrazione tra le
competenze specifiche può portare ad una operazione di sintesi critica.
L’esperienza è sicuramente positiva.