LA BASILICA DI S.MARIA ASSUNTA DI ACERENZA

relazione di Maria Rosa Montuori
Corso formativo post-diploma di
Fotogrammetria per addetti al rilevamento e documentazione dei beni culturali
ANCIFAP - 1990

 

Con le parole di C. Muscio: Su di una rupe di tufo calcareo...l'Arcivescovo Arnaldo ... accese un punto luminoso di fede e di arte..., si comprende l'importanza e la bellezza della Santa Maria Assunta di Acerenza.
Le notizie tramandateci su questo edificio ecclesiastico, sono scarse, contraddittorie e per certi versi poco chiare.
Le più antiche sono quelle che si possono estrapolare dalle cronache di LUPUS PROTOSPATA e ROMUALDO SALERNITANO.
Pertanto, cercherò di compilare una scheda storico-architettonico-strutturale della chiesa che possa dare delle informazioni sul]e caratteristiche peculiari della stessa.
Circa ]a data di costruzione, tra le supposizioni e le tesi formulate dagli studiosi sia storici che archeologi, pare prevalga quella secondo cui la chiesa sia stata costruita nell'XI sec. per volere del Monaco Arnaldo durante il pontificato di Papa Ildebrando (1O73-1085) e più precisamente intorno al 1080, anno in cui avvenne il ritrovamento e 1a deposizione delle reliquie di S. Canio.
È facile comprendere che quanto ci sia pervenuto è frutto di rifacimenti, di lavori di stonacatura, di scavi archeologici, ecc. poiché più volte la basilica ha subito i colpi inferti dalle frequenti scosse sismiche che si sono registrate in questa terra.
Vista nel suo insieme, la struttura architettonica si rifà al modello del romanico francese, che nacque nell'Abbazia di Cluny, per diffondersi in Borgogna e penetrare poi in Italia, del quale un valido esemplare è per l'appunto la basilica di S. Maria Assunta.
Nonostante sia predominante e ben visibile lo stile proprio del romanico francese (es. il deambulatorio con le cappelle radiali), è degna di nota la presenza di elementi artistici di origine lombarda, riscontrabili, per esempio, negli archetti pensili separati da lesene e nelle finestre a forma di feritoie che ornano esternamente le absidi semicircolari e le torrette.
Per quanto concerne ]a lettura della pianta, bisogna avvalersi necessariamente del disegno della stessa, mentre è possibile fare una descrizione sommaria dell'esterno della basilica.
È una chiesa di impianto basilicale a croce latina che si estende per una lunghezza di m.69 ed una larghezza di m.39.
Ponendoci di fronte alla facciata anteriore, ed esaminandola dal basso verso l'alto, la nostra attenzione sarà colpita dai pochi elementi che ornano una superficie essenziale e pulita, primo tentativo d'importare nell'Italia meridionale il gusto artistico cluniacense.
Questa si presentava inglobata da due torri-campanili, delle quali, a causa dei soventi terremoti, solo quella di ovest ci è pervenuta, in quanto opera di un rifacimento del 1555, mentre dell'altra si conserva solo la base.
Inoltre proprio questa ricostruzione non ha consentito più l'originaria presenza di tre ingressi principali, preceduti da quattro scalini: difatti oggi ve ne solo due.
L'ingresso centrale presenta un protiro poco aggettante, costituito da due colonne di marmo colorato, che poggiano rispettivamente su due gruppi del XII sec., i cui soggetti sfigurati dall'usura del tempo e il loro significato, sono ancora in via di interpretazione da parte degli studiosi.
Il portale, invece, è incorniciato da una fascia scolpita, raffigurante palmette ed altri elementi di gusto orientale.
Subito sopra il portichetto, è sistemata una lastra di marmo raffigurante un basilisco.
Mentre al centro della facciata, vi è il rosone, rifatto in età rinascimentale.
Nella parte più alta della costruzione, vi era il busto dell'Imperatore Giuliano, oggi sostituito da una croce.
L'edificio ecclesiastico presenta in tutte le sue parti, una superficie levigata, costituita da conci di pietra ben squadrati di natura calcarea.
Per quanto riguarda l'interno, ciò che non può essere letto sulla pianta, è la presenza del ciborio, quasi sicuramente di recente fabbricazione; il pulpito in opus sectile; la copertura a capriate sia della navata centrale che nelle due laterali; le finestre nella parte alta della navata centrale, come nell'abside centrale; la copertura costolonata nell'abside centrale ed altri piccoli ma autorevoli particolari che le illustrazioni non riportano e che sono visibili solo realizzando uno studio ed una schedatura recandosi sul posto.
La mia ricerca storica è motivata dal fatto di aver scelto di sviluppare assieme al mio gruppo di studio, le lastre di questa chiesa risalenti al Dicembre 1980 in seguito al terremoto del 23 Novembre l980.
Chiaramente quei fotogrammi potrebbero falsare quanto ho descritto prima, poiché la richiesta fotogrammetrica da parte della utenza è precisa e puntuale.
Perciò è facile osservare come di alcune parti della chiesa abbiamo più lastre, mentre di altre non è stato ripreso nulla.
Quindi non è stato possibile fare un riscontro tra il materiale fotogrammetrico e quanto ci tramandano le fonti sulla struttura interna della chiesa.