IV. Problemi generali

Personale

13. Uno dei più gravi problemi che si pongono per la salvaguardia dei beni culturali ecclesiastici è quello di avere una sufficiente dotazione di personale a tutti i livelli, da quello direttivo a quello scientifico, a quello addetto alla custodia, alla tutela e alla manutenzione.

É noto, infatti, che la figura del sacrestano, essenziale per la custodia dei beni culturali presenti nelle chiese, è ormai quasi del tutto scomparsa. Anche le tradizionali figure artigianali alle quali era affidata la manutenzione ordinaria dei beni culturali ecclesiastici sono in via di sparizione. Non è facile, peraltro, ai sacerdoti - sui quali incombe la responsabilità della tutela di tali beni anche di fronte all'autorità civile e che, di fatto, sono generosamente impegnati nella gestione dei beni culturali ecclesiastici nonostante l'accresciuto carico della loro attività pastorale - rispondere alle richieste sempre più numerose che provengono da turisti, scuole, studenti e studiosi. In particolare, data anche la limitata disponibilità di mezzi, risulta spesso difficile dotare del necessario personale direttivo e scientifico gli archivi, le biblioteche e i musei di pertinenza ecclesiastica.

Per fare fronte ad alcune tra le necessità appena ricordate sembra possibile e opportuno ricorrere all'intervento del volontariato. Il volontariato potrebbe svolgere servizi come la custodia dei monumenti, l'animazione didattica, il lavoro di inventariazione. Al volontariato dovranno essere assicurati una sufficiente formazione, la consulenza di esperti professionalmente qualificati, la possibilità di operare sulla base di una precisa normativa e il sostegno di un'adeguata copertura assicurativa.

Il ricorso a persone e a istituzioni di provata competenza, oltre che come supporto al volontariato costituisce una necessità imprescindibile per ogni iniziativa che superi il livello dell'attività ordinaria e come supporto scientifico permanente .

Formazione

14. La gestione dei beni culturali e di quelli religiosi in particolare richiede sempre maggiore competenza. É indispensabile perciò provvedere alla formazione di base e permanente dei responsabili delle comunità (sacerdoti, candidati agli ordini sacri, religiosi, religiose), degli operatori pastorali e degli addetti. Alle diocesi spetta il compito di avviare adeguate iniziative per la formazione dei sacerdoti e degli operatori pastorali. É opportuno che tali iniziative come quelle per la formazione degli addetti degli artisti e dei tecnici siano realizzate con la collaborazione di enti pubblici e privati. Conviene, inoltre, che esperti nel campo dei beni culturali ecclesiastici partecipino alle iniziative promosse da enti pubblici e da privati per la formazione degli esperti nel settore dei beni culturali.

E essenziale che la formazione degli operatori dei beni culturali ecclesiastici comprenda sufficienti nozioni di cultura biblica, teologica, liturgica, iconografica e abiliti all'animazione pastorale e culturale, oltre a fornire gli opportuni supporti conoscitivi di carattere giuridico e storico-artistico.

Per la preparazione del personale responsabile delle istituzioni culturali ecclesiali al riguardo ci si avvalga delle scuole per la formazione e promozione culturale recentemente istituite e si promuovano opportune iniziative formative ai vari livelli.

Finanziamenti e agevolazioni

15. Accanto al problema del personale, l'aspetto più grave di cui soffrono i beni culturali nel nostro paese e i beni culturali ecclesiastici in particolare è quello economico.

A questo riguardo è necessario ricordare che la ricerca di fondi per interventi di restauro e per altre iniziative non può essere ridotta a mera operazione finanziaria, ma va considerata come un'occasione opportuna per la formazione sia della comunità cristiana sia della comunità civile. La ricerca di fondi, infatti, consente alla comunità di riscoprire il valore del suo patrimonio culturale. Si rinsalda così concretamente il senso di appartenenza e si evita nel contempo il rischio della mentalità di tipo assistenziale che scarica sugli enti pubblici ogni responsabilità. Perciò, in tale prospettiva. i contributi sono da chiedere innanzitutto alla comunità cristiana locale, dal momento che i beni culturali ecclesiastici sono in primo luogo espressione di valori specifici della comunità cristiana stessa, sono costati sacrifici ai suoi membri, sono di sua proprietà e sono posti al suo servizio.

In caso di necessità si faccia ricorso alla solidarietà di altre comunità cristiane

Poiché la tutela del patrimonio culturale è tra i compiti principali della Repubblica, richiamato dall'articolo 9 della Carta costituzionale, in attuazione di un servizio al bene comune, le richieste di contributo siano rivolte anche ai comuni, alle regioni, al Ministero per i beni culturali e ambientali, al Ministero per i lavori pubblici, agli altri organismi (CEE, UNESCO ), sempre nel rispetto delle procedure previste dalle norme canoniche e civili.

E utile non dimenticare che esistono agevolazioni di vario tipo - fiscale, assicurativo. ecc. - delle quali anche gli enti ecclesiastici possono valersi.

Informazione e documentazione

16. Anche in materia di beni culturali ecclesiastici l'informazione e la documentazione sono strumenti fondamentali di promozione

Vi è innanzitutto da informare la comunità cristiana sulle problematiche che riguardano i beni culturali in generale e quelli ecclesiali in particolare. Analogo impegno sia rivolto alla pubblica opinione tramite i mezzi di comunicazione sociale in modo da rendere noto a tutti l'impegno della chiesa e della società per i beni culturali.

É urgente inoltre avviare scambi di informazione permanenti tra i responsabili degli enti ecclesiastici a livello regionale e nazionale.

Compete in particolare agli organismi diocesani e a quelli nazionali dotarsi di quei mezzi - pubblicazioni, strumenti di lavoro, biblioteca specializzata, centro di documentazione - che consentano la necessaria informazione dei responsabili delle comunità locali e dei loro collaboratori. Ogni diocesi, inoltre, costituisca e conservi un archivio ordinato e consultabile dei progetti e delle schede di catalogo; ciò consentirà di conoscere, valutare e affrontare globalmente i principali problemi che riguardano i beni culturali ecclesiastici esistenti sul territorio della diocesi.