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Visione prospettica versus visione stereo: alcune riflessioni.

La visione prospettica rinvia alla psicologia del lontano spazio-temporale: è la visione storica. La visione stereo rimanda alla prassi del vicino spazio-temporale: è la visione che governa l'azione.

La visione prospettica (monoculare, con occhio fisso) è un guardare, attraverso una finestra, uno spazio (immaginario?) che include tutti gli oggetti disposti in apparente successione e che non è limitato, ma solo intersecato dai margini del quadro. La visione stereo (con le evoluzioni del casco e del guanto virtuali: Head Mouted Display e Glove) è entrare nello spazio e attivare altri sensi oltre la vista: l'udito, anch'esso stereo, e soprattutto il tatto. Si passa all'azione non in uno spazio illimitato, ma in uno spazio fatto dai luoghi nei quali ci immergiamo, semplici o complessi che siano, nei quali ci muoviamo e che esperiamo molto più sensorialmente prima che intellettualmente (come artigiani).
[In questo contesto il progetto non può essere disegnato, ma deve necessariamente essere costruito, perché va verificato: ci si accorge della sua miseria, tante volte camuffata attraverso i simboli del disegno].

Visione stereo anziché visione prospettica significa:

Resta il problema della scala del modello tridimensionale in cui ci si immerge.

Prassi del vicino spazio temporale.


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Ultimo aggiornamento:
3 Agosto 2001