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EXERGIA Energetica, territorio - rivista
Anno III N°1 Febbraio 1984



URBANISTICA, ARCHITETTURA & EVOLUZIONE

Del Prof. Antonio Daddabbo, docente di fotogrammetria architettonica presso l'lstituto di Disegno della Facoltà di Ingegneria di Bari, è stato recentemente pubblicato per i tipi della Edizione Levante un saggio relativo alla problematica del rilievo architettonico, attraverso la stereofotogrammetria.
«Il rilievo stereofotogrammetrico», propedeutico alla pubblicazione di altri lavori, è una testimonianza di vita vissuta con l'impegno di assolvere ad un compito delicato e nello stesso tempo importantissimo, quale è quello di provvedere tramite il censimento e la catalogazione, alla salvaguardia dei nostri centri storici.
La fotogrammetria è vista in tutte le sue applicazioni non solo come oggetto di studio scientifico fine a se stesso, ma come metodologia moderna di analisi della realtà urbana e territoriale.
Al rilievo tradizionale, quello eseguito con la fettuccia, carta e penna per intenderci, si è oggi sostituito quello fotogrammetrico, ottenuto con l'ausilio della o delle macchine fotografiche a seconda se parliamo di semplice fotogrammetria oppure di stereofotogrammetria. Chiunque ha lavorato sui centri storici di recente ha sicuramente affrontato questo problema, sia si trattasse di operazioni di semplice rilievo e sia che fosse invece una necessità derivante dalla stesura di un Piano di Recupero; in ogni caso si è potuto constatare, come il Prof. Daddabbo mette in luce, la totale o quasi impreparazione in questo senso degli Enti Committenti e molto spesso dei tecnici destinatari dell'incarico.
Dall'empasse di questa situazione non si può non uscire che con una soluzione che tenga d'occhio insieme le difficoltà derivanti dall'alto costo delle apparecchiature per le operazioni di rilievo e restituzione grafica e l'esigenza di aggiornamento professionale dei tecnici del settore. In questo senso l'auspicio della creazione di un Centro di documentazione a livello regionale non può che essere la logica conclusione di una trattazione attenta ed organica, quale è quella di Daddabbo, perché le parole spese non rimangano un messaggio destinato ai soli addetti ai lavori.
di Massimiliano Melchiorre

FOTOGRAMMETRIA E TUTELA DEL TERRITORIO
Proposta per un Centro Regionale di Documentazione in Puglia

di Antonio Daddabbo

La premessa

La tutela dei centri storici è da considerarsi non già u prodotto della nostalgia per l'architettura del passato, bensì una presa di coscienza dell'uomo moderno per lo sbandamento dell'architettura contemporanea
I centri storici, autentici esempi di architettura organica, sono stati costruiti gradualmente sulla base delle reali esigenze degli abitanti e nel pieno rispetto dei principi elementari dell'economia. della statica e della tutela ambientale, utilizzando il materiale esistente in loco e perfezionando una tipologia edilizia impostata secoli addietro. La prosecuzione naturale delle abitazioni nei vicoli o nelle piazze consentiva quella vita collettiva (pur nel rispetto della privacy) che l'uomo di oggi, rinchiuso in edifici-dormitori, rimpiange. Il contadino (che con l'aiuto dei familiari puliva e stendeva le mandorle al sole davanti alla propria abitazione), l'artigiano (dal calzolaio al falegname, al fabbro con la bottega aperta sulla strada) rappresentavano, per il bambino che si fermava ad osservarli attentamente, le prime basi di quella cultura che avrebbero approfondito a scuola. Gli abitanti erano coinvolti in prima persona nella pulizia e manutenzione della strada e del prospetto della propria abitazione (ancora oggi, in molti centri antichi, gli abitanti lavano la pavimentazione stradale antistante la propria casa e dipingono con latte di calce il prospetto). Le dimensioni delle murature erano tali da garantire una sufficiente capacità termica, tanto da non far risentire all'interno gli sbalzi della temperatura esterna. Le aperture (sia porte che finestre) avevano dimensioni necessarie per assicurare l'illuminazione ma sufficienti per ridurre il più possibile le dispersioni di calore. Per i mezzi di trasporto venivano costruiti appositi locali e ciò contribuiva a tenere 1e strade libere da ingombri inutili. Insomma le abitazioni dei centri storici continuamente modificate ed adattate alle mutevoli condizioni di vita dell'uomo ci appaiono costruite su misura. L'avvento dei moderni metodi di costruzione ed il continuo perfezionamento delle macchine da cantiere hanno ridotto sempre più i tempi tecnici di costruzione, mettendo in serie difficoltà il progettista, i cui metodi di lavoro sono rimasti praticamente immutati. L'antica figura del «maestro muratore», che racchiudeva in sé progettista e costruttore, ha dato origine a nuovi personaggi (il progettista, lo strutturista, il direttore dei lavori) che, il più delle volte, operano indipendentemente e danno origine ad un progetto, cui l'impresa è costretta ad adattare l'ambiente. Il progettista, abituato sin dai banchi di scuola ad estrinsecare le proprie idee su fogli di «carta bianca», opera «a distanza» ignorando la realtà.
La fotogrammetria è una tecnica che consente di rilevare le misure di un oggetto dalla sua immagine fotografica e può offrire, oggi, un prezioso contributo per ristabilire l'equilibrio tra metodi di progettazione e metodi di costruzione. Essa può portare sul tavolo del progettista, il modello fotografico tridimensionale, nella scala desiderata, di qualsiasi oggetto, consentendo di analizzare «anche a distanza» l'ambiente ed il cantiere. Con la risoluzione dei problemi esecutivi della rappresentazione, si può ritornare alla progettazione con modelli. Con la fotogrammetria inversa è possibile disegnare nello spazio tridimensionale, nella scala desiderata, direttamente sul modello ottico-fotografico dell'Oggetto che si va a modificare, ritornando così ai metodi seguiti dai nostri padri, cui dobbiamo quei Centri Storici che non riusciamo ancora a rilevare.

Il problema

Il problema della tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e naturale, affrontato in Italia con un pericoloso scollamento tra istituti di ricerca ed istituti operativi, non può prescindere dal problema-rilievo che continua ad essere affrontato ancora con i vecchi sistemi, ignorando i risultati raggiunti in campo internazionale.
La fotogrammetria, utilizzata in Italia solo da alcuni istituti universitari e da ditte private, continua ancora ad essere considerata un metodo di rilievo alternativo a quello tradizionale e «naviga» tra una serie di equivoci, tra cui merita particolare attenzione la confusione tra cartografia e rilievo fotogrammetrico.
La fotogrammetria può fornire un rilievo cartografico, ma non si identifica con esso. La cartografia si ottiene mediante il rilievo automatico della immagine fotografica tridimensionale in scala, che va identificata con il rilievo stereofotogrammetrico e che si differenzia da qualsiasi altro tipo di rilievo per:
- quantità di informazioni contenute (l'immagine fotografica contiene tutti i particolari visibili di un oggetto, indipendentemente dalla forma più o meno complessa);
- oggettività delle informazioni stesse (il rilievo stereofotogrammetrico è ottenuto con procedimento fotografico e con immagini praticamente esenti da distorsioni);
- rapidità di esecuzione (il tempo richiesto dal rilievo stereofotogrammetrico corrisponde a quello richiesto da una accurata ripresa fotografica);
- semplicità (il progresso tecnologico ci mette a disposizione apparecchiature con cui è possibile familiarizzare in tempi ridottissimi);
- costi minimi (il costo del rilievo stereofotogrammetrico risulta competitivo sia per la quantità di informazioni immagazzinate con ogni ripresa sia per la bassa incidenza della quota di ammortamento delle apparecchiature).
Ad eccezione dell'olografia, di cui non s'intravede la possibilità di un impiego sistematico, in particolare per i Beni Culturali, il rilievo stereofotogrammetrico è l'unico che mette a disposizione dello studioso una immagine fotografica, tridimensionale in scala, utilizzabile anche a distanza di anni quando il monumento è stato trasformato o distrutto.
É possibile tradurre le informazioni, contenute nei fotogrammi, nel linguaggio grafico, ma questa operazione richiede tempi tecnici relativamente lunghi. Per ridurli è indispensabile la collaborazione diretta dell'utente del rilievo; ciò rende possibile una precisa finalizzazione del rilievo grafico o delle misure ottenibili. Nella totalità dei casi, purtroppo, il committente, identificabile sia con l'Ente pubblico che con il libero professionista, richiede genericamente il «rilievo». La scelta delle informazioni, quindi, viene fatta dall'operatore addetto alla restituzione, bravissimo come traduttore, ma poco esperto in problemi di restauro, di architettura o di urbanistica o, ancora, di storia dell'arte. Non bisogna dimenticare, inoltre, che la restituzione viene fatta automaticamente con apparecchiature il cui costo arriva ad essere dieci volte quello degli strumenti di ripresa e, di conseguenza, la quota di ammortamento non è più trascurabile come pure il costo per la manutenzione.
Il termine «automaticamente», infine, non sta a significare che l'operatore, per la restituzione, si limita ad inserire i fotogrammi per poi ritirare il grafico bello e pronto. Al contrario egli deve continuamente osservare l'immagine fotografica per «leggerla» tramite una marca mobile di riferimento. Ciò significa che a causa del notevole impegno fisico e psichico, richiesto dall'operazione, egli non può dedicarvisi per periodi di tempo continui superiori alle cinque ore. Il lavoro di restituzione prevede, pertanto, una rotazione del personale, che è specializzato e, per quanto premesso, utilizzato per periodi di tempo limitati, il che incide pesantemente sul costo finale del rilievo grafico. E possibile comprendere, così, le ragioni per le quali il rapporto tra i costi del rilievo stereofotogrammetrico e quelli della corrispondente restituzione grafica è, mediamente, di uno a dieci. Allorquando le cifre raggiungono l'ordine del milione, si passa facilmente, almeno nei rilievi urbanistici, dall'ordine dei milioni a quello di centinaia di milioni e più. Non è da escludere, a questo punto, che possa mettersi in moto un ingranaggio viscoso, dal quale traggono vantaggio interessi molto spesso di tipo clientelare, che costituiscono una notevole remora, talora insuperabile, a che l'Ente pubblico possa attrezzarsi in proprio, nella misura più confacente.
A tutto questo è da aggiungere la possibilità, piuttosto frequente, che i tecnici coinvolti nella realizzazione dei piani per la trasformazione del territorio, siano poco ovvero affatto specializzati e, quindi, impreparati ad affrontare i problemi con la dovuta competenza ed abilità. La presa di contatto con il modello fotografico stereometrico pone il progettista di fronte a precise responsabilità, che invece può permettersi di ignorare quando «indossando i panni della vittima, è costretto a lavorare su rilievi schematici e superficiali».
Il bene culturale infine, in quanto tale, deve essere considerato un organismo vivente e il suo rilievo non può essere statico, ma deve essere ripetuto nel tempo con intervalli regolari o dipendenti da situazioni particolari. Se è vero che per tutela del bene culturale non deve intendersi la sua mummificazione, è necessario tenerlo sotto controllo continuo in modo da poter curare qualsiasi «male» sulla base di una accurata «anamnesi», che è possibile redigere solo con una serie di rilievi rapidi, precisi ed economici .


Il rilievo di Torre Brencola (Palese-Bari) effettuato con camera stereometrica Wild C120
La proposta

La Regione Puglia, per l'attuazione della legge regionale 1.6.1977 n.285 (occupazione giovanile), preparò nel novembre 1977 un programma di catalogazione e valorizzazione dei beni culturali, adeguato nel giugno '78 ed approvato dal CIPE nel dicembre dello stesso anno. Il progetto, della durata di 12 mesi, prevedeva:
a) Censimento, catalogazione e restauro dei trulli presenti nel comprensorio dei trulli e delle grotte comprendenti 13 Comuni delle Province di Bari, Taranto e Brindisi;
b) Censimento, catalogazione ed individuazione di opere di restauro di grotte, dei beni paleolitici e delle Chiese rupestri nelle zone del Gargano e del Salento.
I motivi, per cui in detto progetto non si è fatto ricorso alla fotogrammetria, possono così riassumersi:
- eccessivo costo delle apparecchiature;
- perplessità circa un corso di formazione professionale in fotogrammetria per tutti i giovani della ex- legge 285 assegnati al progetto;
- rischio di non poterli impegnare tutti nell'operazione di censimento, catalogo e restauro.
Si è optato per la costituzione di squadre di operatori, comprendenti in media:
- un architetto;
- uno storico dell'arte;
- due geometri rilevatori;
- un disegnatore;
- un fotografo.
Le squadre, così costituite, avrebbero dovuto «rastrellare» la Valle d'Itria riportando sulla cartografia IGM, in scala 1:25000, l'indicazione dei trulli censiti e rilevando gli stessi con la fettuccia metrica.
La soluzione, già di per sé inattuabile (anche con operatori specializzati) a causa della distribuzione dei trulli sul territorio e della loro particolare struttura, diventava paradossale in quanto una caratteristica fondamentale del progetto era l'adattabilità dello stesso al materiale umano disponibile e non viceversa. Ammesso e non concesso, poi, che si fosse riusciti a formare le squadre di rilevatori (con ragionieri, maestri elementari, periti industriali ecc.), si sarebbe dovuto affrontare e «risolvere» il problema della normativa di rappresentazione del trullo, dovendo il rilievo essere utilizzato anche per il progetto di restauro, mentre la documentazione fotografica (non metrica), nella migliore delle ipotesi, serviva ad evidenziare gli errori di rilievo grafico. I risultati del «progetto trulli» sono noti: oltre due miliardi spesi in assistenzialismo.
Su richiesta dello scrivente, un gruppo di sei «volontari», appartenenti allo stesso progetto, sono stati distaccati presso il laboratorio di fotogrammetria universitario ed hanno redatto un progetto per il censimento e catalogo dei trulli mediante fotogrammetria, verificandolo poi su una zona campione. Per tale progetto sono stati utilizzati i risultati di una ricerca CNR volta alla costituzione di una «banca dati di ambienti urbani ed edifici di notevole interesse architettonico». Il progetto prevedeva:
- la ripresa aerofotogrammetrica del territorio interessato, con fotogrammi in scala 1:10000;
- la costituzione di un archivio di immagini aerostereofotogrammetriche aggiornabile;
- costituzione di almeno una unità mobile, equipaggiata con apparecchiature stereofotogrammetriche terrestri per qualsiasi distanza di ripresa, composta da tre operatori con compiti intercambiabili;
- costituzione di una unità centrale, a struttura cellulare autoriproducibile, per la catalogazione, riproduzione, analisi e restituzione dei fotogrammi;
- censimento dei trulli, mediante analisi stereoscopica dei fotogrammi aerei, e redazione di una cartografia tematica dei trulli mediante restituzione. Eseguita in laboratorio, la fase di censimento prevedeva la classificazione dei trulli e la programmazione delle operazioni di ripresa a breve distanza, concordata tra i componenti l'unità mobile e quella centrale;
- rilevamento, mediante operazione a tappeto, dei singoli trulli (l'operazione prevedeva il rilievo architettonico-ambientale completo degli oggetti della civiltà contadina);
- costituzione dell'archivio stereofotogrammetrico dei trulli;
- apertura al pubblico di una unità self-service per la restituzione finalizzata.
Il progetto è stato verificato, da parte degli stessi giovani, su di una zona campione, utilizzando fotogrammi aerei già esistenti e le attrezzature esistenti presso il laboratorio universitario.
La seconda parte del progetto riguardava il restauro dei trulli, per il quale era previsto:
- costituzione di una unità-pilota composta da un architetto (o ingegnere o geometra), un operatore fotogrammetrico e quattro operai;
- smontaggio di un trullo e rilievo fotogrammetrico delle fasi salienti, in modo da far conoscere la struttura ed il comportamento statico della stessa;
- ricostruzione del trullo in laboratorio, previa programmazione, e ripresa stereofotogrammetrica delle fasi salienti;
- individuazione di un trullo da sottoporre a restauro;
- progettazione del restauro su modello o mediante fotogrammetria inversa;
- archiviazione del progetto mediante coppie di fotogrammi stereometrici;
- redazione del progetto esecutivo;
- esecuzione del restauro, da documentarsi stereofotogrammetricamente nelle sue fasi salienti;
- archiviazione del rilievo stereofotogrammetrico del trullo restaurato e verifica con il rilievo-progetto;
- redazione di una normativa sul restauro dei trulli.
La realizzazione di sussidi audiovisivi su tutte le operazioni eseguite dalle unità-pilota avrebbe costituito la base per una scuola professionale, gestita dalla unità centrale, destinata all'autoriproduzione della struttura cellulare.

Il Centro di Documentazione

Il progetto prevede per il Centro una struttura cellulare autoriproducibile controllata da una cellula-madre situata nel capoluogo regionale. A regime, l'intera struttura comprende:
1) La banca delle immagini. Rappresenta il cuore dell'intero Centro collegato mediante terminali-video a unità-satellite a carattere provinciale e comunale, ed è costituito dall'archivio dei fotogrammi stereometrici diviso per settori, di cui i più importanti sono quelli relativi a:
- riprese aerofotogrammetriche dell'intero territorio regionale;
- riprese aerofotogrammetriche dei centri storici;
- riprese da breve distanza (da terra e da elicottero) dei centri storici, per l'analisi ambientale degli edifici;
- ortofotografie dei centri storici;
- monumenti;
- edifici di notevole interesse architettonico;
- trulli;
- castelli;
- torri e masserie fortificate;
- insediamenti rupestri;
- grotte ed aree carsiche;
- scavi archeologici (e beni da essi provenienti);
- beni ambientali, paesaggistici, naturalistici e floristici;
- flora e fauna pugliese;
- beni culturali mobili; attrezzi della civiltà contadina;
- arredo sacro;
- artigianato;
- musei;
- biblioteche .
2) Settore didattico. Con l'ausilio di audiovisivi è destinato ad illustrare agli utenti il funzionamento del centro e delle apparecchiature in esso contenute .
3) Catalogo. Costituisce l'accesso del pubblico alla banca delle immagini, mediante il quale l'utente può richiamare su terminale video l'Oggetto del proprio studio, prendendo visione dei filmati esistenti, dei rilievi effettuati, delle notizie storiche e delle ricerche su di esso effettuate. Presso lo stesso settore l'utente può richiedere copia dei documenti esistenti e segnalare eventuali deficienze.
4) Settore per la fotointerpretazione. É destinato a consentire al pubblico l'analisi stereoscopica dei rilievi su copie dei fotogrammi prestate o acquistate.
5) Settore per la restituzione. É equipaggiato con apparecchiature universali per la restituzione assistita da calcolatore, da qualsiasi fotogramma fino al formato 23x23 cm, ed in grado di fornire per via automatica ortofotografie oppure piante, prospetti, sezioni, assonometrie e prospettive di qualsiasi oggetto (dall'attrezzo agricolo al centro storico) ed archiviare in simultanea (e quindi gratuitamente) il relativo disegno numerico. Questo settore comprende anche le unità destinate al self-service, cioè di quelle unità dove l'utente può provvedere direttamente alla traduzione delle informazioni dal linguaggio fotografico a quello grafico, lasciando per via automatica al Centro il disegno numerico.
6) Settore grafici. É destinato all'archiviazione numerica della cartografia esistente e di qualsiasi rappresentazione grafica oltre che alla preparazione delle carte tematiche da pubblicare.
7) Settore fotografico, per la riproduzione ed il trattamento del materiale fotografico acquisito o prodotto.
8) Settore stampa, per la pubblicazione di monografie o ricerche effettuate dal Centro.
9) Scuola per la formazione di operatori fotogrammetrici, gestita dal Centro ed aperta a tutti.
10) Unità mobili di ripresa stereofotogrammetrica, montate su:
- furgone attrezzato con camera oscura per lo sviluppo e la catalogazione dei fotogrammi;
- fuoristrada per le riprese in zone prive di vie d'accesso;
- camion dotato di piattaforma aerea semovente, elevabile fino alla quota minima di 16 m.;
- camper, attrezzato per lo sviluppo e catalogazione;
- laboratorio mobile, attrezzato per consentire il rilievo in loco di attrezzi montati e smontati (per esempio aratri in via di sparizione e che non è possibile acquisire);
- elicottero, per il rilievo prospettico di complessi architettonici situati sulla costa o sulla sommità di rilievi isolati. L'elicottero risulta particolarmente utile per rapidi spostamenti dell'unità di ripresa in occasioni particolari, quali interventi abusivi, importanti scoperte archeologiche, incendi, terremoti e tutti quegli interventi catastrofici in cui la gravità della situazione fa trascurare la tutela dei Beni Culturali.
11) Laboratorio mobile, per consentire in loco brevi corsi di aggiornamento su nuove apparecchiature o nuove metodologie adottate dal Centro.
12) Laboratorio di quartiere, per coordinare in loco i lavori di manutenzione dei centri storici;
13) Laboratorio di architettura, per lo studio su modelli di qualsiasi intervento metodologico di restauro e recupero del patrimonio edilizio esistente .


La scuola

La mancanza, almeno in Italia, di analoghi Centri di documentazione, impone un programma di realizzazione per fasi, allo scopo di affrontare la formazione, del personale interno e dell'utenza, senza traumi e di poter effettuare le indispensabili verifiche di progetto.
Per quanto riguarda la sede centrale, che dovrà ospitare sia il Centro, nella versione definitiva, sia la Scuola regionale, destinata alla formazione ed aggiornamento del personale interno ed alla organizzazione di corsi residenziali di aggiornamento per tecnici ed operatori addetti alla tutela e valorizzazione dei beni culturali (architetti ed ingegneri liberi professionisti, tecnici degli uffici comunali e provinciali, docenti delle scuole di ogni ordine e grado, tecnici delle Soprintendenze ai beni archeologici, paesaggistici, architettonici ed ambientali ecc.), è da considerare il complesso monumentale di S. Scolastica già destinato dalla Università di Bari a Centro interdipartimentale per la Documentazione e presso cui esiste già un laboratorio di fotogrammetria dotato di un settore per la fotointerpretazione, più che sufficiente per la struttura monocellulare del Centro, e di un equipaggiamento per riprese stereometriche di edifici monumentali.
Per quanto illustrato sopra, il Centro dovrà dotarsi di una scuola per la formazione del personale interno e l'aggiornamento degli operatori esterni, ai fini di attuare, nell'ambito regionale, una chiara normativa volta alla tutela e valorizzazione dei beni culturali.
La didattica della Scuola sarà di tipo induttivo-sperimentale, in modo da sfruttare il bagaglio culturale dei partecipanti e lo svolgimento dei temi strettamente legati alla realtà territoriale.
I corsi teorici saranno svolti con sistemi audiovisivi, in modo da evitare lezioni collegiali, spesso recepite in condizioni psicologiche sfavorevoli.
Ai docenti e riservato il compito di fornire chiarimenti in merito alle lezioni videoregistrate e di seguire le esercitazioni pratiche.
In coerenza con quanto suggerito dal CIPA (Comité International de Photogrammétrie Architecturale) la Scuola assumerà la denominazione di «Scuola Regionale di Fotogrammetria Architettonica» e svolgerà corsi, aperti a tutti, destinati alla formazione e aggiornamento di quanti sono interessati alla valorizzazione dei beni Culturali. I Corsi di formazione, a carattere propedeutico, sono:
1) Corso per «operatori fotogrammetrici», destinati al rilievo dei Beni Culturali;
2) Corso per «analisti culturali», destinati alla interpretazione dei rilievi;
3) Corso per «progettisti», destinato a quanti devono effettuare interventi progettuali sui Beni Culturali.
L'iscrizione al 1° Corso richiede il possesso della licenza di scuola media inferiore; con il superamento del 1° Corso ed il possesso del diploma di scuola media superiore o di istituti professionali è possibile accedere al 2° Corso; l'iscrizione al 3° è riservato ai laureati che hanno superato il 2" Corso.