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Nella Chiesa cattolica è la sentenza definitiva secondo la quale un beato diventa santo e viene iscritto al catalogo dei santi, fissando il giorno in cui la Chiesa festeggia il suo dies natalis, cioè la sua morte e la sua nascita come anima che gode in cielo la visione beatifica di Dio.
All'origine del culto dei santi sta la venerazione professata dal popolo per i martiri, cui si aggiunse nel tempo quella per i confessori*, per i grandi vescovi e per gli asceti.
Fra il VI e il XII secolo è di solito il vescovo locale che stabilisce dopo un'inchiesta più o meno sommaria la liceità del culto, si incarica di far redigere la Vita del santo e la storia dei suoi miracoli, e presiede alla elevazione del corpo in una sepoltura più onorevole, oppure alla sua traslazione presso un altare che spesso prende poi il nome del santo.
A partire da Gregorio IX (1227-1241), secondo una linea ininterrotta che giunge fino ad Alessandro IV (1254-1261), la direttiva pontificia cercò, anche con l'istituzione di inchieste, o processi, più rigorosi e formalizzati, di gestire il controllo della santità, avocando a sé il diritto del sublime iudicium per imporre, in una contesa non sempre vincente, un nuovo modello di santità: un modello che privilegiasse le virtù e la condotta in vita, piuttosto che le virtù taumaturgiche dimostrate dai miracoli dopo la morte. Fu una lotta anche contro il proliferare di culti per lo più di ambito locale, che sfuggivano al controllo del papa, e rientrò a pieno titolo nel processo di centralizzazione della Chiesa e di affermazione dell'autorità papale a danno dell'autonomia delle singole diocesi; ma fu altresì una lotta resa necessaria dalla crescente venerazione per santi recenti, frutto del rigoglio municipale che attraverso una nuova forma di religiosità civica spingeva il fedele a identificarsi con il proprio eroe concittadino, abbandonando il culto dei santi più antichi.
La severità della nuova procedura fu attenuata, venendo incontro alle esigenze dei fedeli, con l'istituzione di un grado intermedio di santità, la beatificazione, precedente alla canonizzazione vera e propria: il beato non può essere dichiarato patrono di un luogo né gli si possono dedicare chiese ed altari e neppure gli è dedicato un giorno di festa con diritto alla messa propria.
Nella rappresentazione iconografica il beato è contraddistinto da un nimbo a raggi luminosi (gloriola) intorno al capo, il santo dal nimbo vero e proprio (un cerchio d'oro).
Alessandro Barbero e Chiara Frugoni, Dizionario del Medioevo
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Ultimo aggiornamento: 3 Marzo 2003 |