Ora i beni culturali schedati da StereoFot - aprile 1993
Monumenti ai raggi X per un vero recupero - maggio1993
POLITECNICO DI BARI - Facoltà di Ingegneria
Istituto di Disegno, Rappresentazione e Rilievo
cattedra di Fotogrammetria Architettonica
Complesso monumentale di S. Scolastica, via Venezia 73, 70122 Bari
prof. ing. Antonio Daddabbo
Al Comando Carabinieri
Rione S. Nicola
Bari
oggetto: furto al laboratorio di Fotogrammetria Architettonica
Io sottoscritto Antonio Daddabbo, nato a Serracapriola (FG) il 7.5.1936,
residente a Bari in via M. Signorile n.2/B, professore associato di "Elementi
di aerofotogrammetria e rappresentazione cartografica" presso il Politecnico
di Bari e responsabile del Laboratorio di Fotogrammetria Architettonica
esistente presso il complesso monumentale di S.Scolastica, denuncio un furto
con scasso compiuto ai danni del laboratorio sistemato al 2° piano
del complesso di S.Scolastica.
Il furto è stato scoperto alle 16.45 di lunedì 23 agosto
1993, in occasione di una mia normale visita di controllo della struttura,
che nel mese di agosto rimane incustodita.
La data del furto rientra certamente nel periodo 7-22 agosto, considerato
che una precedente visita era stata effettuata venerdì 6 agosto.
Il materiale asportato è il seguente:
- caricatore GK44 per camera stereometrica WILD C12O;
- Sistema integrato di registrazione video VHS MOVIE MS "Panasonic";
- borsa flessibile "Fiorenza" (colore rosso) per telecamera;
- valigia in alluminio per videoregistratore;
- un computer Macintosh LC 2MB 40HD (completo di monitor a colori 12",
tastiera, mouse e n.2 simms da 2 MB per espansione memoria RAM);
- n. 30 pacchi da n.25 pellicole piane 6x9 ILFORD FP4;
- n. 1 pacco da 100 fogli di carta sensibile 18x24 ILFORD.
I danni arrecati consistono in:
- asportazione dell'intelaiatura fissa di una finestra a vasistas del bagno;
- n. 3 armadi metallici forzati, di cui due aperti;
- "aspersione" sul pavimento delle apparecchiature, della carta
fotografica sensibile (opportunamente esposta alla luce) e del materiale
di ricerca contenuto negli armadi aperti.
Il presumibile accesso prescelto dai "ladruncoli" è stata
la finestrella di aerazione di uno dei due bagni, raggiunta dal terrazzo,
secondo un percorso familiare ai ragazzini di Bari Vecchia. Di particolare
interesse è l'impegno, profuso dagli autori del furto, nell'evidenziare
tale percorso:
- nonostante il bagno (utilizzato per il passaggio) fosse fuori servizio
e, quindi, assolutamente asciutto, gli "ospiti" sono riusciti
a bagnarsi le scarpe di gomma per evidenziare un "traffico" pedonale,
diretto dal corridoio al bagno stesso, tanto da attirare l'attenzione di
chiunque entrasse dalla porta;
- sul terrazzo, dove affaccia la finestrella del bagno, il percorso è
stato evidenziato con il sistema di "Pollicino", sostituendo,
ai ceci, due computers, di cui uno è stato lasciato fuori della finestra
e l'altro sul terrazzino della chiesa di S.Scolastica (per la verità,
la via indicata dal secondo computer non è quella dei ragazzini,
ma porta l'utente ad un inutile salto di oltre due metri).
I presumibili autori del furto non sono da ricercarsi:
- né tra i ragazzini di Bari vecchia. Un aeromodello radiocomandato
(pronto per il volo) con apertura alare di 160 cm. ed una scatola di montaggio
di uno modello di dimensioni superiori, oltre ad un computer per videogiochi,
sono stati quasi ignorati. Le impronte delle scarpe, che hanno imbrattato
le carte sparse sul pavimento, appartengono chiaramente ad adulti;
- né tra gli studenti. Il Laboratorio, a causa della mancanza di
personale universitario, viene gestito (con atto di volontariato) da un'Associazione
studentesca denominata "Fondazione Italiana Fotogrammetria Architettonica",
che collabora all'attività di ricerca della cattedra omonima. Gli
studenti del corso, che hanno sostenuto l'esame nella sessione estiva, hanno
riportato una votazione non inferiore a 28/30 e la maggior parte di essi,
autori di una relazione al 2° Convegno Internazionale di Fotogrammetria
Architettonica (Bari, 26-28 maggio 93), hanno riportato la votazione di
30 e lode. Gli stessi, inoltre, erano interessati alla prossima pubblicazione
su videodisco del materiale esistente sul computer trafugato. L'unica colpa
attribuibile agli studenti può essere quella di aver ingenuamente
fornito notizie circa il funzionamento del laboratorio;
- né tra la delinquenza comune. Il "raid vandalico" è
stato chiaramente finalizzato a colpire l'attività di ricerca ed
il Centro di Documentazione Fotogrammetrico Digitale, appena avviato. Infatti,
nonostante l'esistenza di materiale di notevole valore commerciale e facilmente
trasportabile, gli autori del furto (presumibilmente due) hanno preferito:
1) il computer di minor valore(disco rigido da 40MB, 6 MB di RAM e monitor
da 12"), ma contenente programmi di ricerca che la Fondazione intende
presentare al convegno internazionale organizzato a Bucarest (Romania) dal
C.I.P.A.(Comité International de Photogrammétrie Architecturale).
I computers con monitor di 13", disco rigido da 80 MB e 10 MB di RAM
sono stati lasciati sul terrazzo;
2) tutte le pellicole del formato 6X9 cm. (scarsamente commerciabili) utilizzabili
per i rilievi stereofotogrammetrici;
3) il caricatore della batteria della camera stereometrica WILD C120;
4) la telecamera destinata all'acquisizione delle immagini dinamiche digitali.
Per concludere, è opportuno fare alcune considerazioni. L'atto vandalico
in oggetto non è il primo, ma rappresenta solo il crescendo di una
ridicola serie di azioni (probabilmente con finalità intimidatorie)
di stile pseudomafioso.
Oltre al laboratorio di S.Scolastica, gli studenti autogestiscono, presso
il Campus di via Re David, un piccolo laboratorio fotografico, la cui porta
è "sigillata" (analogamente a quella di S.Scolastica) da
un lucchetto con numero di combinazione variabile. Per molti anni qualcuno
(probabilmente con mente malata) si è ostinato a dimostrare di poter
disporre del laboratorio nelle vacanze estive o in quelle natalizie.
Inizialmente si è limitato a tranciare il lucchetto e lasciare la
porta aperta. In seguito al rafforzamento del sistema di chiusura, il personaggio
ha sfondato la porta e smontato un costoso proiettore per diapositive, lasciando
tutti i pezzi sul tavolo. In tale occasione fu allertata la vigilanza e
l'azione del maniaco si è spostata altrove.
In occasione di Tecnorama Ufficio 91, nello Stand gestito dai miei studenti
è stato rubato un piccolo registratore, di valore trascurabile rispetto
alle altre apparecchiature esposte, ma indispensabile per il funzionamento
del computer.
Nel giugno 1991, in occasione del 1° convegno internazionale di Fotogrammetria
Architettonica, è stata sottratta dal laboratorio una telecamera,
destinata alla videoregistrazione del convegno, per cui ho presentato regolare
denuncia.
Il 1992 è trascorso tranquillo, tanto che mi sono illuso circa l'effetto
deterrente della denuncia alla Polizia.
Purtroppo non è stato così: l'atto vandalico in oggetto dimostra
ancora una volta il comportamento illogico del "ladruncolo".
Una persona normale (con una perfetta conoscenza di S.Scolastica e capace,
persino, di forzare un armadio metallico), una volta raggiunto il terrazzo,
sarebbe entrato comodamente dalla porta a vetri, pervenendo nel vano scala,
da dove avrebbe avuto facilmente accesso anche al laboratorio, visibile
dall'esterno, contenente apparecchiature costosissime, protette da una semplice
porta a vetri (sia pure chiusa a chiave). L'apertura della porta del centro
di calcolo, oggetto del furto, per uno scassinatore, sarebbe stato un gioco
da ragazzi ed il "trasloco" del materiale avrebbe potuto essere
effettuato attraverso le scale e l'uscita di sicurezza dell'aula al piano
terra. Ma tutto questo per una mente scientifica risulta troppo banale!
Bari, 25 agosto 1993
(Antonio Daddabbo)
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