a cura di Sorin Alexandrescu
Professore emerito a l’Universitá di Amsterdam
Professore associato a l’Universitá di Bucarest
Direttore del Centro di eccelenza per lo studio dell’immagine,
(Universitá di Bucarest).

Retorica della fotografia

La causa del scetticismo è, in primo luogo, la consapevolezza che tanto il modo (intenzionale) di prendere la fotografia che il gioco degli effetti della sua composizione (qualche volta nonintenzionale) possono condurre a “figure” diverse del referento e dunque anche a significazioni diverse. La seconda causa viene dal fatto che “lo spettatore” guarda la fotografia, come anche la pittura, caricato dal tutto suo passato mentale e culturale; le letture della fotografia sarano dunque diverse fra loro e, chi sa, diverse anche dal’intenzione del fotografo. Tanto la produzione che l’interpretazione della fotografia, come di ogni immagine, è, o può dunque essere, ingannevole.
Terzo, la fotografia è, come la pittura figurativa dopo il Medioevo (nel Occidente), prospettivistica. Messo in una certa prospettiva ogni detaglio, oggetto o persona riceve un senso determinato che può cambiare con il cambio della prospettiva. Anche la disposizione dei oggetti e persone nello spazio (interno) del’immagine partecipa alla costruzione del significato. Lo sguardo del personaggio, d’altra parte, può incrociare quello dello spettatore e aprire un spazio esterno che progetta l’immagine nel mondo storico dato (cattedrale, palzzo, piazza).
Tutti questi effetti - conotativi, ideologici – cadono sulla retorica del’immagine nel senso di dire qualcosa di piu allo spettatore che il semplice mostrare del referente. La fotografia, come ogni immagine mostra qualcosa e dice qualcosa di piu, o da diverso, o tace con ostentazione su ancora altre cose. La differenza fra mostrare e dire è, credo, costitutiva del’immagine e non si può ignorare sul pretèsto che l’immagine sia imprecisa o ambigua. Un progresso nella precisione del’immagine non può annullare la voce neanché il “silenzio parlante” del’immagine ma forse può cambiare la direzione nella quale si rivolge la voce e/o il silenzio.
Io vorrei illustrare queste osservazioni con alcune fotografie bidimensionale ma che sugeriscono la profondità dello spazio come terza dimensione. Sarebbe molto interessante di compararle con fotogrammetria che non sugerisce ma ha una terza dimensione.

Cosa è l’immagine? - Come comprendere l’immagine? - La dimensione culturale