Allorquando, negli ultimi decenni dell'ottocento, la nuova borghesia sceglie definitivamente di risiedervi, il borgo di Bari cessa di essere tale e diventa, nella sensibilità dei cittadini, la città. Ma la concentrazione delle attenzioni e delle ricchezze nella città nuova produce il degrado della vecchia: e, anche a seguito dell'epidemia di colera del 1886, si forma un'opinione favorevole al risanamento, che da allora accompagnerà ogni previsione di piano globale.
Nei primi decenni del novecento, poi, si assiste ad una profonda revisione dei criteri progettuali: il disegno di piano complessivo perde efficacia di fronte alle urgenze particolari, agli stralci, alle opere di modernizzazione approvate ed attuate al di fuori del piano stesso.
Risanamento ed espansione senza piano: Bari dal 1887 al 1939 | |||||
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Anno | Curatori | Titolo | Il piano è... | Il piano contiene... | La relazione allegata contiene... |
1887 1892 |
Ingegneri Angelo Cicciomessera e Pasquale Lofoco | Progetto di risanamento di Bari Vecchia |
non attuato |
previsione di recupero del ritardo urbanistico della città vecchia, utilizzando tecniche di intervento tradizionali: il disegno si basa su una croce di strade che fa perno sulla cattedrale, e su tre rettifili colleganti i nodi principali; nuove espansioni residenziali su suoli derivanti dall'interramento di due insenature marine; connessioni con la città nuova |
«Quivi predominano nel massimo grado le strade tortuose ed anguste, ed i piccoli incrociamenti stradali, a cui per ironia si dà il nome di piazze, quivi rattrovansi in maggior numero i cavalcavia, i vicoletti, gli andirivieni e gli angiporti: quivi le catapecchie e le stamberghe; quivi si ebbe il maggior numero di vittime nelle diverse e molteplici epidemie [...]» |
Anno | Curatori | Titolo | Il piano è... | Il piano contiene... | La relazione allegata contiene... |
1905 1926 |
Ingegnere Capo dell'Ufficio Tecnico Comunale Arrigo Veccia |
1905-1913 |
inizialmente (1905) una bozza di studio accompagnata da una relazione a stampa da discutere e, se necessario, da modificare ad opera di una commissione tecnico-igienico-legale; presentato nel 1911, come sintesi dei lavori della commissione (1905-1907); approvato nel 1913 dalla Giunta Comunale, nella stesura definitiva; non attuato (per la crisi amministrativa) |
nuovo sistema viario a raggiera, per assecondare l'espansione di Bari lungo i suoi assi tradizionali (vie per Modugno, Bitritto, Carbonara, Capurso), e nuova strada extramurale (seconda circonvallazione) che segna i confini della città; piazze e slarghi di raccordo fra i nuovi assi radiali e le strade esistenti scompaiono nella stesura definitiva; destinazione dei quartieri orientali a case signorili e di lusso, e a moderni edifici di rappresentanza; sistemazione del relativo lungomare (frutto di colmàte a mare nel piano definitivo) con un nuovo grande giardino pubblico e la villa comunale da ubicare a piazza Cavour (proposta, quest'ultima, abbandonata nella redazione finale che prevede, invece, un nuovo quartiere residenziale centralissimo); ipotesi di realizzazione di case economiche e popolari e della villa del Popolo nei quartieri di ponente fino a S.Cataldo (ipotesi ridotta a un piccolo nucleo di case operaie, a sud oltre la ferrovia, nella redazione finale del piano); destinazione industriale delle aree a ridosso della ferrovia e della nuova seconda extramurale, in modo da raccordare i nuovi stabilimenti ai quartieri popolari e soprattutto al nuovo porto franco |
1905
1913 |
1905-1912 |
parte del primo piano regolatore di Veccia (1905-1913); approvato in stralcio nel 1912; non attuato (per la crisi amministrativa) |
la sistemazione del porto vecchio; il disegno del bidente, che si diparte da piazza Chiurlia e rappresenta lo sbocco finale di via Sparano, asse portante della città; lo scopo è quello di avviare il risanamento della città vecchia, risolvendone il crescente sovraffollamento |
1905
1913 |
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1918-1926 |
pubblicato nel 1918 (si tratta di una nuova stesura, da tempo in elaborazione); ridotto, tra il 1923 ed il 1925, nei limiti del primo piano Veccia del 1913; approvato il 9 luglio 1926 nella stesura definitiva |
disegno di una città radiale a tela di ragno con la previsione di arterie stradali sugli antichi tracciati di penetrazione collegati da tre ampie circonvallazioni (30-40 metri);
ripresa delle proposte di zonizzazione del primo piano (1905-1907) con: progetto del lungomare con i prospicienti quartieri orientali destinati ad edifici signorili in regime di lottizzazione privata; previsione di un articolato complesso di edifici pubblici a ponente, tra via Crispi e corso Mazzini, intorno ad una vasta piazza con giardini; sistemazione di S. Cataldo dove l'insediamento dei cantieri navali già modifica l'originaria destinazione a villini (1918-1919);
nelle redazioni del 1923-1925 e del 1926: |
i dati dimensionali dell'ampliamento: previsione di lasciare all'industria edilizia privata il compito di costruire nelle grandi maglie edificatorie individuate dalla rete stradale di piano |
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1920-1921 |
parte del secondo piano regolatore di Veccia (1918-1926) |
parziale interramento del porto vecchio; nuovo lungomare Venezia che circuita la città vecchia; previsioni di demolizioni per ritornare al semplice prolungamento di via Sparano, attraverso la città antica, fino al porto nuovo |
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Anno | Curatori | Titolo | Il piano è... | Il piano contiene... | La relazione allegata contiene... |
1930 1939 |
Architetto Concezio Petrucci |
1930-1939 |
affidato alla redazione di Petrucci alla fine del 1930; predisposto fin dal 1932; respinto nel 1935(?) (per l'assenza del piano finanziario); adottato nel 1938 (secondo una nuova redazione dell'Ufficio Tecnico che tiene conto dei rilievi presentati dal Sindacato degli Ingegneri e degli Architetti); respinto nel 1939 dalla Giunta Provinciale Amministrativa |
previsione fondamentale di spostamento della stazione nelle aree di espansione lungo il prolungamento di corso Cavour; tale operazione opera lo sconvolgimento del sistema di infrastrutture cittadine (binari, parco merci, zona industriale e porto) e stravolge gli assetti edilizi sedimentati liberando all'iniziativa privata una enorme fascia di innesto fra aree centrali e nuovi quartieri a sud; si tratta di una riorganizzazione complessiva della città che né la classe dirigente né le dinamiche produttive, in realtà, richiedono; una rete viaria urbana diversificata per zone funzionali; completamento e razionalizzazione dei quartieri periferici a sud e ad est, rinviando e lasciando insoluto il problema, allora fortemente sentito, della sistemazione estetica (uniformità altimetrica) del borgo murattiano, il cui rinnovamento è bloccato dalle vecchie norme degli statuti murattiani |
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1930-1931 |
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ipotesi di cauto ma oneroso diradamento, riprendendo alcune idee precedenti, quali la croce di strade incentrata sulla Cattedrale; comunque è fermo il principio del rapporto gerarchico tra monumento e ambiente urbano: il primo è intangibile (nella sua più o meno astratta forma originaria), mentre la conservazione o la distruzione del secondo è motivata caso per caso, o comunque da esigenze di traffico e di igiene |
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Risanamento ed espansione senza piano: Bari dal 1887 al 1939 |
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Ultimo aggiornamento: 3 Maggio 2001 |